Nell’anno successivo all’infezione da Covid il rischio cardiovascolare è più elevato del 63% secondo una nuova ricerca
Nell’anno successivo ad una infezione da SARS-CoV-2 aumenta di oltre il 60% il rischio di incorrere in una malattia cardiovascolare: ciò vale non soltanto per chi ha avuto una forma severa di Covid-19 ma anche, seppur in misura minore, per chi ha avuto una forma lieve. È quanto emerge da uno studio coordinato dalla Washington University di St. Louis e pubblicato su Nature Medicine. Lo studio ha preso in considerazione 153.760 persone che si sono ammalate di Covid confrontando i dati sulla loro salute cardiovascolare nel corso dell’anno successivo all’infezione, a quelli di oltre 10 milioni di persone che non avevano contratto l’infezione. Rispetto al gruppo di controllo, i pazienti Covid avevano un rischio del 63% più alto di malattie cardiovascolari in generale e del 55% più elevato di incorrere in eventi cardiovascolari gravi, come un infarto o un ictus.
Nello specifico, i pazienti Covid, nell’anno successivo all’infezione, avevano un rischio del 52% più alto di avere un ictus e del 49% più alto di un attacco ischemico transitorio; +79% le probabilità di soffrire di fibrillazione atriale, +85% quelle di pericardite, +63% l’infarto, +72% le probabilità di scompenso cardiaco. Ancora più alto il rischio di trombosi venosa profonda (2,09 volte rispetto al gruppo di controllo), arresto cardiaco (2,45 volte), embolia polmonare (2,93 volte), miocardite (5,38 volte). Secondo l’analisi, inoltre, i livelli di rischio cardiovascolare aumentano parallelamente alla gravità della malattia. “Le implicazioni più ampie di questi risultati sono chiare – scrivono i ricercatori – Le complicanze cardiovascolari sono state descritte nella fase acuta di Covid-19. Ma il nostro studio mostra che il rischio di malattie cardiovascolari si estende ben oltre la fase acuta”.