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Nei pazienti asmatici il Covid aumenta il rischio ricovero

salbutamolo

Il rischio di ospedalizzazione, ricovero in Terapia Intensiva o morte per Covid-19 aumenta nei pazienti asmatici precedentemente ricoverati per la patologia

Il rischio di ospedalizzazione, ricovero in Terapia Intensiva o morte per Covid-19 aumenta nei pazienti asmatici precedentemente ricoverati per questa malattia respiratoria o trattati nel biennio precedente all’inizio dello studio con di due o più cicli di steroidi orali. Queste le conclusioni più rilevanti di uno studio scozzese recentemente pubblicato su Lancet Respiratory Medicine che hanno informato le politiche vaccinali anti-Covid relative alle dosi booster nel Regno Unito.

Razionale e obiettivi dello studio
“La Commissione britannica su Vaccini e Immunizzazione (JCVI), già alla fine del mese di giugno dello scorso anno, aveva emesso un pronunciamento a favore della dose booster di vaccino anti Covid-19, suggerendone la somministrazione, in primis, nelle persone più vulnerabili (quelli a maggior rischio di prognosi sfavorevole da Covid-19 – ricordano i ricercatori nell’introduzione allo studio – . Il programma di somministrazione della dose booster è iniziato a settembre dello scorso anno, con l’obiettivo di massimizzare la protezione individuale nei soggetti più vulnerabili e ridurre i rischi potenziali di sovraccarico delle strutture ospedaliere del Servizio Nazionale Sanitario (NHS) – residenti in strutture di ricovero protette, persone di et superiore ai 40 anni, lavoratori della sanità o dei servizi sociali a contatto con il pubblico, adulti estremamente vulnerabili dal punto di vista clinico, individui immunocompromessi”.

“Alcuni report – continuano gli autori dello studio – hanno suggerito che i pazienti con asma severo possono andare incontro a prognosi più sfavorevoli di Covid-19 (ospedalizzazione, ricovero in Terapia Intensiva, morte)”.

Secondo le linee guida GINA, la severità dell’asma è vista, generalmente, coma una valutazione retrospettiva del trattamento richiesto per minimizzare i sintomi o le riacutizzazioni di malattia, mentre il controllo dell’asma poggia sulla percezione dei sintomi del paziente e sul rischio di esacerbazioni.

Il controllo dell’asma, dunque, può correlare con la severità ma potrebbe anche essere influenzato dall’aderenza, dalle tecniche di inalazione dei farmaci appositi e dall’esposizione a fattori trigger come il fumo o gli allergeni.

“Ciò premesso – continuano i ricercatori – le evidenze che supportano il maggior rischio di outcome sfavorevoli di outcome di Covid-19 negli adulti asmatici sono ancora difficili da interpretare, dato che, fino ad ora, non esistevano studi che si fossero focalizzati sul rischio di asma nel corso delle diverse ondate pandemiche e della “storia” vaccinale. Di conseguenza vi erano (Ndr: al tempo della messa a punto di questo nuovo studio) ancora delle incertezze sulla necessità di dare priorità di accesso alla dose booster di vaccino anti Covid-19 ai pazienti asmatici adulti”.

In risposta ad una precisa richiesta del JCVI britannico, pertanto, è stato deciso di pianificare questo nuovo studio, utilizzando la piattaforma nazionale di sorveglianza immunovaccinale, per studiare il rischio di ospedalizzaione, ricovero in Medicina d’Urgenza e morte per Covid-19 nei pazienti adulti con anamnesi di attacco asmatico occorso nei 24 mesi precedenti.

Disegno dello studio
Lo studio, ha incluso 4.421663 adulti scozzesi che avevano partecipato ad EAVE II  the Early Pandemic Evaluation and Enhanced Surveillance of COVID-19).

I ricercatori hanno valutato il rischio di ospedalizzazione per Covid-19 e l’outcome composito rappresentato dal ricovero in Medicina d’Urgenza o dalla mortalità per Covid-19 in soggetti adulti asmatici.

Le associazioni documentate sono state stratificate mediante marker di una storia di esacerbazione asmatica, definita sulla base di una prescrizione di uno steroide orale nei 2 anni precedenti o di ospedalizzazione per asma occorsa prima del mese di marzo del 2020.

Risultati principali
In totale, il 12,7% dei partecipanti allo studio ha riferito una condizione asmatica diagnosticata da un clinico (dati relativi al periodo marzo 2020- luglio 2021). Il 7% di questi era andato incontro ad infezione da SARS-CoV-2, insieme al 12,3% di quelli ospedalizzati per Covid-19.

Dall’analisi dei dati è emerso che i soggetti asmatici si caratterizzavano per un rischio maggiore di ospedalizzazione per Covid-19 rispetto ai soggetti non asmatici  (adjusted HR = 1.27; 95% CI, 1.23-1.32).

Questa associazione è stata docunentata anche negli asmatici sottoposti, nei due anni precedenti, a: 1) tre o più cicli pregressi di steroidi orali  (aHR = 1,54; IC95%=1,46-1,61); 2) due cicli di steroidi orali (aHR = 1,37; IC95%=1,26-1,48); 3) un ciclo di steroidi orali (aHR = 1,3; IC95%=1,23-1,37); 4) nessun ciclo di steroidi orali (aHR = 1,15; IC95%=1,11-1,21).
Inoltre, i ricercatori hanno rilevato un innalzamento del rischio di ricovero in Medicina d’Urgenza per Covid-19 o della mortalità negli asmatici (aHR = 1,13; IC95%=1,05-1,22) rispetto ai non asmatici.

Questa associazione si è confermata nei soggetti sottoposti a: 1) tre o più cicli pregressi di steroidi orali (aHR = 1,44; IC95%=1,31-1,58); 2) due cicli di steroidi orali (aHR = 1,27; IC95%=1,09-1,48); 3) un ciclo di steroidi orali  (aHR = 1,04; IC95%=0,93-1,16); 4) nessun ciclo di steroidi orali  (aHR = 1,06; IC95%= 0,97-1,17).

“Tutto ciò – spiegano i ricercatori – dovrebbe tradursi in 160.910 adulti asmatici che sono stati sottoposti a due o più cicli di steroidi orali o che sono andati incontro a precedente ospedalizzazione per asma in Scozia durante il periodo in studio, da sottoporre con priorità ai vaccini anti Covid-19 (1.930.920 in tutto il Regno Unito). Se restringiamo l’analisi solo ai soggetti trattati con due o più cicli di steroidi orali nei 2 anni precedenti, la stima di adulti asmatici da sottoporre con priorità alla dose booster vaccinale si attesta su 158.000 individui in Scozia, un valore simile al numero (circa 160.000) stimato se si usano entrambi i marker di storia di attacco asmatico”.

Implicazioni dello studio
Nel sottolineare la rilevanza dello studio, i ricercatori hanno sottolineato come questo lavoro abbia fatto il punto sui fattori di rischio di outcome sfavorevole di Covid-19 negli adulti asmatici durante le diverse ondate della pandemia, prendendo in considerazione lo status vaccinale.

Da questi dati è emerso che gli adulti con una storia di attacco asmatico nei 24 mesi precedenti (definito da due o più prescrizioni di steroidi orali o da ospedalizzazione pregressa per asma) mostrano un innalzamento del rischio di ospedalizzazione per Covid-19 e di soddisfacimento dell’outcome composito rappresentato dal ricovero in Medicina d’Urgenza o dall’evento fatale) rispetto ai soggetti non asmatici.

Il rischio è rimasto inalterato anche dopo correzione dei dati per la presenza di fattori confondenti quali l’età, il sesso di appartenenza, lo stato socioeconomico, la presenza di comorbilità, un’ospedalizzazione pregressa per cause non asmatiche e lo stato vaccinale anti Covid-19.

Tali risultati sono stati utilizzati dalla Commissione Britannica su Vaccini e Immunizzazione per l’ultima campagna vaccinale (dose booster) anti Covid-19, fornendo il razionale per la selezione dei pazienti asmatici da indirizzare prioritariamente a questo intervento di immunoprofilassi.

Bibliografia
Shi T et al. Risk of serious COVID-19 outcomes among adults with asthma in Scotland: a national incident cohort study. Lancet Respir Med. 2022 Jan 13:S2213-2600(21)00543-9. doi: 10.1016/S2213-2600(21)00543-9. Epub ahead of print. PMID: 35033224; PMCID: PMC8758152.
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