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Tumore al seno: 834mila donne vivono dopo la diagnosi

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In totale, le pazienti che vivono in Italia con una diagnosi di tumore al seno sono 834.200 16mila solo nella Regione Friuli-Venezia Giulia

Il carcinoma mammario è sempre più diffuso, nel nostro Paese, ma crescono le opportunità di cura e guarigione grazie ad un “armamentario terapeutico” che si arricchisce. In totale, le pazienti che vivono in Italia con una diagnosi di tumore al seno sono 834.200 (16mila solo nella Regione Friuli-Venezia Giulia). L’88% è vivo a cinque anni dal riscontro della patologia e nella gran parte dei casi può essere raggiunta la guarigione. Merito dei progressi diagnostico-terapeutici che hanno permesso di ottenere risultati importanti anche nelle forme più aggressive della malattia.

È quanto è emerso ieri sera nel webinar “Dalla parte delle donne: Focus sul Carcinoma Mammario”. Si tratta di un’iniziativa on line pubblica aperta a cittadini, caregiver e pazienti in cui alcuni tra i massimi esperti italiani hanno illustrato le principali novità medico-scientifiche relative alla patologia. Special guest del webinar il giornalista sportivo friulano Bruno Pizzul. L’evento è stato il preludio al convegno nazionale Focus sul Carcinoma Mammario.

“E’ una patologia emblematica del progresso a cui abbiamo assistito negli ultimi anni in oncologia – afferma il prof. Fabio Puglisi, Direttore del Dipartimento di Oncologia Medica presso l’IRCCS CRO di Aviano e Responsabile Scientifico del Convegno-. Stiamo vivendo un’era in cui l’evoluzione scientifica risulta estremamente rapida e in continua evoluzione. C’è quindi la necessità di districarsi in una situazione più favorevole per i pazienti ma anche con maggiori complessità da gestire. Oggi riusciamo ad avere molte più informazioni biologiche sui vari sottotipi di carcinomi e si aprono così nuove strade per lo sviluppo dei farmaci. È molto importante la ricerca traslazionale e perciò la stretta collaborazione tra i vari specialisti e anche tra i clinici e gli oncologi sperimentali. Si stanno poi affacciando strategie innovative sulle quali è fondamentale investire risorse per implementare le possibilità di guarigione. È questo il caso della biopsia liquida, una procedura non invasiva che ci permette una diagnosi più precisa della natura molecolare del carcinoma attraverso l’identificazione di alterazioni presenti nel DNA. Grazie al progresso della tecnologia un’ulteriore risorsa è l’intelligenza artificiale che, se utilizzata in oncologia, può darci un quid in più per raggiungere risultati migliori rispetto anche al passato più recente”. Al convegno di Udine ampio spazio è dedicato ai test genomici che, dopo oltre un anno dall’introduzione nel nostro Paese, sono stati finalmente resi rimborsabili.

“Sono esami di facile esecuzione e che presentano indubbi vantaggi – aggiunge il prof. Saverio Cinieri, Presidente dell’Associazione Italiana Oncologia Medica (AIOM) -. Consentono una migliore selezione della terapia adiuvante e quindi la scelta, o meno, della chemioterapia in aggiunta al trattamento anti-ormonale nella malattia con recettori ormonali espressi. È uno dei temi più caldi degli ultimi anni anche perché la reale disponibilità gratuita, per tutte le pazienti in tutta Italia, è stata più volte posticipata a causa di problemi e ritardi burocratici-amministrativi. Da un punto di vista strettamente scientifico i test genomici devono far parte della pratica clinica quotidiana perché presentano degli indubbi vantaggi e consentono di evitare cure inutili”.

Sempre al meeting friulano i partecipati discutono anche delle ultime terapie introdotte nel corso del 2021. “È stato un anno ricco di novità per il trattamento del carcinoma mammario – prosegue il prof. Michelino De Laurentiis, Direttore del Dipartimento di Senologia e Toraco-Polmonare dell’Istituto Tumori di Napoli -. Tra queste, va segnalata la terapia adiuvante con agenti antiormonali e l’inibitore delle Chinasi Ciclina-dipendenti Abemaciclib. Si tratta tuttavia di una cura che non viene ancora rimborsata in Italia. Dati importanti sono stati ottenuti anche nell’incremento della sopravvivenza del carcinoma metastatico. Il farmaco Ribociclib in associazione all’inibitore dell’aromatasi Letrozolo ha dimostrato di essere una accoppiata vincente in alcuni sotto gruppi di pazienti con carcinoma cosiddetto luminale dove si è registrato un dato senza precedenti: 60 mesi di sopravvivenza mediana”. Infine, segnali incoraggianti arrivano anche nell’ambito del tumore del seno triplo negativo che è in assoluto la forma di tumore più aggressiva.

“Per questo segmento di pazienti abbiamo novità incoraggianti che provengono dall’immunoterapia – conclude la prof.ssa Lucia Del Mastro, Coordinatrice della Breast Unit dell’IRCCS San Martino di Genova -. Dopo essere stata utilizzata nel trattamento del melanoma e di altri carcinomi sta evidenziando le sue potenzialità anche nel tumore della mammella sia nello stadio avanzato che in quello precoce. Oltre ai dati che già conoscevamo su atezolizumab si aggiungono quelli nuovi su pembrolizumab. Per quanto riguarda la malattia HER2 positiva avanzata ottimi risultati sono quelli relativi all’impiego dell’immunoconiugato trastuzumab-deruxtecan. Si tratta di una cura molto efficace che utilizza un anticorpo a cui si lega la chemioterapia. Quest’ultima viene veicolata direttamente in sede tumorale dove viene rilasciata, facilitando una maggiore attività e limitando la tossicità. Altra novità importante è quella relativa all’inibitore tirosino-chinasico Tucatinib in combinazione con trastuzumab e capecitabina. L’associazione dei tre farmaci ha dimostrato una buona efficacia nel trattamento di pazienti con metastasi cerebrali da carcinoma HER2-positivo”.

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