Polemica sul naso adunco di Zelensky nella vignetta di Vauro. La Comunità ebraica di Roma: “È sua abitudine raffigurarci così, vergogna”
Una vignetta di Vauro sulla guerra in Ucraina provoca la reazione della Comunità ebraica di Roma. Nell’edizione del 12 aprile de ‘Il Fatto Quotidiano’, il noto vignettista ha disegnato le caricature di Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin con la didascalia: “No alla guerra. Senza Ze e senza Vla“.
LA NOTA DELLA COMUNITÀ EBRAICA
Ma il naso adunco del presidente ucraino non piace alla Comunità ebraica, secondo cui “non è una casualità, ma una abitudine quella di un certo signore di raffigurare gli ebrei con il naso adunco con lo stile della Difesa della Razza. Non per questo è meno grave e non per questo ci si può assuefare alla vergogna“. Il presidente ucraino, infatti, è di famiglia ebrea, e anche per questo motivo ha sempre considerato pretestuoso l’obiettivo conclamato dalla Russia di “de-nazificare l’Ucraina”.
VAURO CONTRATTACCA: “CRETINI O IN MALAFEDE”
Vauro però non ci sta e replica, dopo le polemiche che lo hanno travolto anche sui social: “A tutti quei cretini che commentano sul naso di Zelensky non avrei voluto nemmeno rispondere. Lo faccio solo perché se non è pura imbecillità è malafede. Se disegno una caricatura (si chiama così perché ‘carica’ i tratti somatici) è ovvio che perché il soggetto risulti somigliante ne ‘carico’ i tratti. Zelensky ha un naso importante non perché è ebreo ma perché è il suo naso. Io non ho mai pensato che gli ebrei abbiano necessariamente il naso adunco, anche perché ne conosco moltissimi che hanno nasi di vario tipo…”.
Il vignettista toscano, spiega la Dire (www.dire.it), prosegue: “In questo disegno non c’è alcun riferimento alla ebraicità di Zelensky, cosa per me del tutto priva di rilevanza. Eventualmente ci si dovrebbe domandare come mai un ebreo si sia fatto sponsorizzare da un oligarca come Kolomoinskj (per altro anche lui ebreo, con passaporto israeliano) che ha finanziato i battaglioni nazisti come Azov ed Ajdar. Non ho mai sollevato la questione perché non ho mai pensato che l’ebraicità o meno di chiunque, potente o no che sia, rappresenti uno specifico rispetto ai comportamenti ed alle scelte. Dopo di ciò dedico un sincero vaffanculo a chiunque mi additi come antisemita non tralasciando il mio diritto (già è accaduto) di querelarlo per diffamazione”.