Molti Stati UE hanno aggiornato i loro curricula ufficiali, introducendo concetti informatici di base nella scuola dell’obbligo per le capacità di pensiero computazionale degli studenti
Negli ultimi anni, il pensiero computazionale ha assunto sempre più la connotazione di un’abilità fondamentale per tutti e non solo per gli informatici. In un numero sempre maggiore di paesi, viene incoraggiato lo sviluppo del pensiero computazionale attraverso l’introduzione dell’informatica nel curriculum scolastico. Di recente, molti Stati membri dell’Unione Europea (UE) hanno aggiornato i loro curricula ufficiali, introducendo concetti informatici di base nella scuola dell’obbligo al fine di sviluppare le capacità di pensiero computazionale degli studenti.
Il Piano d’azione per l’istruzione digitale 2021-2027 della Commissione europea sottolinea la necessità di un’istruzione di base in informatica per tutti gli alunni: “L’educazione informatica nelle scuole consente ai giovani di acquisire una solida comprensione del mondo digitale. L’introduzione all’informatica fin dalla più giovane età, attraverso approcci innovativi e motivanti all’insegnamento, in contesti sia formali che non formali, può contribuire a sviluppare competenze in materia di risoluzione dei problemi, creatività e collaborazione.” A questo scopo, la Commissione europea elaborerà una raccomandazione del Consiglio sul miglioramento dell’offerta di competenze digitali nell’istruzione e formazione. La raccomandazione incoraggerà, tra l’altro, lo scambio delle migliori pratiche sui metodi didattici, ponendo l’accento su un’istruzione informatica di alta qualità a tutti i livelli di istruzione e promuovendo il dialogo con l’industria per individuare e soddisfare le esigenze nuove ed emergenti in materia di competenze. In questo contesto, il Joint Research Centre (JRC) della Commissione europea ha commissionato uno studio per aggiornare il precedente rapporto “Developing Computational Thinking in Compulsory Education – Implications for policy and practice” pubblicato dal JRC nel 2016. Lo studio “Reviewing Computational Thinking in Compulsory Education: State of Play and Practices from the Field” è stato condotto dall’Istituto per le Tecnologie Didattiche del CNR in collaborazione con European Schoolnet (EUN) e l’Università di Vilnius, Lithuania. Il rapporto finale è stato pubblicato ed è ora disponibile in rete.
Dei 29 paesi europei analizzati, 18 Stati membri dell’UE (AT, BE, CY, EL, ES, FI, FR, HR, HU, IE, LT, LU, MT, PL, PT, RO, SE, SK) e altri sette paesi europei (CH, GE, IL, NO, RS, UK-ENG) hanno già introdotto, in qualche misura, l’alfabetizzazione informatica di base nei loro curricula al fine di sviluppare capacità di pensiero computazionale. In aggiunta, uno Stato membro (DK) sta conducendo un’iniziativa pilota su larga scala a tale fine, mentre altri tre stanno elaborando delle politiche in questa direzione (CZ, IT, SI). Dei 29 paesi europei analizzati, 12 Stati membri dell’UE (AT, EL, FI, HU, LT, LU, MT, PL, PT, SE, SK) e altri cinque paesi europei (CH, NO, RS, UK, UK-ENG) hanno già introdotto i concetti base dell’informatica come materia obbligatoria nelle scuole primarie e secondarie di primo grado.
I dati raccolti da approfonditi studi di caso in nove diversi paesi europei (FI, FR, HR, LT, NO, PL, SE, SK, UK-ENG), mostrano che i concetti fondamentali dell’informatica incorporati nei curricula si concentrano sulla relazione tra “algoritmi” e “programmazione”, affrontati a diversi livelli di complessità a seconda dell’età. Questa relazione incarna una visione ampia delle abilità di pensiero computazionale, sviluppate attraverso attività di risoluzione dei problemi incentrati sulla formulazione e la progettazione di una soluzione (algoritmo) e la sua implementazione (programmazione). Questi concetti informatici costituiscono la base per lo sviluppo delle capacità di pensiero computazionale degli studenti, nonché la loro comprensione scientifica del mondo digitale.
Nell’istruzione primaria e secondaria di primo grado, lo studio ha identificato tre sfide principali:
- La maggior parte degli insegnanti non ha una formazione informatica. Quindi, è necessario un grande sforzo di sviluppo professionale per migliorare le competenze degli insegnanti, sia in termini di contenuto che di pedagogia.
- L’integrazione dei concetti di base dell’informatica nel curriculum è relativamente recente e potrebbe entrare in concorrenza con priorità più consolidate. Bisogna dare spazio adeguato nel curriculum allo sviluppo delle competenze di pensiero computazionale degli studenti, stabilendo un numero minimo di ore nei programmi scolastici per poter insegnare i concetti di base dell’informatica con regolarità.
- È essenziale dedicare maggiore attenzione alla definizione di strategie chiare per sostenere gli insegnanti nella valutazione formativa e sommativa al fine di migliorare la qualità dell’insegnamento dell’informatica e per monitorare lo sviluppo delle abilità di pensiero computazionale degli studenti.
Vedi anche: