AIRC, Associazione Italiana Ricerca sul Cancro, premia l’Investigator Grant di Barbara Cortese, ricercatrice del Cnr Nanotec
L’Associazione Italiana Ricerca sul Cancro (AIRC), il più importante ente finanziatore di progetti di ricerca in ambito oncologico italiano, premia l’Investigator Grant (IG): “Glioma invasion under Mechanical Constraints: Mechanotaxis of the 3D Biomimicry Microenvironment” di Barbara Cortese, ricercatrice dell’Istituto di Nanotecnologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Nanotec) presso la sede di Roma, da oltre 8 anni impegnata in ricerca e studio sul cancro e già vincitrice nel 2015 di un My First AIRC grant.
Gli Investigator Grant finanziati da AIRC, come recita la definizione a cura della stessa Associazione, sono “progetti guidati da ricercatori affermati e selezionati attraverso il peer review per la loro rilevanza al cancro, l’innovatività, la fattibilità e il potenziale impatto positivo sui pazienti”.
L’IG oggetto del finanziamento, che ha durata di cinque anni (€ 628.000€), mira a ricreare un microambiente che incorpora caratteristiche del cervello, come le “strutture di Scherer”, con rigidezza variabile, allo scopo di studiare vie specifiche di segnalazione, sensibili alle caratteristiche meccaniche dell’ambiente in cui sono immerse le cellule. Il progetto si pone inoltre l’obiettivo di studiare il comportamento delle cellule in relazione a condizioni specifiche, come per esempio la mancanza di ossigeno (ipossia), sotto flusso dinamico e per effetto di campi elettrici.
“A rendere l’IG un’idea vincente”, afferma Barbara Cortese, principal investigator, “sono gli esperimenti previsti dal progetto che saranno fondamentali per la comprensione dei complessi meccanismi che incorrono ad esempio nel caso di malattie tumorali e risulteranno strategici per investigare molti aspetti delle funzioni cellulari. Si tratta di un approccio nuovo, che si integra con un sistema di controllo cellulare già verificato, e che può favorire lo studio e l’approfondimento nei processi di adesione e funzione cellulare”. “Tale progetto” conclude Barbara Cortese, “si prefigge l’ambizioso obiettivo di porre le basi per lo sviluppo di applicazioni mirate a strategie terapeutiche per la cura del cancro”.
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