Guerra in Ucraina: tavolo trilaterale ad Antalya con Turchia, Russia, ed esponenti del governo di Kiev. Nessun accordo tra i due Paesi
Si è concluso con un nulla di fatto l’incontro tra il ministro degli Affari esteri russo Sergej Lavrov e il suo omologo ucraino Dmytro Kuleba, che si è tenuto ad Antalia, in Turchia, alla presenza del capo della diplomazia turco Mevlut Cavusoglu. A riferirlo è la stampa ucraina attraverso le parole del ministro Kuleba: “Ero venuto qui con un obiettivo umanitario: intendevo uscire da questa riunione con (in mano) la decisione di organizzare un corridoio umanitario da e per Mariupol”, città di 400mila persone tenuta “sotto assedio dall’esercito russo”, ha denunciato il ministro. Kuleba ha segnalato che tuttavia Lavrov non era in possesso “del mandato per assumere una simile decisione”, quindi ha assicurato di essere pronto a un nuovo incontro “se ci saranno prospettive per una soluzione”.
Il ministro ha concluso dicendo che il messaggio che Lavrov ha portato ad Antalia è che Mosca “non porrà fine all’aggressione militare in Ucraina fintanto che il nostro governo non cederà alle sue richieste”. Da parte sua il ministro Lavrov, così come riporta l’agenzia russa Tass e la turca Anadolu, ha garantito che la proposta dei corridoi “è sempre valida” e che il presidente Vladimir Putin non rifiuterà un incontro col presidente ucraino Volodymyr Zelensky per discutere “specifiche” questioni. Quindi ha dichiarato che la Russia “non intende invadere nessun paese terzo. In realtà- ha proseguito- non ha invaso neanche l’Ucraina”. Quindi ha detto che “la situazione che si era venuta a creare rappresentava una minaccia diretta alla sicurezza del nostro Paese“. Lavrov ha aggiunto di non ritenere possibile “una guerra nucleare”. Infine, sulla questione delle sanzioni, ha assicurato che la Russia “non sarà mai più dipendente dall’Occidente”, quindi ha accusato quei governi di tenere “un pericoloso comportamento” in quanto danno armi a Kiev.
Stando ai dati comunicati martedì dalle Nazioni Unite, finora le vittime civili del conflitto registrate ufficialmente sono oltre 470, anche se l’Onu ha ammesso che i numeri reali potrebbero essere “molti più elevati”. Il personale umanitario dell’organismo multilaterale presente in Ucraina ha definito “apocalittica” la situazione sul campo nel Paese dell’Europa orientale.
L’Ucraina, dal canto suo, come spiega la Dire (www.dire.it) vuole che la Russia si ritiri completamente dal suo territorio, che nella visione di Kiev comprende anche le due entità dissidenti del Donbass.