Presentato il manuale tecnico-operativo per la valutazione e gestione dello stress lavoro correlato durante la pandemia con i risultati dell’indagine su oltre 300 lavoratori
I rischi “poco visibili” emersi con lo smart working. La rapida e massiva introduzione dello smart working ha cambiato l’organizzazione del lavoro, i ritmi personali e gli ambienti lavorativi e ha fatto emergere nuovi rischi “poco visibili” oggetto dell’indagine. Pari importanza è stata data ai rischi del lavoro in presenza, essenziali in alcuni settori, in un contesto in cui la probabilità di contrarre il Covid era molto elevata.
Attivato un Centralino competente a supporto degli operatori. Sono stati particolarmente apprezzati dai lavoratori lo strumento di rilevazione, denominato “termometro emozionale”, finalizzato a misurare i livelli di stress e l’avvio di un Centralino competente con il compito di supportare gli operatori sulle tematiche che lo stesso progetto ha fatto emergere, cercando di suggerire, con la collaborazione di una psicologa psicoterapeuta, strategie di risoluzione adeguate. Per la Direzione regionale Veneto, hanno collaborato al progetto Alessia Comacchio, dirigente medico referente della Prevenzione, Luciana Comin, responsabile del processo Formazione ed Elena Pisoni, responsabile del processo Prevenzione.