Tumore della vescica aggressivo non trattabile con cisplatino: arrivano risultati incoraggianti con enfortumab vedotin neoadiuvante
Nei pazienti con carcinoma della vescica di tipo muscolo-infiltrante che non sono idonei al cisplatino, il trattamento con enfortumab vedotin prima dell’intervento chirurgico ha mostrato risultati incoraggiati. Lo dimostrano i dati provenienti dalla coorte H dello studio clinico di fase 1b/2 EV-103 (NCT03288545) presentati durante il recente Genitourinary Cancers Symposium dell’American Society Clinical Oncology (ASCO).
In particolare, i risultati preliminari su 22 pazienti mostrano che il trattamento con enfortumab vedotin ha un’attività antitumorale incoraggiante, con un tasso di risposta patologica completa (pCR) del 36,4% e un tasso di downstaging patologico (pDS) del 50,0% in pazienti con carcinoma della vescica muscolo-invasivo che non sono idonei al trattamento con cisplatino.
Secondo Daniel Petrylak, dello Yale Cancer Center, l’autore che ha presentato i risultati della ricerca al Genitourinary Cancers Symposium, questi primi dati rappresentano un supporto ai programmi di sviluppo di fase 2 e 3 che sono attualmente in corso, nei quali enfortumab vedotin viene valutato in monoterapia o in combinazione con pembrolizumab nei pazienti con carcinoma vescicale aggressivo.
Enfortumab vedotin
Enfortumab vedotin è un coniugato anticorpo-farmaco composto da un anticorpo monoclonale anti–nectina-4 (altamente espressa sulle cellule del carcinoma vescicale) coniugato con un inibitore della polimerizzazione dei microtubuli, la citotossina monometil auristatina E (MMAE), che, dopo l’internalizzazione del coniugato, esercita la sua attività citotossica sulle cellule tumorali.
Lo studio EV-103
Lo studio EV-103 ha coinvolto pazienti con diagnosi di cancro alla vescica muscolo-invasivo non idonei alla chemioterapia a base di cisplatino. I motivi più comuni di non idoneità al trattamento con cisplatino includevano una clearance della creatina compresa tra 60 e 30 ml/min, seguita da una perdita dell’udito di grado 2 o superiore.
I partecipanti dovevano avere una diagnosi clinica T2-T4N0M0 in assenza di tumore del tratto superiore o dell’uretra. Inoltre, era richiesta un’istologia di carcinoma uroteliale superiore al 50%. I pazienti dovevano anche essere idonei dal punto di vista medico alla cistectomia radicale con dissezione dei linfonodi pelvici e aver subito una resezione transuretrale del tumore alla vescica entro 90 giorni dal giorno 1 del primo ciclo di terapia.
La popolazione in studio aveva un’età mediana di 74,5 anni, era composta da soggetti bianchi, con una maggioranza di maschi (90,9%), fumatori o ex fumatori (95,5%). La maggior parte dei pazienti aveva un ECOG performance status di 0, 1 e 2 (59,1%, 36,4% e 4,5% rispettivamente).
L’endpoint primario dello studio era la pCR analizzata in un laboratorio centralizzato, mentre gli endpoint secondari includevano la pDS secondo la revisione centralizzata, la sopravvivenza libera da eventi (EFS), la sopravvivenza libera da malattia (DFS), la sopravvivenza globale (OS), la sicurezza, gli outcome riportati dai pazienti e i biomarcatori.
I pazienti hanno ricevuto tre cicli di enfortumab vedotin alla dose di 1,25 mg/kg in monoterapia prima dell’intervento chirurgico, nei giorni 1 e 8 di ogni ciclo di 21 giorni, per la durata di tre cicli. Entro 4 settimane dal trattamento, i pazienti sono stati sottoposti a cistectomia radicale più dissezione linfonodale pelvica, seguita da imaging ogni 12 settimane per i primi 2 anni e successivamente ogni 24 settimane.
La quasi totalità dei pazienti (86%) ha completato tutti e tre i cicli di terapia.
Profilo di sicurezza coerente con i dati noti
Eventi avversi emergenti dal trattamento di qualsiasi grado correlati a enfortumab vedotin sono stati osservati in tutti i pazienti. Gli eventi avversi comuni sono risultati affaticamento (45,5%), alopecia (36,4%), disgeusia (36,4%), diarrea (27,3%), nausea (27,3%), neuropatia sensoriale periferica (27,3%), secchezza oculare (22,7%) e rash maculopapulare (22,7%).
In quattro pazienti sono stati osservati eventi emergenti dal trattamento di grado ≥3 mentre non sono stati riportati eventi di grado 5 o decessi correlati al farmaco in studio. Gli eventi di grado 3 relativi a enfortumab vedotin sono stati astenia, disidratazione, eritema multiforme e iperglicemia.
Tre eventi correlati a enfortumab vedotin hanno richiesto la sospensione della dose, due la riduzione di dosaggio e tre eventi l’interruzione del trattamento.
La maggior parte degli eventi avversi di particolare interesse sono stati di grado 1 e 2. Globalmente quelli di qualsiasi grado sono stati neuropatia periferica (36,4%), reazioni cutanee (63,6%), iperglicemia (22,7%), disturbi oculari (40,9%) e reazioni legate all’infusione (9,1%), mentre gli eventi avversi di particolare interesse di grado 3 o superiore sono stati reazioni cutanee (9,1%) e iperglicemia (13,6%).
«Il profilo di sicurezza della terapia neoadiuvante con enfortumab vedotin osservato in pazienti con tumore vescicale muscolo-invasivo non idonei al cisplatino è coerente con il profilo di sicurezza noto di enfortumab vedotin in altri setting», ha concluso lo sperimentatore.
Fonte
D.P. Petrylak, et al. Study EV-103 cohort H: antitumor activity of neoadjuvant treatment with enfortumab vedotin monotherapy in patients (pts) with muscle invasive bladder cancer (MIBC) who are cisplatin-ineligible. J Clin Oncol. 2022;40(suppl 6):435. doi: 10.1200/JCO.2022.40.6_suppl.435. Link