Tumore del polmone non a piccole cellule ALK+: ceritinib si è dimostrato promettente nei pazienti con metastasi cerebrali
ll trattamento con ceritinib ha mostrato un’attività antitumorale incoraggiante in pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule ALK-positivo e metastasi cerebrali attive e/o malattia leptomeningea, nello studio di fase 2 ASCEND-7, pubblicato di recente su Clinical Cancer Research.
I pazienti con metastasi cerebrali sono stati assegnati a quattro differenti bracci: pazienti sottoposti a una precedente radioterapia encefalica e già trattati con un inibitore di ALK (braccio 1), pazienti non sottoposti in precedenza a nessun trattamento radioterapico, ma già esposti a un inibitore di ALK (braccio 2), pazienti sottoposti in precedenza alla radioterapia encefalica, ma non trattati prima con un inibitore di ALK (braccio 3) e pazienti né già sottoposti alla radioterapia né già trattati con un inibitore di ALK (braccio 4). È stato poi incluso un quinto braccio che comprendeva pazienti con carcinomatosi leptomeningea.
I tassi di risposta complessiva (ORR) nell’intero corpo sono risultati del 35,7% (IC al 95% 21,6%-52,0%) nel braccio 1, 30,0% (IC al 95% 16,6%-46,5%) nel braccio 2, 50,0% (IC al 95% 21,1%- 78,9%) nel braccio 3 e 59,1% (IC al 95% 43,2%-73,7%) nel braccio 4.
«Il trattamento con ceritinib ha prodotto una risposta clinicamente significativa e duratura all’interno e all’esterno del cervello nei pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule ALK-positivo metastatico al cervello e/o alle leptomeningi, con risposte più elevate nei pazienti che erano naïve agli inibitori di ALK», hanno scritto i ricercatori. Inoltre, «il tasso di controllo della malattia intracranica è risultato elevato, indipendentemente da una precedente esposizione a un inibitore di ALK».
Lo studio ASCEND-7
Lo studio ASCEND-7 (NCT02336451) ha arruolato pazienti idonei di almeno 18 anni con un tumore del polmone non a piccole cellule ALK+ con metastasi attive nel cervello e/o le leptomeningi. Ulteriori criteri di inclusione erano rappresentati dalla presenza di una o più lesioni extracraniche misurabili secondo i criteri RECIST 1.1 e un performance status dell’Organizzazione Mondiale della Sanità da 0 a 2.
I partecipanti sono stati trattati con ceritinib 750 mg/die fino alla progressione della malattia, alla revoca del consenso o all’interruzione a discrezione dello sperimentatore.
L’endpoint primario era l’ORR valutato dagli sperimentatori, mentre gli endpoint secondari includevano il tasso di controllo della malattia (DCR), il tempo di risposta, la durata della risposta (DOR), la sopravvivenza libera da progressione (PFS) e la sopravvivenza globale (OS).
Studio su 156 pazienti
In totale 156 pazienti hanno soddisfatto i criteri di ammissibilità allo screening, effettuato fra l’aprile 2015 e il febbraio 2019 e , di questi, 42 sono stati assegnati al braccio 1, 40 al braccio 2, 12 al braccio 3, 44 al braccio 4 e 18 al braccio 5. L’età mediana dei pazienti nei bracci variava da 46,0 anni a 53,5 anni.
Il DCR nell’intero corpo è risultato molto elevato in tutti i bracci, ma più alto nel braccio 2.
La PFS mediana valutata dagli sperimentatori è risultata di 7,2 mesi (IC al 95% 3,3-10,9) nel braccio 1, 5,6 mesi (IC al 95% 3,6-9,2) nel braccio 2 e 7,9 mesi (IC al 95% 5,5-9,4) nel braccio 4, mentre non è stata raggiunta nel braccio 3.
L’ORR intracranico è risultato del 39,3% (IC al 95% 21,5%-59,4%) nel braccio 1, 27,6% (IC al 95% 12,7%-47,2%) nel braccio 2, 28,6% (IC al 95% 3,7%-71,0%) nel braccio 3 e 51,5% (IC al 95% 33,5%-69,2%) nel braccio 4.
Nel braccio 5, l’ORR nell’intero corpo intero è risultato del 16,7% (IC al 95% 3,6%-41,4%) e il DCR del 66,7% (IC al 95% 41,0%-86,7%). Inoltre, la PFS mediana è risultata di 5,2 mesi (IC al 95% 1,6-7,2) e l’OS mediana di 7,2 mesi (IC al 95% 1,6-16,9), mentre l’ORR intracranico è risultato del 12,5% (IC al 95% 0,3%-52,7%).
I dati di sicurezza
Gli effetti avversi di qualsiasi grado più comuni (verificatisi almeno nel 20% dei pazienti), sono stati diarrea (68,6%), nausea (55,8%), aumento dell’alanina aminotransferasi (47,4%), vomito (46,8%), aumento dell’aspartato aminotransferasi (35,9%) e diminuzione dell’appetito (32,1%). Eventi avversi di grado 3 o 4 sono stati osservati nel 78,8% dei pazienti e tra quelli con un’incidenza superiore al 10% vi sono stati aumento dell’alanina aminotransferasi (28,2%) e aumento della gamma-glutamiltransferasi (16,7%).
Nello studio sono stati riportati 31 decessi (19,1%) durante il trattamento.
«Questo studio ha confermato che ceritinib eserta un’attività antitumorale contro metastasi cerebrali trattate e non trattate in pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule I dati di sicurezza ALK-positivo con metastasi cerebrali attive e/o malattia leptomeningea e potrebbe essere preso in considerazione nella gestione della malattia intracranica», hanno concluso i ricercatori.
Bibliografia
LQM Chow, et al. ASCEND-7: Efficacy and safety of ceritinib treatment in patients with ALK-positive non-small cell lung cancer metastatic to the brain and/or leptomeninges. Clin Cancer Res; doi:10.1158/1078-0432.CCR-21-1838. Link