Gli adulti che soffrono di diabete di tipo 1 da almeno 50 anni hanno minori probabilità di sviluppare la polineuropatia simmetrica distale
Gli adulti che soffrono di diabete di tipo 1 da almeno 50 anni hanno minori probabilità di sviluppare la polineuropatia simmetrica distale e presentano una superiore funzionalità delle grandi fibre nervose degli arti inferiori se svolgono almeno 150 minuti di attività fisica alla settimana. È quanto emerge da una ricerca pubblicata sul Journal of Diabetes and Its Complications.
«I nostri risultati forniscono un forte supporto ai medici che discutono dell’attività fisica con i loro pazienti come strategia per ridurre il rischio delle complicanze del diabete» ha affermato il primo autore Evan Lewis, del Lunenfeld-Tanenbaum Research Institute, Mount Sinai Hospital, Toronto. «Il nostro studio ha mostrato che una maggiore attività fisica auto-riportata ha ridotto l’incidenza della neuropatia del 12% in quanti convivono da molto tempo con il diabete di tipo 1. C’è la possibilità che l’attività fisica abituale all’inizio della storia naturale del diabete possa avere un effetto più protettivo sulla salute dei nervi».
Uno studio su diabetici da oltre 50 anni
L’attività fisica è raccomandata per migliorare il controllo glicemico nel diabete di tipo 1, almeno 150 minuti a settimana nella malattia di lunga data, tuttavia il suo effetto sulla polineuropatia simmetrica distale e sulla funzione cardiaca autonomica nella malattia di lunga data non è noto, hanno premesso gli autori.
Lewis e colleghi hanno analizzato i risultati del Canadian Study of Longevity in Type 1 Diabetes. La coorte comprendeva 75 adulti con una durata del diabete di tipo 1 di almeno 50 anni (55% donne, età media 66 anni) che sono stati sottoposti a test neurologici, incluso uno studio sulla conduzione nervosa e una valutazione dei nervi peroneo e surale. Per valutare il tempo libero e le attività fisiche domestiche a settimana è stato utilizzato il Lifetime Physical Activity Questionnaire.
Tra i partecipanti, l’89% presentava polineuropatia simmetrica distale, l’11% aveva una malattia renale cronica di stadio 3 e il 20% soffriva di malattie cardiovascolari. I pazienti si sono impegnati per sostenere una media di 156 minuti di attività fisica a settimana. Il 47% ha soddisfatto le raccomandazioni delle linee guida di pratica clinica che consigliano 150 minuti a settimana e il 37% ha riferito di avere effettuato almeno 210 minuti di attività fisica settimanale.
«Siamo rimasti sorpresi dal livello di attività nel nostro gruppo di studio», ha detto Lewis. «È stata una piacevole sorpresa che quasi la metà dei partecipanti raggiungesse o superasse i 150 minuti raccomandati a settimana».
Minore insorgenza di neuropatia con una maggiore attività fisica
Gli adulti con polineuropatia simmetrica distale hanno svolto meno attività fisica a settimana rispetto a quelli senza (141 minuti contro 258, p=0,015). La prevalenza della condizione era dell’83% in quanti eseguivano più di 150 minuti di attività fisica a settimana, mentre era del 95% dei soggetti che riferivano una minore attività fisica (differenza 12%, p=0,015). L’aumento del dolore causato dalla polineuropatia simmetrica distale è stato associato a un’attività fisica progressivamente inferiore (p per il trend = 0,015).
Nell’analisi di correlazione, una maggiore attività fisica è stata associata a una migliore ampiezza della potenziale d’azione dei nervi peroneale e surale, velocità di conduzione e latenza dell’onda F peroneale. Ogni sessione da 30 minuti di attività fisica ha comportato un’ampiezza peroneale maggiore di 0,09 mV (p=0,032) e una latenza dell’onda F peroneale inferiore di 0,048 millisecondi (p=0,022), due marcatori di una migliore funzionalità nervosa. Il livello di attività fisica non è invece risultato associato alla neuropatia autonomica cardiaca.
«Questo studio fornisce una forte motivazione per studiare l’effetto della prescrizione di esercizio fisico in un contesto clinico» ha concluso Lewis. «Siamo interessati anche a studiare più a fondo il ruolo neuroprotettivo dell’esercizio e a valutare se questi benefici siano specifici degli arti oppure sistemici».
Bibliografia
Lewis EJH et al. The association between physical activity time and neuropathy in longstanding type 1 diabetes: A cross-sectional analysis of the Canadian study of longevity in type 1 diabetes. J Diabetes Complications. 2022 Mar;36(3):108134. Leggi