L’8 marzo dedicato alle donne soldato ucraine


Giornata internazionale della donna: l’8 marzo dedicato alle donne soldato ucraine. La loro forza riuscirà a fermare la guerra?

guerra ucraina

L’8 marzo, dicono che sia la festa della donna. E’una festa più commerciale che una vera e propria celebrazione a ricordo. La rivendicazione dei diritti delle donne, un beneficio ancora negato. Lo vediamo ogni giorno, lo raccontano le cronache che non fanno altro che parlare di violenze, soprusi, brutalità sempre più accesa. Mentre la legge italiana ancora non ha aumentato le pene dei carnefici.

L’identikit d’autore di violenza (dati telefono Rosa)

Per il 48% è il marito. Il convivente il 12%. Il 23% è l’ex. Il46% sono diplomati, il 19% sono laureati. L’età media si aggira sui 35-45 anni, il 61%. Professione impiegato il 21%. Per l’82% i figli assistono alle violenze che per il 55% avvengono in casa.

Il primo evento importante sulle donne

Il primo evento importante sulle donne fu il VII Congresso della II Internazionale socialista svoltosi a Stoccarda dal 18 al 24 agosto 1907. Durante questo congresso si discusse della questione femminile e del voto alle donne. Cento anni che sono serviti a poco. Oggi, si festeggia tra bagordi di cenette hard. Costumi a dispetto della più eccelsa dignità della donna. Festini più trash possibili dove la volgarità e il cattivo gusto sono il contenuto trainante di una notte senza freni. E una perdita di valori inauditi.

Altro che ricordare quelle donne che hanno sofferto con un minimo di rispetto. L’origine dell’8 marzo risale a una tragedia accaduta nel 1908, che avrebbe avuto come protagoniste le operaie dell’industria tessile Cotton di New York, rimaste uccise da un incendio.

L’8 marzo dedicato alle donne soldato

Una perdita di valori inaudita nel secolo della pandemia che forse non ci ha lasciato nulla di buono, neppure ci ha ridato quel segno di valori fuori dai lustrini.

Giornata internazionale della donna.

Le donne in Ucraina hanno diverse cose da pensare. Altro che festini traboccanti di sballi, “sesso e droga e rock and roll”. Contestazione anomala del 68 ma che è rimasta nella storia immortalata da Life.

Un magazine che riportava i movimenti di contestazione.  E’ il dissenso delle madri, delle mogli, delle donne che prova a reclamare e affermarsi come soldati che combattano per il bene comune e le spingono a rivolte. Sono donne che non ci hanno pensato due volte a imbracciare un kalashnikov.

Tatjana è un ingegnere di Kiev

Il racconto di Tatjana alle dieci di sera dopo ore di attesa, m’illumina di speranza. Quello delle donne coraggio.

Quelle che non hanno esitato a infilarsi tra le fila di un esercito per amore affrontando “una giusta causa”. Tante le donne che portano in salvo i propri figli. Ma anche tante donne che non vogliono abbandonare le loro origini. Tatjana accanto a molte donne che hanno rinunciato alla loro vita nel mondo, per tornare nella propria terra, ha preso una decisione. Una laurea alle spalle, capace di addossarsi la responsabilità quando la Patria chiama.

La decisione scatta quando la situazione precipita:” é guerra!” Al telefono, la linea è disturbata, ma è chiaro quanto dice sulla festa delle donne in Italia “ pensano delle donne ucraine cose sventurate, qualcuna è stata costretta anche a occasioni, che pur sapendo fossero contro la morale, obbligata dalla precarietà familiare economica.

Quando vengono in Italia. Ma ci sono anche quelle che sono state sfortunate. La mafia Ucraina ha radici allargate, in Italia ormai ha messo fondamenta, brave ragazze sono entrate nel vortice della criminalità nostrana. Non è festa! Qualcuna a volte sparisce, ma se ne parla poco.  Abbiamo messo i nostri bambini al sicuro, ci siamo aggregate ai nostri uomini e all’esercito Ucraino. Il gene della nostra nazione è protetto in maniera affidabile.”

Tatjana non risponde più, mi aveva parlato di un accordo della mafia italiana con quella russa, spero di sentirla ancora e raccontarvi i retroscena mafiosi, italo – russi di armi e forse anche altro.

Tutti possono capire i valori e gli ideali di un’intera popolazione, allora chiamiamole eroi di una guerra criminale!