Dopo la tragedia del piccolo Rayan avviato un censimento dei pozzi abusivi in Marocco: il bimbo è deceduto dopo cinque giorni trascorsi intrappolato in un cunicolo
Un censimento di tutti i pozzi scavati in modo abusivo è stato annunciato dalle autorità del Marocco a seguito della morte di Rayan, il bimbo di cinque anni deceduto dopo cinque giorni trascorsi intrappolato nel fondo di una di questi cunicoli in una provincia rurale nel nord del Paese. Ad annunciare il provvedimento, stando a quanto riferisce l’agenzia statale marocchina Map, è stato un dirigente del ministero dei Trasporti e dell’acqua, Abdelaziz Zerouali.
Il funzionario, spiega la Dire (www.dire.it), ha reso noto che il governo di Rabat intende intraprendere un censimento di tutti i pozzi che posso rappresentare un rischio per la sicurezza dei cittadini. A condurre l’iniziativa sarà l’Agences des bassins hydrauliques, un ente che risponde al ministero dei Trasporti. Secondo quanto evidenziato da Zerouali a Map, è previsto che ai possessori dei pozzi irregolari venga dato un tempo ritenuto ragionevole per chiudere o mettere a norma gli scavi. Qualora queste persone non dovessero adempiere a questa indicazione le autorità sistemeranno il pozzo a loro spese decidendo su eventuali sanzioni.
Il dirigente del ministero ha detto che in Marocco vengono sanzionate circa mille persone all’anno in relazioni a scavi illegali per i pozzi. La vicenda di Rayan è stata seguita col fiato sospeso in Marocco e da decine di milioni di persone in tutto il mondo. In Italia la storia ha ottenuto un’attenzione particolare in quanto molto simile a quella di Alfredino Rampi, pure deceduto dopo cinque giorni passati in fondo a un pozzo nel 1980. Stando a quanto riferisce Map, a seguito della vicenda l’Arabia Saudita ha annunciato di aver ristrutturato 2500 pozzi in tutto il Paese.