Due terzi dei pazienti con colite ulcerosa trattati con l’anticorpo monoclonale mirikizumab rispondono al trattamento dopo 12 settimane
Quasi due terzi dei pazienti con colite ulcerosa trattati con l’anticorpo monoclonale mirikizumab rispondono al trattamento dopo 12 settimane, secondo i risultati del trial di fase III LUCENT-1 presentati al congresso della European Crohn´s and Colitis Organisation (ECCO) 2022.
Mirikizumab è un anticorpo monoclonale IgG4 umanizzato che si lega alla subunità p19 dell’interleuchina 23 ed è in studio per il trattamento di malattie immuno-mediate, tra cui la colite ulcerosa e la malattia di Crohn.
«Chi soffre di colite ulcerosa ha un’infiammazione della mucosa del colon che causa sanguinamento rettale, frequente necessità di recarsi in bagno e un bisogno urgente di evacuare» ha affermato Geert D’Haens, autore principale dello studio e professore di gastroenterologia presso gli Amsterdam University Medical Centers. «Mirikizumab ha il potenziale per ridurre significativamente l’infiammazione, aiutare le persone a raggiungere la remissione e ridurre l’urgenza intestinale, un nuovo risultato incentrato sul paziente mai valutato prima in uno studio di fase III sulla colite ulcerosa».
Lo studio di fase III LUCENT-1
Si tratta di un trial di induzione multicentrico, randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo sull’efficacia di mirikizumab in 1.162 pazienti con colite ulcerosa attiva di grado da moderato a grave che hanno precedentemente fallito le terapie convenzionali e/o biologiche e/o con JAK inibitori.
Due terzi dei pazienti presentavano una grave infiammazione della mucosa intestinale, con un punteggio endoscopico di Mayo di 3, e nel 41,2% dei casi era precedentemente terapia con uno o più farmaci biologici o tofacitinib era fallita. I partecipanti avevano in media 42,5 anni, avevano vissuto con la patologia per una media di sette anni e il 59,8% erano maschi.
L’endpoint primario era la remissione clinica (quando l’infiammazione del colon è controllata o risolta, portando alla normalizzazione o quasi alla normalizzazione di sintomi come la frequenza delle feci e il sanguinamento) definita da un punteggio di frequenza dell’evacuazione (SF, stool frequency) di 0 o 1, con una diminuzione ≥1 punto rispetto al basale, un punteggio di sanguinamento rettale (RB, rectal bleeding) pari a 0 e un punteggio endoscopico (ES, endoscopy score) di 0 o 1, esclusa la friabilità, che è la propensione della mucosa del colon di danneggiarsi o sanguinare a causa del contatto con un endoscopio o uno strumento per biopsia.
La risposta clinica è stata misurata dalla riduzione ≥2 punti del punteggio Mayo modificato, dalla diminuzione ≥30% dal basale e dalla diminuzione ≥1 punto nel sottopunteggio RB rispetto al basale o da un punteggio RB di 0 o 1. Inoltre la remissione sintomatica è stata misurata da un punteggio SF = 0, o SF =1 con una diminuzione ≥1 punto dal basale e RB = 0. La scala di valutazione numerica dell’urgenza intestinale è una scala a 11 punti (0 – 10) che valuta la variazione della gravità dell’urgenza intestinale rispetto al basale.
Risposta clinica nei due terzi dei pazienti
Un paziente su quattro trattato con mirikizumab (24,2%) ha raggiunto l’endpoint primario di remissione clinica a 12 settimane, rispetto a uno su sette sottoposto a placebo (13,3%, p=0,00006), indicando un miglioramento del sollievo e della risoluzione dei sintomi o una quasi risoluzione dell’infiammazione. Quasi i due terzi dei pazienti che assumevano mirikizumab (63,5%) hanno ottenuto una risposta clinica, rispetto a meno della metà di quelli trattati con placebo (42,2%, p<0,00001).
Quasi la metà dei soggetti sottoposti all’anticorpo monoclonale (45,5%) ha raggiunto la remissione sintomatica dopo 12 settimane, rispetto a meno di un terzo del gruppo placebo (27,9%, p<0,001). Già dopo quattro settimane il 21,8% dei soggetti nel gruppo attivo ha manifestato un rapido miglioramento dei sintomi, rispetto al 12,9% del gruppo placebo (p<0,001).
Dopo 2 settimane e per tutta la durata dello studio i partecipanti trattati con mirikizumab hanno mostrato una riduzione statisticamente significativa della gravità dell’urgenza intestinale (2,59 punti) rispetto a una riduzione media di 1,63 punti con il placebo (p<0,00001).
Il profilo di sicurezza generale di mirikizumab era simile a quello mostrato in precedenti studi sulla colite ulcerosa e coerente con quello di altri anticorpi anti-IL-23p19 in altre aree terapeutiche. I pazienti trattati con mirikizumab hanno riportato una minore frequenza di eventi avversi gravi (2,8% vs 5,3% con il placebo) e avevano meno probabilità di interrompere lo studio a causa di effetti collaterali (1,6% va 7,2% con il placebo).
Eli Lilly prevede di presentare alla Fda una Biologics License Application (BLA) per l’approvazione di mirikizumab nella colite ulcerosa nella prima metà del 2022.
Il programma clinico LUCENT
Il programma di sviluppo clinico LUCENT di fase III per mirikizumab è iniziato nel 2018 e comprende i trial LUCENT-1, 2 e 3. LUCENT-2 è uno studio di mantenimento multicentrico, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo in pazienti che hanno completato lo studio di induzione LUCENT-1 di 12 settimane. I partecipanti a LUCENT-2 sono stati nuovamente randomizzati per ricevere mirikizumab per via endovenosa o sottocutanea o placebo per ulteriori 40 settimane.
LUCENT-3 è uno studio di estensione in aperto per i soggetti idonei che hanno partecipato alle sperimentazioni cliniche con mirikizumab.