Il processo di Patrick Zaki aggiornato al 21 giugno: tanti i messaggi di solidarietà nel giorno dell’udienza nella sua città natale, Mansoura
È stato aggiornato al 21 giugno, il processo a carico dello studente egiziano Patrick Zaki: lo ha riferito all’agenzia Dire (www.dire.it) Riccardo Noury, portavoce dell’ong Amnesty International Italia. L’attivista, 31 anni da compiere, arrestato il 7 febbraio 2020 al ritorno in Egitto per una vacanza con la famiglia e rilasciato lo scorso dicembre dopo 22 mesi di detenzione, rischia fino a cinque anni di carcere in quanto accusato di aver “diffuso notizie false in patria e all’estero con l’obiettivo di destabilizzare il Paese“.
“Il processo è stato aggiornato al 21 giugno. Grazie per essere sempre dalla mia parte”, ha scritto su Twitter Zaki, dopo l’udienza, aggiungendo accanto al testo due cuori, uno rosso e uno blu, i colori della squadra di calcio del Bologna della quale lo studente è un grande tifoso. Nei giorni scorsi il giovane aveva espresso la propria vicinanza al coach Sinisa Mihajlovic, ricoverato all’Ospedale Sant’Orsola per un nuovo ciclo di cure contro la leucemia, male con il quale aveva già combattuto in passato.
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NOURY (AMNESTY): “FARNESINA FACCIA IL POSSIBILE PER ZAKI”
Il governo italiano continui a seguire la vicenda di Patrick Zaki e faccia il possibile “per chiuderla al più presto” con il suo ritorno in libertà, ha dichiarato all’agenzia Dire Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International, dopo l’aggiornamento al 21 giugno del processo a suo carico. Secondo il rappresentante dell’ong, quella di oggi “è come la cronaca di un rinvio annunciato, perché tutti lo sapevano e lo immaginavano prima dell’udienza“.
Noury sottolinea: “E’ un rinvio molto lungo, anche oltre il compleanno di Patrick, e questo non va bene, perché Patrick è trattenuto dalle maglie del sistema giudiziario egiziano che prima lo ha bloccato per 22 mesi in detenzione preventiva e ora lo sta bloccando da altri mesi in un processo”.
Infine l’appello, con un riferimento al conflitto in Ucraina, al centro delle preoccupazioni internazionali. “Vorremmo essere rassicurati sul fatto che nonostante l’attenzione doverosamente sia concentrata altrove – sottolinea Noury – in qualche stanza della Farnesina si stia continuando a seguire questa vicenda e si stia facendo il possibile per farla chiudere al più presto“.
Trentuno anni, studente di un master dell’Università di Bologna, Zaki è stato arrestato al Cairo di rientro dall’Italia nel febbraio 2020. Il suo ritorno a casa, a Mansoura, dove oggi si è tenuta l’udienza, è stato possibile solo nel dicembre scorso.
I MESSAGGI DI SOSTEGNO A PATRICK ZAKI NEL GIORNO DELL’UDIENZA
“Buongiorno, dall’ultima notte sto affrontando un enorme attacco informatico sui miei account di posta elettronica e social media. Che buon inizio!!”, ha scritto sul suo profilo Twitter Zaki, prima dell’udienza di questa mattina a Mansoura.
Messaggi di sostegno all’attivista, collaboratore della ong Egyptian Initiative for Personal Rights (Eipr), sono stati pubblicati sulle pagine social dello studente da questa mattina. L’ong Amnesty International ha ribadito in Italia il proprio sostegno allo studente scrivendo su Twitter: “Non smetteremo di essere al suo fianco fino a quando non tornerà definitivamente libero”. Anche la piattaforma bolognese #FreePatrickZaki ha espresso ieri sui social l’augurio che l’udienza di oggi “possa essere la fine dell’incubo” cominciato oltre due anni fa.
“Gli siamo vicini, lui sa che lo aspettiamo, anche per andare insieme allo stadio a vedere il Bologna. E con lui saremo in tanti con la sciarpa rossoblu”, ha detto, Matteo Lepore, sindaco di Bologna, al programma di Rai Radio1 prima dell’udienza.
Come aspetta la città il verdetto sullo studente egiziano? “Abbiamo il suo volto in formato gigantografia appeso alle Due torri e sono sicuro che Patrick stasera sarebbe stato con noi in piazza, Bologna è una delle prime città scese in piazza per la pace”, ha detto il primo cittadino riferendosi all’evento di stasera ‘Tocca a noi- Musica per la pace‘, in favore dei profughi ucraini.
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A sperare che il tribunale di Mansoura decidesse di restituire la libertà al giovane anche Gianluca Costantini, autore di una vignetta che ritrae Zaki con uno zainetto in spalla e su la scritta “Patrick”. Il giovane ha lo sguardo che sa di speranza, e si chiede “Torno?” . La vignetta, è stata condivisa dal disegnatore e poi da Patrick Zaki sulla propria pagina Facebook, prima dell’udienza di stamani.