Benzina e carburanti alle stelle: la riduzione delle accise per 25 centesimi decisa dal Governo produrrà un calo dei prezzi alla pompa pari a 30,5 centesimi
Il taglio delle accise per 25 centesimi di euro è insoddisfacente per il Codacons, e non risolverà il problema del caro-carburanti. Lo afferma l’associazione che, dati alla mano, fornisce tutti i numeri sulla misura approvata ieri dal Governo.
La riduzione delle accise per 25 cent produrrà un calo dei prezzi alla pompa pari a 30,5 centesimi, considerata anche l’Iva che si applica sull’accisa – analizza il Codacons – Questo significa che, sulla base degli ultimi prezzi ufficiali comunicati dal Mite, per effetto del provvedimento del Governo la benzina costerà in media 1,879 euro al litro, il gasolio 1,849 euro.
Un risparmio rispetto ai prezzi attuali di benzina e gasolio pari a circa 15,2 euro a pieno.
Se però si analizza l’andamento dei listini dei carburanti nell’ultimo anno, si scopre che il bilancio è ancora fortemente in perdita per i consumatori: rispetto allo stesso periodo del 2021, infatti, la benzina costa oggi il 39,4% in più (2,184 euro al litro), il gasolio addirittura il 50% in più (2,154 euro/litro). Aumenti che producono un maggior esborso per le famiglie pari a +30,9 euro per un pieno di benzina, +35,9 euro per un pieno di diesel.
“I consumatori sono fortemente delusi dalle misure sulla benzina contenute nel decreto approvato ieri dal Governo – afferma il presidente Carlo Rienzi –. Le accise andavano infatti dimezzate, e c’erano ampi margini per una riduzione ulteriore della tassazione sui carburanti che riportasse i listini alla pompa a livelli accettabili. Insufficiente poi tagliare la accise solo per un mese, considerato che dallo scorso ottobre i prezzi alla pompa della benzina hanno superato quota 1,7 euro al litro salendo costantemente fino ad arrivare ai record odierni e impoverendo famiglie e imprese” conclude Rienzi.
LA CGIA: SI POTEVA FARE MEGLIO
Nonostante il Governo abbia deciso di tagliare di 25 centesimi il prezzo di benzina e gasolio sino alla fine di aprile, per l’Ufficio studi della CGIA era necessario fare di più. Come affermato nella conferenza stampa di ieri sera dal Premier Draghi, le coperture saranno recuperate con la tassazione degli extraprofitti realizzati in questi ultimi mesi dalle aziende produttrici di energia. Insomma, visto che la manovra nel suo complesso non graverà sulle casse dello Stato, bisognava avere più coraggio. Ricordiamo, altresì, che tra i “beneficiari” di questa straordinaria situazione c’è anche l’erario che, grazie all’aumento dei prezzi dei carburanti, dal gennaio 2021 fino ad
oggi può contare su un extragettito di oltre 1,5 miliardi di euro.
Come potenziare la misura presa ieri sera dal Governo ? Riducendo, ad esempio, del 50 per cento le accise su benzina e gasolio per autotrazione1 , portandone così il prezzo alla pompa rispettivamente a 1,74 e 1,78 euro al litro. Il costo per le casse pubbliche sarebbe stato sicuramente importante; almeno 1,5 miliardi di euro al mese, ma necessario per alleggerire con forza i costi che stanno mettendo in grossa difficoltà i bilanci di tantissime famiglie e altrettante imprese.
Con la riduzione di 25 centesimi del prezzo alla pompa, invece, la benzina è destinata a scendere da 2,18 a 1,93 euro al litro e il gasolio per autotrazione da 2,16 euro al litro a 1,91. L’operazione dovrebbe costare attorno agli 800 milioni di euro. Rispetto al taglio deciso dal Governo, la proposta dell’Ufficio studi della CGIA farebbe risparmiare agli automobilisti 19 centesimi in più al litro la benzina e 13 centesimi in più il gasolio.
Tenendo conto che solo poco più dell’8 per cento degli autocarri immatricolati in Italia ha una massa complessiva superiore alle 7,5 tonnellate, peso oltre il quale il proprietario beneficia di un parziale rimborso delle accise sul gasolio
2 , il rimanente 92 per cento dei mezzi non gode di alcun sconto
3 . Con la riduzione 25 centesimi del prezzo alla pompa, per i piccoli autotrasportatori il risparmio sarà importante, ma ancora del tutto insufficiente, visto che nell’ultimo anno il gasolio per autotrazione è aumentato del 51 per cento: se nel marzo del 2021 costava 1,43 euro al litro,
oggi è a 2,16 euro (+73 centesimi al litro).
Pensiamo agli agenti di commercio, ai bus operator, ai piccoli autotrasportatori che, a differenza di molti colleghi europei, dispongono di servizi inferiori e subiscono costi fissi superiori. Se in Olanda, in Germania e in buona parte della Spagna, ad esempio, le autostrade sono gratis, in Italia i pedaggi sono tra i più cari d’Europa. Senza contare che abbiamo un deficit logistico/infrastrutturale spaventoso che, secondo il Ministero delle Infrastrutture, costa al nostro sistema economico 40 miliardi di euro all’anno4 . E’ vero che nel decreto anti rincari approvato ieri sera oltre alla riduzione del prezzo dei carburanti sono previste anche delle misure specifiche per l’autotrasporto, queste ultime, però, interesseranno marginalmente i piccoli padroncini, in particolar modo i monoveicolari.
Con la riduzione delle accise del 50 per cento, invece, così come auspicato dalla CGIA, il prezzo alla pompa della benzina scenderebbe dagli attuali 2,18 euro al litro a 1,74 euro (-45 centesimi al litro). Per il gasolio da autotrazione, invece, il prezzo dagli attuali 2,16 euro al litro diminuirebbe a 1,78 euro (-38 centesimi al litro). Per applicare questa misura bisognerebbe comunque acquisire dall’UE una deroga, in quanto verrebbero applicate delle aliquote inferiori ai limiti fissati da Bruxelles.
1 Per applicare questa misura è necessario acquisire dall’UE una deroga, in quanto si applicherebbero delle aliquote inferiori ai limiti fissati da Bruxelles
2 Ogni 3 mesi i proprietari di mezzi pesanti con massa superiore alle 7,5 tonnellate (ed almeno di categoria EURO 5), recuperano, attraverso un credito di imposta, 214,18 euro ogni 1.000 litri. Pari alla differenza tra l’accisa che versano quando fanno rifornimento (617,40 euro ogni 1.000 litri) e quella prevista per il gasolio commerciale (403,22 euro ogni 1.000 litri).
3 Al 31 dicembre 2020, in Italia erano immatricolati 4.221.718 autocarri. Di questi, 3.870.822, pari al 91,7 per cento del totale, erano mezzi con una massa inferiore ai 7,5 tonnellate.
4 “Connettere l’Italia. Strategie per le infrastrutture di trasporto e logistica”, pag. 25, anno 2017
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