Miroslava la prima rifugiata ucraina in Calabria dopo le cure ospedaliere


Miroslava la prima rifugiata ucraina in Calabria dopo le cure ospedaliere. E il Mater Domini continua a salvare vite

guerra ucraina

La mission è cassa di risonanza per “laureandi in erba” e, conferma un pool di grandi medici professionisti, esperti e competenti in Calabria.

Appena approvate dalla giunta regionale delibere per l’ospitalità dei rifugiati ucraini. La donna, usufruirà della direttiva UE aggiungendosi a due milioni in Italia di rifugiati in soli 12 giorni. L’agenzia Onu avrà il suo portale aggiornato degli sfollati.

Un primo intervento, proferisce il presidente Occhiuto, sarà messo a disposizione dei comuni per la ripristino in funzione di edifici da dedicare all’ospitalità dei profughi che troveranno certamente grande calore tra i calabresi. La Calabria dopo la Campania è una delle regioni dove è alta la concentrazione di lavoratori e lavoratrici Ucraini.

Era venuta in Italia con il pullman nei primi giorni di dicembre per abbracciare la sua unica figlia che non vedeva da tempo e mai si sarebbe aspettata che non sarebbe ritornata nella sua casa a Leopoli, Ucrania.

Miroslava, giovane donna, presa da un malore, viene ricoverata all’ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro. Sono sconvolti i suoi programmi. Al Pronto soccorso troppe emergenze. Assenza di posti. Quindi, il suo ricovero di soccorso è dirottato al Mater Domini di Germaneto. L’ospedale universitario dove comincia la sua storia.

Miroslava viene da Leopoli, una ridente cittadina che è incastonata tra l’Ucraina occidentale dove ha la paternità e la Polonia. Seconda città per storia e monumenti di grande bellezza. Seconda solo alla capitale, Kiev. E’ detta anche città poliglotta, tante sono le lingue che s’incontrano in città. A dicembre, insieme al marito, viene a trovare la figlia in Calabria, che si è ricongiunta al coniuge da cinque anni. Lui, lavora ed è residente da diciotto anni a Catanzaro Lido. Un permesso di visto turistico che le sarebbe bastato per coccolare la sua unica figlia, Victoria. E, poi, ritornare nella sua patria, che non sarà più quella che ha lasciato. Solo pochi mesi fa. È bastato un dolore addominale, un malore improvviso, per ricorrere alle cure mediche.

Soprattutto la fortuna di trovarsi nelle mani di un’equipe che rimarrà nella storia per la grande professionalità medica. Finisce in gastroenterologia. La diagnosi è schiacciante. Fall up immediato trattasi di resezione epatica per neoformazione voluminosa del fegato. L’esportazione è eseguita dal dottor Ammendola Michele, della gastroenterologia chirurgica, Giuseppe Currò chirurgo oncologo e il dottor Domenico Laganà professore di radiologia. Ancora una volta il Mater Domini si conferma l’ospedale per eccellenza, visti i suoi trascorsi premiati da vite salvate.