Con la maggiore incidenza delle malattie neurodegenerative croniche il dolore acuto e cronico rappresenta un importante problema di salute a livello globale
Il dolore acuto e cronico rappresentano un importante problema di salute a livello globale e, con l’aumento della prevalenza di molte malattie degenerative croniche, la distribuzione e il numero di persone che soffrono di dolore continua a crescere. Di conseguenza la gestione del dolore è diventata una priorità della salute pubblica e viene eseguita al meglio con un team interprofessionale che includa infermieri e farmacisti.
La manifestazione del dolore coinvolge tipicamente il sistema nervoso periferico e centrale. Il dolore può essere classificato come nocicettivo, neuropatico o nocicplastico in origine. Quello nocicettivo, noto anche come dolore fisiologico, deriva dall’attivazione delle afferenze nocicettive primarie da parte di stimoli effettivi o potenziali di danno tissutale. Nel dolore nocicettivo, l’integrità del grande nervo rimane preservata poiché i recettori sensoriali vengono stimolati all’interno delle strutture viscerali e somatiche.
Contrariamente al dolore nocicettivo, quello neuropatico provoca lesioni o malattie dirette che colpiscono il sistema somatosensoriale e tende a essere più disabilitante. Si suddivide in periferico (es. neuropatia diabetica) e centrale (es. lesione del midollo spinale o dolore centrale post-ictus), mentre il nocicettivo si suddivide in somatico o viscerale (es. malattia infiammatoria intestinale).
Di recente l’International Association for the Study of Pain (IASP) ha aggiunto una terza categoria alla classificazione tassonomica del dolore per condizioni che non rientrano esattamente nelle prime due categorie. Il dolore nociplastico si riferisce al dolore che deriva da nocicezione alterata nonostante non ci sia una chiara evidenza di danno tissutale effettivo o minacciato o evidenza di una malattia o lesione che colpisce direttamente il sistema somatosensoriale. Le condizioni considerate come dolore nocicplastico includono la fibromialgia, la sindrome del dolore regionale complesso (CRPS) di tipo I e la sindrome dell’intestino irritabile.
In aggiunta diverse condizioni di dolore, come la sindrome da chirurgia alla schiena fallita, presentano elementi di diverse categorie di dolore e possono essere classificate come stati di dolore “misti”. Inoltre le condizioni chiaramente classificate come nocicettive e neuropatiche includono spesso meccanismi di sovrapposizione con il dolore nocicplastico in quanto implicano un’elaborazione nocicettiva anormale (come nel caso di segnali di dolore amplificati, espansione dei campi ricettivi, diminuzione della modulazione discendente).
Il dolore può anche essere classificato come acuto, cronico o una combinazione di queste tipologie (es. crisi falciforme). Il dolore acuto deriva da una patologia o da una lesione specifica e ha una durata tipicamente autolimitata. Si ritiene che abbia uno scopo biologico protettivo ed è spesso associato a spasmi muscolari e attivazione del sistema nervoso simpatico. Al contrario il dolore cronico può essere considerato uno stato patologico, la cui durata supera il normale tempo di guarigione quando associato a malattia o lesione. Il dolore cronico può anche derivare da stati psicologici e non ha uno scopo biologico apparente. A differenza della natura autolimitante del dolore acuto, il dolore cronico spesso non ha un endpoint riconoscibile.
Migliore gestione con un team interprofessionale
La gestione del dolore acuto e cronico viene eseguita al meglio con un team interprofessionale che includa infermieri e farmacisti per la gestione del dolore. A causa della recente epidemia di oppiacei, la gestione del dolore è in fase di rivalutazione e la prescrizione di routine di oppiacei ai pazienti per tutti i tipi di dolore non è più considerata lo standard di cura. Per il dolore cronico bisognerebbe considerare un consulto del dolore e viene caldamente raccomandata l’educazione del paziente.
Inizialmente è fondamentale classificare il dolore. Tra le informazioni più critiche ottenute durante l’anamnesi e l’esame fisico ci sono la tipologia del dolore (neuropatico, nocicettivo o nocicplastico) e la sua localizzazione. Durante la valutazione iniziale, ai pazienti dovrebbe essere chiesto di descrivere il loro dolore e di valutarne la gravità. Il medico deve annotare la causa, la posizione, la qualità, l’intensità, la durata, il diagramma di radiazione e i fattori aggravanti o allevianti. Nel caso del dolore acuto, la determinazione dell’eziologia è generalmente semplice, mentre determinare la causa e la classificazione di quello cronico può rivelarsi più difficile, dal momento che può coinvolgere una serie di fattori biomedici e psicosociali.
In quanto tale, la valutazione del dolore cronico dovrebbe includere lo screening delle condizioni contribuenti e le comorbidità. Sono attualmente disponibili strumenti standardizzati di autovalutazione per definire l’intensità del dolore, le capacità funzionali, le convinzioni, le aspettative e il disagio emotivo e dovrebbero far parte di una valutazione approfondita. Considerata l’efficacia della ketamina contro la depressione e lo stress post-traumatico, può alleviare non solo la componente sensoriale del dolore ma anche la componente affettivo-motivazionale.
Bibliografia
Orhurhu VJ et al. Ketamine In Acute and Chronic Pain Management. StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2022 Jan. 2021 Dec 28.