Esce “Giovane Cagliostro“, il primo EP di Vinnie Marakas sotto l’egida Dischi Sotterranei, per la produzione di Richard Floyd
Esce “Giovane Cagliostro“, il primo EP di Vinnie Marakas sotto l’egida Dischi Sotterranei, per la produzione di Richard Floyd.
Un genere poliedrico, ibrido, che potremmo chiamare ‘ITALIAN TOUCH” in cui più urgenze espressive chiedono il proprio spazio vitale, o almeno il proprio lessico per essere ascoltate. Vuoi la gravità, vuoi il tempo: ogni cosa cade e decade. E non è né un bene né un male, ma semplicemente un fatto, che può essere banale, spaventoso, emozionante, o spettacolare:, proprio come i sogni. “Giovane Cagliostro”, oltre che un omaggio al celebre alchimista imbroglione di cui porta il nome, è soprattutto un inno scapigliato e allucinato alla decadenza, in cui tra citazioni, reiterazioni e calembour viene sviluppata un’eccentrica dialettica tra il “vero” e il “possibile verosimile”, che richiama in chiave retrofuturistica e pop-apocalittica, il “Dualismo” di Arrigo Boito e le “Penombre” di Emilio Praga.
SCOPRI IL DISCO SU SPOTIFY: https://spoti.fi/36E96yy
Il disco circolarmente si apre e si chiude con una caduta: dal mantra “ed io cado” della meditazione prog-rave “Aleppe”, all’incontrovertibile ermetismo polivoco di “cadono anche i fichi” che chiude l’ultima traccia “Fantasia Obscura” (unico brano con featuring, con la strofa di Padre Bio che ha curato anche la grafica dell’artwork). Ma ogni caduta, a ben guardare (o forse a guardare dalla prospettiva degli astri), non è che lo specchio di un’ascensione, un volo tragicomico e prodigioso che unisce ciò che sta in alto a ciò che sta in basso, in un avvicendarsi ciclico che ricorda il susseguirsi di tramonti e albe, della distruzione e della creazione: “e cade, e cade, ma sempre risale”, come viene suggerito nella synth-ballad impressionista “Enrosadira”.
Come il rigenerarsi della fenice, così fluisce il fiume eracliteo che danzando lungo le sponde di una chimerica “Torino Tropical” porta a un mare visibile solo con l’immaginazione, così come lo sono l’illusorio fascino del “Disagio Mediterranée” e la magia dadaista di “Rrose Sélavy”, i due singoli estratti dall’EP, già pubblicati nei mesi scorsi e accompagnati dai suggestivi videoclip neosurrealisti diretti da Tommaso Ferrara. Un’opera simbolista, non solo musicale, che celebra il tramonto degli idoli e della cultura Occidentale come un after party crepuscolare e scanzonato.