Approvato e pubblicato il PiTESAI, il piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee (PiTESAI) del Ministero
In base all’art. 11-ter, comma 1, della L. n. 12/19 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 dicembre 2018, n. 135, recante disposizioni urgenti in materia di sostegno e semplificazione per le imprese e per la pubblica amministrazione”, con Decreto del Ministro della Transizione Ecologica n. 548 del 28 Dicembre 2021, è stato approvato il Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee (PiTESAI), “al fine di individuare un quadro definito di riferimento delle aree ove è consentito lo svolgimento delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi sul territorio nazionale, volto a valorizzare la sostenibilità ambientale, sociale ed economica delle stesse”. Il DM è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale in data 11 febbraio 2022 nonché sul sito del MiTE.
Immagine: Mappa Aree idonee/non idonee per le attività di prospezione e di ricerca
Principali contenuti del PiTESAI
Il Piano è finalizzato a individuare un quadro di riferimento delle aree, a terra e a mare, ove è consentito lo svolgimento delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi, stabilendo quindi le “aree potenzialmente idonee” per l’avvio di nuove ed eventuali attività future e definendo altresì le aree “compatibili” con le attività già esistenti, secondo valutazioni di sostenibilità ambientale, sociale ed economica delle stesse.
Nella formulazione del PiTESAI, la parte principale dell’attività è stata rivolta all’individuazione dei criteri ambientali, sociali ed economici, in base ai quali stabilire se una determinata area sia potenzialmente o meno “idonea” all’effettuazione delle attività di ricerca e di successiva coltivazione di giacimenti di idrocarburi e/o “compatibile” alla prosecuzione delle attività minerarie già in essere. L’applicazione dei criteri ambientali, sociali ed economici avrà pertanto ad oggetto da un lato le nuove istanze per lo svolgimento potenziale delle attività upstream e dall’altro la prosecuzione dei procedimenti amministrativi e delle attività minerarie già avviate.
Si evidenzia che i criteri ambientali sono stati definiti sulla base delle caratteristiche territoriali e ambientali delle aree di studio individuate in base alla presenza di vincoli normativi, regimi di protezione e di tutela a vario titolo e di particolari sensibilità/vulnerabilità alle attività oggetto del PiTESAI.
I criteri sociali ed economici sono stati invece individuati considerando:
– da un lato l’obiettivo del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima di prevedere ancora l’utilizzo del gas nel medio periodo per la transizione energetica verso la decarbonizzazione al 2050, tenendo altresì presente i contenuti della Comunicazione della Commissione n. C(2021) 1054 del 12/02/2021;
– dall’altro l’indirizzo generale che si pone il PiTESAI di valorizzare le concessioni in stato di produttività, rispetto a quelle che, invece, versano in situazioni di cronica improduttività, agendo tempestivamente sulle concessioni che non hanno mai prodotto per un periodo ampio e sulle concessioni diventate improduttive di fatto (per un periodo maggiore di 5- 7 anni);
– l’applicabilità della metodologia di analisi Costi-Benefici quale strumento di supporto alle decisioni, al fine di individuare caso per caso, sulla base di dati aggiornati forniti dal concessionario e delle migliori stime disponibili del valore della produzione, le concessioni vigenti in terraferma che, a scadenza del titolo minerario, risulta di interesse pubblico prorogare in virtù del loro impatto complessivo sostenibile in termini ambientali e socio-economici sul territorio, oppure per le quali dichiarare conclusa l’attività estrattiva e procedere con la dismissione degli impianti ed il ripristino ambientale dei luoghi.
Per la definizione delle “aree potenzialmente idonee”, ossia di quelle aree attualmente non interessate da attività upstream, ma da considerare potenzialmente destinabili a nuove attività, sono stati valutati come prevalenti i criteri ambientali; sono stati quindi considerati e descritti in dettaglio i vincoli ambientali assoluti, quali vincoli normativi che già prevedono restrizioni di vario tipo per le attività upstream, nonché i vincoli aggiuntivi di esclusione, quali vincoli di salvaguardia, tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale, culturale, territoriale ed economico, che precludono di fatto le specifiche attività operative di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi nelle aree interessate ed infine i vincoli di attenzione/approfondimento da considerare nelle successive fasi valutative sito-specifiche, quali elementi che non determinano a priori la non idoneità dell’area, ma che per le loro caratteristiche ambientali dovranno essere adeguatamente considerati nelle successive fasi valutative sito-specifiche (tra cui le VINCA e le VIA del progetto nel sito specifico) che si renderanno necessarie prima di approvare l’effettuazione delle specifiche attività di prospezione, ricerca e coltivazione degli idrocarburi. Tali vincoli individuati per l’elaborazione del PiTESAI saranno considerati, ove applicabile, dinamici e adattativi (a tal fine, il MiTE aggiornerà tali categorie sulla base delle comunicazioni di aggiornamento che le Regioni/Enti/Ministeri saranno tenuti ad effettuare all’ufficio competente della DGISSEG). Il Piano sarà soggetto, inoltre, ad una frequenza di revisione quinquennale.
Per la definizione delle aree ove consentire invece la prosecuzione dei procedimenti e/o delle attività di ricerca e di coltivazione già in essere, è stata effettuata un’analisi più complessa, integrata dei criteri ambientali e socio-economici, volta a determinare la compatibilità delle attività in parola con il contesto di riferimento. Sono stati quindi indicati e descritti i vari criteri socio-economici considerati ed in particolare, il potenziale minerario, la produttività delle attività minerarie già in essere (e di converso la improduttività continuativa), la metodologia di analisi Costi-Benefici (CBA), quale strumento di supporto alle decisioni, al fine di individuare le concessioni vigenti in terraferma che a scadenza del titolo minerario converrebbe prorogare, oppure portare a scadenza con successiva dismissione degli impianti e di ripristino dei luoghi; detta analisi potrà essere effettuata dal MITE anche con il supporto di soggetti terzi qualificati, che abbiano le necessarie competenze.
In sintesi, il PiTESAI determina:
1) in primo luogo, la chiusura alle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di tutte le aree marine e terrestri non comprese nell’ambito territoriale di riferimento della pianificazione e valutazione del Piano, corrispondenti all’applicazione dei criteri illustrati al cap. III, mediante Decreto del Ministro della Transizione Ecologica da emanare entro tre mesi dall’adozione del PITESAI;
2) in secondo luogo, l’individuazione di due livelli di analisi differenti delle aree idonee per la valorizzazione della sostenibilità ambientale, sociale ed economica delle attività di ricerca ancora da avviare, e di quelle di ricerca o coltivazione già in essere, con conseguente necessità per l’Amministrazione di adottare conseguenti e opportuni provvedimenti per dare concreta attuazione alle risultanze del PiTESAI.
La pianificazione vera e propria di cui al primo livello definisce pertanto le aree dove potranno essere in futuro presentate nuove istanze per lo svolgimento potenziale di attività di prospezione/ricerca/coltivazione. Le future istanze che concerneranno tali aree seguiranno l’iter amministrativo (compreso quello di verifica ambientale) di conferimento previsto dalla normativa vigente in materia.
La valutazione di cui al secondo livello definisce invece le aree idonee alla prosecuzione dei procedimenti amministrativi e di quelle, già oggi occupate da titoli minerari, che saranno dichiarate compatibili secondo l’art. 11-ter, comma 8, della L. 12/19, intesa come sostenibilità ambientale, sociale ed economica, alla prosecuzione delle attività di ricerca o di coltivazione già in essere, la cui individuazione discende dalle impostazioni decisionali descritte nel Piano.
Il presente Piano si pone dunque come un atto di indirizzo generale, al fine di guidare e semplificare la gestione delle procedure, in particolare anche per agire sulle concessioni che non hanno mai prodotto per un periodo molto ampio, e sulle concessioni diventate improduttive di fatto (per un periodo maggiore di 5- 7 anni). Lo strumento del PiTESAI, già a partire dalla fase della sua elaborazione, persegue quindi la finalità primaria della razionalizzazione, in termini di maggiore efficientamento delle aree impiegate per tale finalità in considerazione che la produzione di idrocarburi nazionali sia concentrata solo su una ridotta percentuale delle concessioni attive e quindi la razionalizzazione delle concessioni presenti in Italia non si pone in antitesi con le necessità di salvaguardare la produzione nazionale e i livelli occupazionali.