Violenza contro gli operatori sanitari: dati e analisi di questo fenomeno, sottostimato e diffuso non solo in ambito assistenziale, in uno studio Inail
Anche dai dati Inail emerge la sottostima del fenomeno. Come rileva la pubblicazione, anche i dati sulle violenze e minacce subite dal personale sanitario, diffusi dall’Inail in occasione della Giornata, confortano l’ipotesi di una sottostima di questo fenomeno. Dal 2016 al 2020 sono stati più di 12mila i casi di infortunio in occasione di lavoro accertati positivamente dall’Istituto e codificati come violenze, aggressioni, minacce e similari, con una media di 2.500 casi l’anno. A essere più colpiti sono i “tecnici della salute”, infermieri ed educatori professionali normalmente impegnati in servizi educativi e riabilitativi. Nel computo, con il 5% dei casi di aggressione in sanità, anche la categoria dei “medici”, che non comprende i sanitari generici di base e i liberi professionisti in quanto non inclusi nell’obbligo assicurativo Inail.
Violenze anche in ambito medico-legale. Dopo aver riepilogato la normativa vigente in tema, il report della Sovrintendenza si sofferma specificamente sugli episodi di violenza nelle strutture sanitarie di tipo medico-legale, segnalandone difficoltà di inquadramento e di positivo accertamento. In ambito Inail, ad esempio, accanto agli episodi di violenza in ambito clinico-assistenziale, sono da registrarsi anche quelli occorsi durante le attività medico-legali, vale a dire nel corso di accertamenti finalizzati all’erogazione di prestazioni in favore di soggetti infortunati o tecnopatici.
Aggressioni fisiche e verbali durante le visite. Questi, osservano i professionisti dell’Istituto, risultano persino più insidiosi, poiché correlati ad una sorta di “pretesa acquisitiva” da parte dell’assicurato/tecnopatico, per il proprio convincimento di “meritare” una determinata prestazione. “In questa dimensione – si legge nello studio – può accadere che gli operatori sanitari Inail non siano visti come alleati, ma come antagonisti, quando il giudizio medico-legale non aderisce alle aspettative dell’utente. Si possono verificare anche in questo ambito, episodi di aggressione verbale e fisica agli operatori sanitari, con il ricorso a minacce, anche reiterate nel corso degli incontri che possono avvenire con lo stesso professionista, sia durante la definizione del caso, sia in occasione di visite di revisione o di visite collegiali”.
Nel 2020 un questionario sottoposto agli operatori sanitari dell’Istituto. Da qui l’interesse dell’Istituto per la materia, immediatamente tangibile sia sotto il profilo etico e sociale che economico, per la riduzione degli infortuni e delle malattie di origine professionale e dei relativi costi in termini di indennizzo. Nel 2020 è stato somministrato, a cura della Sovrintendenza e della Direzione centrale risorse umane, un questionario online agli operatori sanitari e socio-sanitari operanti nelle unità territoriali locali dell’Inail e nei centri di riabilitazione e protesi.
I risultati dell’indagine. Al questionario hanno risposto 1.144 operatori della sanità, di cui il 45% era costituito dai medici e il 44% dagli infermieri. Il 40% degli interpellati ha dichiarato di aver subito un’aggressione, con 459 episodi di violenza dichiarati, e il 27% di averne subita più di una. La molestia è stata la tipologia di aggressione maggiormente segnalata (42%), seguita dalla minaccia (35%) e dalle aggressioni verbali (10%). Quanto al luogo di accadimento, il 91% delle aggressioni è avvenuto negli ambulatori e/o nei centri medico-legali. Nel 61% dei casi sono state fatte da parte di assistiti, mentre nel 21% dei casi da parte di familiari. Gli aggressori erano nell’85% dei casi maschi. Nel questionario erano sollecitate anche le reazioni corrispondenti: il 33% dei partecipanti ha risposto di avercela fatta da solo, mentre il 27% ha riferito di aver richiesto aiuto o di essere stato aiutato da un’altra persona. La denuncia di infortunio all’Inail è stata comunicata dal 12% degli operatori, il 4% lo ha fatto alle Forze dell’ordine.
- Prevenzione della violenza contro gli operatori sanitari, il 12 marzo la Giornata nazionaleIn occasione della prima edizione che viene celebrata a partire da quest’anno, l’Istituto analizza gli infortuni lavorativi derivanti da aggressioni e minacce. Con una media di 2.500 casi l’anno registrati nel comparto della Sanità e assistenza sociale, la maggior parte di essi avviene in case di cura e ospedali, a essere più colpite sono le operatrici sanitarie