Site icon Corriere Nazionale

Imparare a volersi bene: l’importanza del dialogo interno

Cosa succede se non ci prendiamo cura del nostro bambino interiore? Imparare a comunicare per sanare le nostre emozioni

Gli esperti di Guidapsicologi.it spiegano quali sono i tipi di dialogo interno negativo e ci forniscono preziosi consigli per migliorarlo e cambiarlo, per imparare a trattarci bene

Che cos’è il dialogo interno? In che modo ci influenza? Come condiziona la nostra crescita personale? Tutti hanno un dialogo interno o esistono persone maggiormente predisposte ad ascoltarlo e a soccombere ad esso?

Ne parliamo con gli esperti di Guidapsicologi.it che ci spiegano quali sono i tipi di dialogo interno negativo e ci forniscono preziosi consigli per migliorarlo e cambiarlo, per imparare a trattarci bene e ad amarci un po’ di più.

Che cos’è il dialogo interno?

Il dialogo interno è il modo in cui si strutturano i nostri modelli di pensiero e la forma di parlare a noi stessi. Tale forma influenza il modo in cui ci si sente. Il dialogo interno tende a manifestarsi più frequentemente in modo negativo, diventando distruttivo. Senza che ci si renda conto, il dialogo interno si radica in profondità, e inizia a far parte dei nostri atteggiamenti e comportamenti. Fin dalla prima infanzia si creano relazioni interpersonali e in esse si costruiscono vari discorsi, composti da ruoli prestabiliti, convinzioni ed etichette errate o distorte. Con la famiglia, gli amici o i colleghi si parla continuamente, ma in realtà la persona con cui dialoghiamo di più siamo noi stessi. Se una persona della nostra cerchia ha bisogno di noi, molto probabilmente siamo propensi ad offrirle la risposta migliore per gratificarla. Ma è molto probabile che quando siamo noi ad avere bisogno, non abbiamo la stessa pazienza che dedichiamo agli altri: iniziamo a etichettarci, giudicarci o pensare in modo autodistruttivo. Pensare male di noi stessi genera rifiuto, senso di colpa o rabbia, portando a una bassa autostima o a uno stato d’animo di ansia, stress o depressione. Il nostro dialogo interno possiede una forza immensa: può riempirci sia di positività che di negatività, e con esso possiamo sentirci realizzati o cedere alle dinamiche dell’auto-sabotaggio.

Come ci influenza il nostro dialogo interno

Il modo in cui scegliamo di rivolgerci a noi stessi ci definisce. Se ci rivolgiamo a noi stessi con disprezzo, credendo di valere molto meno di chiunque altro, criticando il nostro stesso potenziale, siamo il nostro primo nemico e iniziamo a mettere in atto un processo di auto sabotaggio. Invece, quando ci parliamo con amore, rispetto e compassione, siamo amici di noi stessi. Durante il nostro dialogo interno, le aree neurali si attivano, apportando un cambiamento all’interno del cervello. Se usiamo un dialogo positivo, rafforzerà il nostro umore, riducendo lo stress, l’ansia e alla fine staremo meglio. Se il dialogo interno è negativo, il nostro umore cala, così come la nostra energia, o il modo di affrontare le varie situazioni. Pertanto, un dialogo interno negativo ci danneggia e ci indebolisce. Ci rende molto più inclini ai disturbi dell’umore. Inoltre, un dialogo interno negativo censurerà ulteriormente le nostre relazioni sociali. Sabotiamo noi stessi, i nostri pensieri, compromettendo il modo di comportarci o di emozionarci. Il fatto di applicare un comportamento totalmente inefficace alla situazione a cui siamo esposti, porta a galla pensieri negativi, e con esso le emozioni più spiacevoli, facendoci entrare in un loop, che compromette negativamente il nostro approccio con il mondo, le persone, e ovviamente con noi stessi.

Dialogo interno e crescita personale

Il dialogo interno provoca conflitti interni, che si manifestano nel modo in cui ci relazioniamo gli uni agli altri, negli atteggiamenti, nei comportamenti e nelle emozioni, verso noi stessi o verso gli altri. La persona che mantiene un dialogo interno molto esigente può trasferire questo comportamento ad altri, non permettendo l’errore e diventando molto esigente. La stessa cosa accade quando, attraverso il dialogo interno, agiamo come critici, giudici, valutatori degli altri. Tutto questo finisce per logorare il soggetto, a causa delle ripercussioni sociali generate da tale atteggiamento. Poco a poco si assiste a un deterioramento del proprio tessuto sociale, e della propria autostima, e si rafforza così il dialogo interno negativo instaurato a livello personale. Quando parliamo con qualcun altro abbiamo più pazienza e siamo più corretti rispetto a quando lo facciamo con noi stessi. Nel momento in cui iniziamo a ripetere un pensiero attraverso il dialogo interno, sarà accettato come verità assoluta. Questo processo avviene nel lobo frontale, in particolare nell’area di Broca, che è responsabile della parola. Nel cervello inizia un processo di ascolto, che dà origine a una risposta fisiologica e ormonale al messaggio ripetitivo. Pertanto, quei messaggi che ripetiamo a noi stessi possono provocare risposte che sono legate al nostro stato d’animo e quindi alla crescita personale, rafforzandoci o limitandoci.

Tutti hanno un dialogo interno? Ci sono soggetti più predisposti a praticarlo e ad ascoltarlo

Nel cervello si trova l’area Broca che è responsabile della parola. Se quest’area non è danneggiata, possiamo avere conversazioni con altre persone ad alta voce. Per quanto riguarda il dialogo interno, tutte le persone possono avere questa comunicazione costante con se stesse. Possono avere quindi un dialogo interno orientato verso il lato negativo o verso il positivo. Alcune persone non sanno ascoltare il loro dialogo interno, né si fermano a pensare di averlo, poiché non gli prestano attenzione. Possono interpretare in modo vago l’attività di rimuginazione interna, poiché non sono particolarmente abili in questa tipologia di processi mentali. Prova di ciò è, ad esempio, sono le persone con disabilità uditiva, che invece di avere monologhi interni verbali, incorporano segni, poiché è il loro modo di comunicare.

Alcune persone vivono tormentate dal flusso costante di pensieri che popola la loro mente, siano essi positivi o negativi, che permangono ripetutamente. Il rumore mentale causato da tutti questi pensieri diventa una preoccupazione senza senso, e si sente la necessità di trovare risposte, così da mettervi fine e portarli fuori dalla propria mente. Spesso però avviene il contrario: quel ciclo di pensieri invece di diminuire, aumenta. Proprio per questo, le persone che si sentono afflitte da tutti questi pensieri vogliono lavorare su di essi, perché si sentono letteralmente esaurite, e non si sentono bene con se stesse. Una volta consapevoli che il loro dialogo interno è fuori controllo, ne prendono coscienza e iniziano ad ascoltarlo, per capirlo e risolverlo. D’altra parte, esistono persone che non si rendono conto di ciò che sta loro accadendo, e non sono disposte a correggere il dialogo interno. Nella pratica clinica, alcuni pazienti non sono consapevoli di come il loro dialogo interno e i pregiudizi cognitivi stanno mettendo a dura prova le loro vite. Quando lo scoprono e ne prendono atto, inizia la predisposizione al cambiamento. Solo attraverso questi passaggi si può riuscire a riprendere il controllo della situazione e ritrovare la calma, altrimenti le convinzioni limitanti e negative continueranno a svolgere il loro ruolo distruttivo e di auto sabotaggio.

Tipi di dialogo interno negativo

Il dialogo interno è fondamentale per identificare e sentire il proprio corpo, correggere il linguaggio per non farsi male e migliorare la cura di sé e l’autostima. I tipi di dialogo interno sono:

Dialogo autocritico: la persona è in uno stato di continua autocritica, giudice di se stessa, si valuta negativamente, riduce le proprie conquiste, esalta i propri difetti e limiti. Non ha molta fiducia in se stessa, quindi è in un confronto costante per trovare ciò che può completarla. Si sente molto frustrata per non aver raggiunto i risultati sperati.

Dialogo catastrofico: ha una forte necessità di prevenzione di fronte a situazioni classificate come rischiose, poiché crede fermamente che se succede qualcosa di negativo, sicuramente ne sarà protagonista. È pienamente coinvolto, è iper-vigile e anticipa gli eventi. Ciò genera una crescente ansia per il futuro, controllo, e con esso molta usura.

Dialogo vittimista: crede fermamente che la vita sia molto difficile e complicata. Si vede costantemente in un vicolo cieco, senza risorse per poter superare le situazioni che la vita gli presenta e ha una visione negativa della vita e delle proprie capacità. Sente una grande mancanza di protezione e di speranza. Il suo grado di nevroticismo non gli permette di ottenere il cambiamento desiderato.

Dialogo auto-esigente: la persona esige continuamente da se stessa, senza sosta. Questo porta alla stanchezza e al sacrificio. Non contempla gli errori. In caso di errori che appartengano ad altri, non smette di pensare che possano essere suoi. Tutto questo la porta a cadere in uno stress cronico, sfinita e priva di risorse e con la convinzione di dover fare sempre di più per raggiungere i suoi obiettivi.

Impara a trattarti bene. Consigli per migliorare e cambiare il nostro dialogo interno

Una volta identificato il tuo dialogo interno, puoi iniziare a migliorarlo. Modifica i pensieri che hanno connotazioni negative a favore di altri più costruttivi, incoraggianti e meno duri. Allena i tuoi pensieri a essere più gentili, empatici e assertivi con te stesso. Sii paziente, perché ci vorrà del tempo.

Exit mobile version