Malattia di Crohn, Abbvie annuncia i risultati dello studio U-EXCEL: upadacitinib raggiunge gli endpoint primari di remissione clinica e risposta endoscopica
Negli adulti con malattia di Crohn da moderata a grave con una risposta inadeguata o intolleranti alla terapia convenzionale o biologica, upadacitinib ha raggiunto entrambi gli endpoint primari di remissione clinica e risposta endoscopica dopo 12 settimane. I risultati top-line dello studio U-EXCEL sono stati annunciati da Abbvie,
Upadacitinib è un inibitore della janus chinasi (JAK) selettivo e reversibile, in valutazione come terapia orale per la malattia di Chron da moderata a grave e diverse altre malattie infiammatorie immuno-mediate. Il suo impiego nel Crohn non è ancora stato approvato e la sua sicurezza ed efficacia non sono state valutate dalle autorità regolatorie.
Lo studio di fase III U-EXCEL, il secondo di due studi di induzione di fase III, in doppio cieco e controllato con placebo, prevedeva gli stessi endpoint primari e secondari chiave del trial U-EXCEED, con remissione clinica misurata dal Crohn’s Disease Activity Index (CDAI) e dai sintomi frequenza delle feci/dolore addominale (SF/AP) riferiti dal paziente.
Miglioramento dei risultati clinici ed endoscopici
A una percentuale significativamente maggiore di pazienti trattati per 12 settimane con upadacitinib 45 mg al giorno come terapia di induzione ha raggiunto la remissione clinica in base al CDAI rispetto al placebo (49% contro 29%, p<0,0001).
Risultati simili sono stati osservati con la remissione clinica in base all’SF/AP (51% nel gruppo upadacitinib vs 22% nel gruppo placebo, p<0,0001). Alla settimana 12 una percentuale significativamente maggiore di pazienti upadacitinib ha ottenuto una risposta endoscopica rispetto al gruppo placebo (46% vs 13%, p<0,0001).
Coerentemente con i risultati dello studio di induzione U-EXCEED, tra i pazienti che assumevano corticosteroidi al basale, con upadacitinib una percentuale significativamente più alta rispetto al placebo ha ottenuto anche la remissione clinica senza steroidi, come misurato da CDAI e SF/AP alla settimana 12.
Anche il miglioramento precoce della sintomatologia, misurato mediante CR-100 (definito come una riduzione del CDAI ≥100 punti rispetto al basale), alla seconda settimana e la remissione clinica alla quarta settimana sono stati raggiunti da una percentuale significativamente maggiori di pazienti in trattamento attivo.
«È impressionante vedere la risposta raggiunta in questo studio in pazienti con malattia di Crohn da moderata a grave che hanno avuto una risposta inadeguata a un immunosoppressore o a un biologico» ha affermato il ricercatore dello studio U-EXCEL Edward Loftus Jr., professore di medicina nella divisione di gastroenterologia ed epatologia presso la Mayo Clinic di Rochester, Minnesota. «Questi risultati suggeriscono che upadacitinib può aiutare i pazienti che non sono in grado di controllare la loro malattia, compresi i sintomi e l’infiammazione intestinale, nonostante le precedenti terapie».
Profilo di sicurezza in linea con gli studi precedenti
Il profilo di sicurezza di upadacitinib è stato coerente con quanto osservato nei trial precedenti per tutte le indicazioni, senza nuovi rischi per la sicurezza. Gli eventi avversi più comuni sono stati acne e anemia. Eventi avversi gravi si sono verificati nel 6,9% dei pazienti nel gruppo upadacitinib rispetto al 6,8% nel gruppo placebo.
I tassi di infezioni gravi sono stati dell’1,1% con il farmaco attivo e 1,7% con il placebo. Nel 2,9% dei pazienti trattati con upadacitinib è stato riportato herpes zoster, tutti casi non gravi. Non si sono verificati perforazioni gastrointestinali o decessi durante il periodo controllato con placebo. Nel gruppo placebo è stato riportato un caso di evento cardiovascolare maggiore (MACE).
I pazienti che non hanno ottenuto una risposta clinica alla settimana 12 sono stati inclusi in un’ulteriore coorte di trattamento di 12 settimane con upadacitinib alla dose di 30 mg. In questo gruppo un paziente è deceduto per Covid. I soggetti sottoposti a placebo che non hanno raggiunto una risposta clinica alla settimana 12 sono stati inclusi in una coorte di trattamento di 12 settimane con upadacitinib 45 mg. Tra questi si è verificato un caso di perforazione gastrointestinale.