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Vitamina D e acidi grassi omega-3 alleati contro malattie autoimmuni

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La supplementazione di vitamina D e degli acidi grassi omega-3 a catena lunga può ridurre l’incidenza delle malattie autoimmuni

Sia la supplementazione di vitamina D che, (in misura minore) degli acidi grassi omega-3 a catena lunga sembra avere effetti importanti nella modulazione del sistema immunitario, riducendo l’incidenza di malattie autoimmuni (artrite reumatoide, polimialgia reumatica, psoriasi).

Queste le conclusioni di un’analisi pre-specificata dello studio VITAL che ha valutato gli effetti della vitamina D3, da sola o in combinazione con gli acidi grassi omega-3 a catena lunga sull’incidenza di malattie autoimmuni tra i diversi gruppi randomizzati agli interventi di supplementazione assegnati.

La nuova analisi è stata recentemente pubblicata sulla rivista BMJ.

I presupposti dello studio
Le malattie autoimmuni, caratterizzate da una risposta infiammatoria autoimmunitaria tissutale, rappresentano la terza causa principale di morbilità nel mondo industrializzato e una causa principale di mortalità nel sesso femminile.

La vitamina D e gli acidi grassi omega-3 a catena lunga di derivazione marina rappresentano due supplementi nutrizionali studiati da tempo come possibili aiuti utilizzabili nelle patologie summenzionate.

In vitro, la forma attiva solubile lipidica della vitamina D [1,25-idrossivitamina D] regola i geni coinvolti nell’infiammazione e nelle risposte immunitarie acquisite e innate.
Gli studi osservazionali sui benefici della supplementazione in questo contesto hanno dato però risultati confliggenti.

Fino ad ora l’efficacia della supplementazione vitaminica D nel prevenire l’insorgenza di malattie autoimmuni non è mai stata accertata e non è mai stata oggetto di trial clinici.
Quanto agli acidi grassi omega-3 a catena lunga, alcuni trial clinici randomizzati ne hanno mostrato un beneficio (in termini di outcome) nei pazienti affetti da artrite reumatoide, lupus e psoriasi.

Anche in questo caso, però, mancavano fino ad oggi studi controllati finalizzati a valutare il beneficio derivante dall’assunzione di questi nutrienti sul rischio di insorgenza di malattie autoimmuni.

Lo studio VITAL: obiettivi e disegno dell’analisi pre-specificata sulle malattie autoimmuni
Lo studio VITAL (vitamin D and omega 3 trial) è un trial randomizzato, in doppio cieco, controllato vs. placebo, che aveva reclutato negli Usa 25.871 individui di ambo i sessi, al fine di verificare se l’assunzione giornaliera di una supplementazione di vitamina D3 (2.000 UI) o di acidi grassi omega 3 (sotto forma di olio di pesce) fosse in grado di ridurre il rischio di insorgenza di neoplasie, cardiopatie e ictus in soggetti naive per storia pregressa delle condizioni sopra citate.

I partecipanti allo studio erano stati randomizzati ad un intervento di supplementazione con
– vitamina D e placebo
– vitamina D in associazione con acidi grassi omega 3
– acidi grassi omega-3 e placebo
– placebo da solo

Primo del lancio del trial, i ricercatori si erano proposti anche l’obiettivo di analizzare i tassi di incidenza di malattia autoimmuni tra i partecipanti alla sperimentazione clinica, come parte di uno studio ancillare.

L’analisi appena pubblicata riporta i risultati relativi agli effetti di un intervento di supplementazione con vitamina D e/o acidi grassi omega-3 a catena lunga sull’incidenza di malattie autoimmuni (artrite reumatoide, polimialgia reumatica, tiroidite autoimmune, psoriasi) nell’ambito del trial clinico randomizzato e controllato VITAL (nel corso di un follow-up durato circa 5 anni).

A questo scopo, i partecipanti hanno risposto a questionari somministrati dai ricercatori contenenti domande specifiche relative alle nuove diagnosi di malattia – artrite reumatoide, polimialgia reumatica, tiroidite autoimmune, psoriasi, malattia infiammatoria intestinale.

Per confermare l’esattezza delle diagnosi riportate dai partecipanti allo studio, queste sono state confermate dai medici inclusi nella sperimentazione, dopo screening delle schede cliniche dei pazienti.

Risultati principali
Dei 25.871 partecipanti allo studio, 18.046 erano di etnia non Ispanica, 5.106 di etnia Afro-Americana e 2.152 di altri gruppi etnici, per un’età media pari a 67,1 anni.
Considerando il braccio di trattamento con vitamina D, 123 partecipanti nel gruppo supplementato e 155 del gruppo placebo hanno avuto diagnosi confermata di malattia autoimmune (HR= 0,78; IC95%=0,61-0,99, p=0,05). Dunque, la riduzione di incidenza di queste patologie in questo braccio di trattamento è stata del 22%.

Considerando invece il braccio di trattamento con acidi grassi omega-3, 130 partecipanti nel gruppo supplementato e 148 nel gruppo placebo hanno ricevuto conferma di diagnosi di malattia autoimmune (HR= 0,85; IC95%= 0,67-1,08; p=0,19). Dunque, in questo caso, la riduzione di incidenza di queste patologie in questo braccio di trattamento è stata inferiore, attestandosi intorno al 15% (riduzione statisticamente non significativa), anche se i ricercatori hanno documentato, al contempo, un incremento dell’effetto a seguito di una durata maggiore della supplementazione.

Pregi, limiti e implicazioni future dello studio
Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno ammesso tra i punti di forza del trial la numerosità e l’eterogeneità del campione di popolazione generale considerato, tassi elevati di aderenza agli interventi prescritti, l’impiego di biomarcatori validati di misurazione dell’aderenza al regime di supplementazione impiegato e di endpoint rigorosamente definiti di malattia autoimmune.

Tra i limiti metodologici intrinseci ammessi dai ricercatori vi sono invece l’età avanzata del campione considerato, per cui i risultati potrebbero non essere generalizzabili alle malattie autoimmuni che solitamente esordiscono in età meno avanzata, la scelta di considerare un solo dosaggio e una sola formulazione di ciascuna delle supplementazioni impiegate, nonché il numero relativamente ridotto di partecipanti con una diagnosi confermata di ciascuna delle singole patologie considerate.

Ciò premesso, lo studio ha confermato il beneficio di un intervento di supplementazione giornaliera con vitamina D 2.000 UI o con una combinazione di vitamina D e acidi grassi omega-3 per 5 anni, in termini di riduzione dell’incidenza di malattie autoimmuni.

Gli effetti più pronunciati sono risultati rilevabili dopo due anni di supplementazione.

“L’importanza clinica di queste osservazioni – concludono i ricercatori – è elevata in quanto questi interventi di supplementazione sono ben tollerati e non tossici, e il beneficio aumenta con l’incremento del tempo di esposizione a questi interventi. E’ per questo motivo che stiamo continuando a seguire i partecipanti al trial in uno studio di estensione, della durata prevista pari a 2 anni, al fine di verificare la persistenza dell’effetto di riduzione dell’incidenza di malattie autoimmuni”.

“E’ auspicabile – aggiungono – che vengano implementati anche studi  ulteriori che confermino l’efficacia di questo intervento nelle popolazioni più giovani e in quelle a maggior rischio di malattia autoimmune”.

Bibliografia
Hann J et sl. Vitamin D and marine omega 3 fatty acid supplementation and incident autoimmune disease: VITAL randomized controlled trial. BMJ 2022;376:e066452
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