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Policitemia vera: leucociti fattore di rischio di trombosi

La cura con teriflunomide, farmaco approvato per la sclerosi multipla recidivante, ha ridotto il rischio di un evento clinico nella sindrome radiologicamente isolata

Policitemia vera: alti valori dei leucociti fattore di rischio di trombosi nei pazienti che hanno un ematocrito sotto controllo, ma una conta dei globuli bianchi elevata

Nei pazienti con policitemia vera che hanno un ematocrito sotto controllo, ma una conta dei globuli bianchi elevata, sono a rischio elevato di eventi trombotici e il monitoraggio del numero di leucociti consente di vigilare su tale rischio. Sono le conclusioni di un’analisi dei dati dello studio REVEAL (Real-world, prospective Observational Study of Patients with Polycythemia Vera in US Clinical Practices), presentati all’ultimo congresso dell’American Society of Hematology (ASH).

I risultati di questa analisi hanno mostrato che una conta di globuli bianchi >11 x 109/l per livelli di ematocrito superiori al 45% aumenta il rischio di eventi trombotici (HR 1,81; IC al 95% 0,993-3,301; P = 0,0526).

Inoltre, il rischio di episodi trombotici è maggiore anche per i pazienti che hanno una conta di globuli bianchi superiore a 12 x 109/l (HR 1,95; IC al 95% 1,066-3,554; P=0,0300). Per le altre covariate valutate l’andamento è risultato coerente con quelli precedentemente dimostrati.

I pazienti con policitemia vera sono ad alto rischio di trombosi. «Con questa analisi abbiamo specificatamente cercato di valutare l’associazione tra conte ematiche elevate e il verificarsi di eventi trombotici in pazienti con policitemia vera, utilizzando il database dello studio REVEAL» ha spiegato durante la presentazione dei risultati Aaron Gerds, del Cleveland Clinic Taussig Cancer Institute.

Lo studio REVEAL
REVEAL (NCT02252159) è uno studio multicentrico osservazionale, di tipo prospettico, che ha arruolato pazienti adulti con una diagnosi clinica di policitemia vera documentata e sotto controllo medico, provenienti da strutture ospedaliere o di ricerca da tutto il territorio degli Stati Uniti. I criteri di esclusione includevano un’aspettativa di vita inferiore a 6 mesi, un trapianto di cellule ematopoietiche allogeniche eseguito o programmato e una storia di splenectomia.

Dopo l’arruolamento nello studio, i pazienti dovevano essere in possesso di almeno tre valutazioni dell’emocromo. Inoltre, i pazienti che dopo l’arruolamento hanno avuto un episodio trombotico dovevano disporre di almeno un riscontro dell’emocromo entro 6 mesi da quello stesso evento.

I ricercatori hanno raccolto dati alla diagnosi, a 6 mesi e durante un follow-up di 3 anni dall’arruolamento dell’ultmo paziente in un periodo compreso tra luglio 2014 e agosto 2019.

Valutare l’associazione tra emocromo e trombosi 
L’obiettivo principale dello studio era determinare l’associazione tra emocromo e trombosi.

Nei pazienti con un ematocrito elevato e che hanno avuto un evento trombotico, i principali fattori di rischio sono stati individuati nell’età (HR 1,03; IC al 95% 1,010-1,046; P = 0,0026), il sesso maschile (HR 0,54; IC al 95% 0,362-0,799; P = 0,0021), una storia precedente di trombosi (HR 2,49; IC al 95% 1,667-3,717; P < 0,0001) e un ematocrito > 45% contro < 45% (HR 1,84; IC al 95% 1,234-2,749; P = 0,0028).

Associazioni analoghe e significative sono state osservate anche per valori elevati dei globuli bianchi e delle piastrine (>400 x 109/l).

Per quanto riguarda i leucociti, è stato osservato un rischio aumentato associato all’età (HR 1,02; IC al 95% 1,007-1,042; P = 0,0068), al sesso maschile (HR 0,58; IC al 95% 0,393-0,858, P = 0,0063), a una storia pregressa di trombosi (HR 2,42; IC al 95% 1,623-3,619; P < 0,0001) e all’ematocrito > 45% contro < 45% (HR 2,35; IC al 95% 1,598-3,465; P < 0,0001).

Lo stesso dicasi per una conta piastrinica elevata, con un rischio aumentato associato all’età (HR 1,03; IC al 95% 1,010-1,046; P=0,0022), sesso maschile (HR 0,62; IC al 95% 0,416-0,914; P = 0,0162), trombosi in anamnesi (HR 2,45; IC al 95% 1,640-3,654; P < 0,0001) e ematocrito > 45% contro < 45% (HR 1,60; IC al 95% 1,088-2,359; P = 0,0170).

Più frequenti gli eventi trombotici venosi
Eventi trombotici successivi all’arruolamento si sono verificati 104 pazienti (4,7%) su un totale di 2271 pazienti arruolati.

Gli episodi trombotici sono stati di natura arteriosa in 30 pazienti (il più frequente è stato l’attacco ischemico transitorio), mentre in 76 pazienti la trombosi ha coinvolto il tronco venoso, (oltre il 50% di questi era una trombosi venosa profonda).

I risultati dei singoli parametri di laboratorio sono stati valutati considerando come covariate al basale il sesso, l’età, la durata della malattia di base e l’anamnesi di trombosi al momento dell’arruolamento e il tipo di terapia della policitemia vera (idrossiurea o altri trattamenti) come covariata tempo-dipendenti.

L’ematocrito è stato considerato covariata binaria tempo-dipendente utilizzando i seguenti valori soglia: ematocrito maggiore del 45%, leucociti superiori a 11 x 109/l e piastrine superiori a 400 x 109/l.

I ricercatori hanno poi determinato i valori di laboratorio tra le diverse rilevazioni usando l’interpolazione lineare. Inoltre, hanno considerato soglie alternative per i leucociti (da <7 – ≥7 a <8,5;  da ≥8.5 a <11 e ≥11 × 109/l) e per le piastrine (>600 x 109/ l).

I valori dell’HR e di P sono stati calcolati utilizzando il modello dei rischi proporzionale di Cox e sono stati considerati statisticamente significativi i valori di P < 0,05. Tranne che per leucociti, piastrine e ematocrito, tutte le covariate sono state misurate al basale.

«Questa analisi dello studio REVEAL, che è la più grande coorte di pazienti con policitemia vera studiata prospetticamente nel mondo reale, ha dimostrato che esiste un’associazione tra un ematocrito elevato ed eventi trombotici, in particolare in presenza di una conta dei globuli bianchi superiore a 11 in tutti i pazienti», ha detto Gerds.

«Dovremmo andare oltre i modelli di rischio convenzionali e iniziare a includere ulteriori fattori – che si tratti dell’ematocrito, del carico allelico, persino della conta dei linfociti, forse – per creare modelli ideali in grado di prevedere la trombosi. Poiché nel complesso, in queste popolazioni di pazienti, la trombosi è associata a esiti peggiori, mettendo a punto modelli più efficienti si potrà intervenire nelle popolazioni a più alto rischio per migliorare complessivamente i loro outcome» ha concluso l’autore.

Bibliografia
A. Gerds, et al. A real-world evaluation of the association between elevated blood counts and thrombotic events in polycythemia vera (analysis of data from the REVEAL study). Blood (2021) 138 (Supplement 1): 239; https://doi.org/10.1182/blood-2021-148509

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