La proposta di legge di Giorgia Meloni sul presidenzialismo per l’elezione diretta del presidente della Repubblica approda alla Camera
Nell’Aula della Camera è approdata la proposta di legge costituzionale di cui è prima firmataria la leader di FdI, Giorgia Meloni, per l’elezione diretta del presidente della Repubblica. Il relatore Giuseppe Brescia (M5S), presidente della commissione Affari costituzionali, prima dell’avvio della discussione generale, ha fatto la sua illustrazione. L’inizio delle votazioni sugli emendamenti e sul testo della legge non è ancora stato calendarizzato.
“A pochi giorni dall’entrata in vigore dell’ultima riforma costituzionale approvata da questo Parlamento, quella sulla tutela dell’ambiente – sottolinea Brescia – quest’aula torna a discutere di aggiornamenti alla nostra Carta. Lo fa con una proposta di legge calendarizzata in quota opposizione, su volontà del gruppo di Fratelli d’Italia. Una proposta che cambia 13 articoli della nostra Costituzione per introdurre l’elezione diretta del Presidente della Repubblica e ridefinire il suo ruolo nell’ambito del Governo“.
Brescia avanza alcune considerazioni di metodo e lancia anche una stoccata alla leader di Fratelli d’Italia: “Questa mattina a Kiev il sole è sorto dopo una notte di bombe, navi russe hanno aperto il fuoco sul porto di Odessa e Mariupol continua a resistere. Qualcuno fuori da quest’aula potrebbe dire che alla Camera, all’ora di pranzo, si stanno baloccando sul presidenzialismo, mentre il prezzo della benzina sale e le bollette aumentano. Nei giorni scorsi, con queste stesse motivazioni, la stessa proponente del testo (Meloni, ndr) che stiamo discutendo ha criticato aspramente il dibattito in Commissione sulla nuova legge sulla cittadinanza. ‘Dalla Luna è tutto’, ha detto. E allora se qualsiasi tema al di fuori delle urgenze può apparire lunare, va detto che è solare che in Parlamento si debba discutere di tutto. Discutere e soprattutto votare”.
Giuseppe Brescia, in aula alla Camera, aggiunge: “In questa fase della legislatura, poi, il fattore tempo diventa sempre più decisivo e, anzi, spero che il tempo di questa discussione generale non sia vano, ma possa generare occasioni di cambiamento della Carta con interventi puntuali. Occasioni che pure in Commissione si erano manifestate, ma non sono state poi concretamente perseguite. Ogni gruppo avrà nel suo cassetto la propria proposta di legge costituzionale di bandiera. Il rischio è che a furia di sventolarla in solitudine si rimanga con la sola asta in mano. Per questo svolgerò il ruolo di relatore, come svolgo quello da presidente di Commissione, cercando di alimentare fiducia, dialogo e buona volontà tra i gruppi. Se c’è una cosa che la guerra in Ucraina ha rinsaldato – prosegue Brescia – è stata proprio il sentimento di unità nazionale. Unità festeggiata lo scorso 17 marzo nella giornata della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera. Ecco, facciamone tesoro e lavoriamo tutti per portare quell’Unità in quest’aula con l’obiettivo di raggiungere importanti risultati in termini di ammodernamento della nostra Carta”.