Uniformità, formazione, linee guida ed investimenti: sono le quattro parole chiave per l’implementazione in Italia della telemedicina e dell’assistenza da remoto
Uniformità, formazione, linee guida e investimenti. Sono queste le quattro parole d’ordine per l’implementazione in Italia della telemedicina e dell’assistenza da remoto dei pazienti in ambito reumatologico. È quanto affermato, nei giorni scorsi, dal prof. Giuseppe Petrella, Presidente Commissione per l’innovazione e la digitalizzazione dei servizi sanitari del Ministero della Salute.
La dichiarazione è giunta durante il webinar “Digitalizzazione per i pazienti reumatologici, a che punto siamo e dove vogliamo arrivare?” organizzato da ANMAR Onlus – Associazione Nazionale Malati Reumatici, realizzato con il contributo non condizionato di Bristol Myers Squibb.
“Il Covid-19 ha evidenziato come sia necessario affidarsi alle nuove tecnologie digitali – ha poi aggiunto il prof. Petrella -. Servono però maggiori investimenti in questo settore perché attualmente, per la sanità digitale, spendiamo solo 22 euro pro capite contro i 40 della Francia i 60 del Regno Unito e i 70 della Danimarca. Va poi migliorata la formazione del personale medico-infermieristico che deve conoscere tutte le nuove metodiche digitali dell’assistenza. La divulgazione dell’innovazione deve avvenire anche attraverso l’emissione di Linee Guida specifiche per specialisti, medici di medicina generale, pazienti e caregiver”.
“Attualmente in reumatologia sono attive diverse piattaforme di telemedicina – ha proseguito Silvia Tonolo, Presidente ANMAR -. Non è possibile però in un ambito così complesso e delicato, per il sistema sanitario nazionale, lavorare per compartimenti stagni. L’obiettivo primario deve essere uniformare le varie piattaforme e fare in modo che “parlino” la stessa lingua. È quanto stiamo realizzando come ANMAR con il progetto “Tessere Smart Share” avviato nei mesi scorsi. L’interoperabilità delle piattaforme è la priorità da realizzare per avviare una vera telemedicina anche nel nostro Paese”.
“Le nuove tecnologie possono davvero rendere più sostenibile il nostro servizio sanitario nazionale – ha sottolineato l’Onorevole Massimiliano De Toma, Membro X Commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo della Camera -. È uno strumento efficacie per implementare le cure primarie e quindi la deospedalizzazione dei trattamenti di malattie croniche molto diffuse come quelle reumatologiche. In alcuni Paesi come la Corea del Sud questa pratica è una realtà già da prima della pandemia. Dobbiamo lavorare perché anche in Italia si possa sempre arrivare ad una gestione a distanza dei malati”.
“Non tutte le patologie reumatologiche sono uguali e presentano la stessa gravità – conclude Mauro Galeazzi, Responsabile Scientifico Osservatorio CAPIRE -. Sono però malattie sempre più croniche e quindi richiedono un monitoraggio costante dei pazienti al di fuori dell’ambito ospedaliero. Questo può avvenire anche grazie alla telemedicina che favorisce l’integrazione tra ospedale-medicina territoriale e cure domiciliari”.