Psoriasi: nei pazienti in sovrappeso dosaggio più alto di secukinumab


Nei pazienti in sovrappeso con psoriasi a placche da moderata a grave la cura a dosaggio più elevato con secukinumab ha mostrato maggiore efficacia

Nei pazienti in sovrappeso con psoriasi a placche da moderata a grave la cura a dosaggio più elevato con secukinumab ha mostrato maggiore efficacia

Nei pazienti in sovrappeso con psoriasi a placche da moderata a grave il trattamento per un anno con l’anticorpo monoclonale secukinumab alla dose di 300 mg ogni 2 settimane ha mostrato un’efficacia superiore rispetto alla somministrazione ogni 4 settimane. Sono i risultati di uno studio pubblicato sul British Journal of Dermatology.

«Il peso può avere un impatto sulla farmacocinetica e quindi sull’esito clinico del trattamento biologico per la psoriasi» hanno osservato il primo autore Matthias Augustin e colleghi dell’Institute for Health Services Research in Dermatology and Nursing at University Medical Center Hamburg-Eppendorf, in Germania. «L’ottimizzazione della dose può essere molto vantaggiosa per i pazienti con peso corporeo più elevato».

«Il nostro studio supporta i risultati di ricerche precedenti e i dati di modelli farmacocinetici/farmacodinamici, dimostrando che secukinumab somministrato ogni 2 settimane porta a un vantaggio clinicamente e statisticamente significativo nella risposta PASI 90 dopo 16 settimane di trattamento rispetto al dosaggio standard ogni 4 settimane nei pazienti che pesano almeno 90 kg, vantaggio che si è mantenuto fino alla settimana 52» hanno aggiunto.

Valutazione di due diversi regimi di dosaggio
Lo studio multicentrico, in doppio cieco e a gruppi paralleli ha coinvolto 331 pazienti con psoriasi a placche cronica da moderata a grave che pesavano 90 kg o più, randomizzati per ricevere secukinumab 300 mg ogni 2 o ogni 4 settimane. L’età media era 47 anni, il 75% dei partecipanti erano maschi, il 92% erano bianchi e il loro peso corporeo medio era di 111,1 kg, con un indice di massa corporea medio di 36,1 kg/m2.

I pazienti che non hanno raggiunto una risposta Psoriasis Area and Severity Index (PASI) 90 alla settimana 16 con il regime mensile (Q4W) lo hanno mantenuto o sono passati alla somministrazione ogni 2 settimane (Q2W).

Maggiore efficacia e pari sicurezza con dosi più frequenti
Dopo 16 settimane i pazienti nel gruppo Q2W avevano risposte PASI 90 significativamente più elevate rispetto a quelli del gruppo Q4W (rispettivamente 73,2% vs. 55,5%, P=0,0003, odds ratio stimato 2,3).

Dopo 52 settimane, rispetto ai pazienti del gruppo Q4W una percentuale maggiore di pazienti nel gruppo Q2W ha mantenuto le risposte a diverse misure di esito, tra cui PASI 75 (88,9% contro 74,8%), PASI 90 (76,4% contro 52,4%) e PASI 100 (46,7% contro 27,3%), punteggio IGA (Investigator’s Global Assessment) di 0/1 (75,9% contro 55,6%) e punteggio DLQI (Dermatology Life Quality Index) di 0/1 (66,1% contro 48,8%).

Inoltre quanti non avevano raggiunto una risposta PASI 90 alla settimana 16 e sono passati al regime Q2W hanno mostrato risposte di efficacia più elevate alla settimana 32, rispetto ai soggetti rimasti nel regime Q4W, con punteggi PASI 90 rispettivamente del 37,7% e del 16,5 %.

Entrambi i regimi sono stati ben tollerati, con un profilo di sicurezza coerente con quello già noto del farmaco, paragonabile nei due bracci di trattamento e senza che si osservasse una chiara relazione dose-risposta per l’incidenza degli eventi avversi complessivi, gravi, che hanno portato all’interruzione del trattamento oppure correlati ai rischi identificati di infezioni, ipersensibilità, neutropenia e potenziale rischio di eventi cardiovascolari avversi maggiori.

«Nonostante il dosaggio più frequente, l’incidenza delle infezioni da Candida era numericamente inferiore nel gruppo Q2W rispetto al gruppo Q4W, anche se i casi sono stati pochi, ovvero tre pazienti contro sei.

Necessità di un trattamento personalizzato
«Nonostante lo sviluppo di trattamenti biologici altamente efficaci per la psoriasi, siamo solo nelle prime fasi dello sviluppo di approcci clinici personalizzati» ha commentato Raj Chovatiya della Northwestern University di Chicago. «La necessità di un trattamento personalizzato nella psoriasi è dipende dal fatto che non tutti i pazienti possono rispondere alla terapia allo stesso modo. L’obesità è un’importante comorbidità e un aumento dell’indice di massa corporea può essere associato a risultati variabili del trattamento con la terapia sistemica».

I dati di questo studio, ha aggiunto, «suggeriscono che l’ottimizzazione della dose può essere un’importante strategia per migliorare la clearance cutanea nella psoriasi nei pazienti con esiti non ottimali del trattamento con il dosaggio standard, compresi quelli con problemi di peso eccessivo. Studi futuri dovrebbero valutare il regime ottimale della terapia biologica tenendo conto di diverse caratteristiche dei pazienti».

Bibliografia

Augustin M et al. Secukinumab dosing every two weeks demonstrated superior efficacy compared with dosing every four weeks in patients with psoriasis weighing 90 kg or more: Results of a randomised controlled trial. Br J Dermatol. 2022 Jan 4.

Leggi