Per la prima volta in mostra il duo Mozzarella Light, con il progetto installativo DOMOVOI. Visitabiler a Roma, Casa Vuota, fino al 31 maggio
Lo spirito domestico tradizionalmente impersonato dai numi tutelari della casa è il motivo ispiratore della prima mostra personale di Mozzarella Light, duo artistico composto da Giulia Ciappi e Marco Frassinelli, intitolata Domovoi e progettata su misura per gli spazi di Casa Vuota a Roma, in via Maia 12, a cura di Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo.
La mostra si può visitare fino al 31 maggio, previo appuntamento, prenotando ai numeri telefonici 3928918793 o 3284615638 oppure all’email vuotacasa@gmail.com.
“Un’unica grande installazione, composta di enunciati di luce, riflessi, sculture cinetiche, elementi portanti che puntellano le superfici e di una membrana traslucida, definisce gli spazi di Casa Vuota, in un intervento che è insieme esperienziale, scultoreo, architettonico e poetico”, spiegano i curatori Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo. I differenti ambienti espositivi sono caratterizzati da una variazione di forme e colori, all’interno di un continuum dinamico in costante movimento.
Nelle credenze popolari slave, i Domovoi sono creature invisibili, protettrici del focolare, benevole nei confronti degli umani e custodi dell’unità familiare, capaci avvertire gli abitanti della casa di pericoli imminenti e ingraziate da questi tramite piccole offerte di cibo, così legate alla famiglia da essere invitate a seguirla nella nuova abitazione in caso di trasloco.
L’incontro con i Domovoi si impone ai Mozzarella Light in modo misterioso, con il sapore di un presagio. Mentre la mostra è in fase di progettazione, infatti, in una pausa del lavoro, il duo incontra al Quadraro, il quartiere romano in cui sorge Casa Vuota, un misterioso uomo dell’Est, un viandante senza nome con il quale si intrattiene in una breve conversazione. Alla domanda dello sconosciuto su cosa stessero facendo lì, i Mozzarella Light raccontano della mostra e di Casa Vuota e, in risposta, l’uomo racconta la leggenda dei Domovoi, consigliando loro di ingraziarseli per la buona riuscita del progetto. Da questo nome e da questo incontro nasce il titolo della personale.
“A partire dalla suggestione arcana e immaginifica dei Domovoi – scrivono Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo – che arriva da un passato e da un territorio lontano ma che si connette con le nostre tradizioni e con la nostra storia, fino a riecheggiare i Lari e i Penati venerati nella Roma antica, il progetto espositivo dei Mozzarella Light evoca negli ambienti espositivi di Casa Vuota la presenza di numi tutelari che si manifestano in forme tanto effimere quanto insolite e affascinanti. Il dispositivo della mostra si configura come una soglia, confine tra il visibile e l’invisibile, dove si palesano fasci luminosi che costruiscono volumi immateriali o che sembrano indicare costellazioni incognite. In una penombra scandita da tempi e ritmi ripensati e autonomi, che sembrano dettati dalle stesse mura domestiche, dalle quali fuoriescono bracci meccanici simili a protesi o fantascientifiche superfetazioni, Casa Vuota si fraziona e si riflette, attraverso membrane e specchi, facendosi spazio altro, offerto all’esperienza della fruizione tra la vertigine dello schermo e l’insorgenza di una vita non umana, remota e artificiale. I Domovoi trovano così il loro habitat a Roma. L’intervento di Mozzarella Light evoca la vita più intima e primigenia dell’abitazione, ponendo il pubblico nella condizione scomoda di chi si trova a spiare un evento portentoso e segreto, a essere testimone sacrilego del numinoso esperito in una leggenda quotidiana. La casa si anima di presenze inquiete, robotiche o lampeggianti, la cui comunicazione è fatta di rumori, movimenti, accensioni, spegnimenti, pause, ripetizioni, incidenti di percorso, nell’intermittenza di presenze e assenze che abitano lo spazio e lo risignificano, trasformandolo con la loro ritmica vitalità. Un insieme di regole, scritte e codificate dagli artisti e proposte all’inizio del percorso espositivo, guida il pubblico e determina le modalità della visita, distinguendo fas e nefas. Nell’inevitabile destino di obsolescenza della tecnologia, per i Mozzarella Light il sentimento della meraviglia si unisce alla malinconia, nel ribaltamento di un paradigma di perfezione ed efficienza in una esausta riproposizione di algoritmi nella cui logica difficilmente penetriamo. Nell’incontro tra il futuribile e l’antico, le mappe delle abitudini incontrano lo smarrimento fiabesco, lungo la deriva delle storie portate dai flussi dell’identità globale e connessa. Nel recinto magico di Casa Vuota, l’alterazione dello spazio trasforma l’impressione di estraneità in una rinnovata tensione medianica, in cui i concetti spaziali inglobano gli ospiti nel ventre di un racconto che fa parlare la pelle, gli strappi e i vuoti dell’appartamento, illuminandoli di una luce che sembra abissale e interiore, investita del potere di accendere il sentimento del luogo”.
“Con il progetto Domovoi, creiamo la nostra realtà della casa – spiegano i Mozzarella Light – che viene vissuta da presenze che hanno un tempo e un rumore proprio. Presenze riflettenti, con movimenti discontinui, interiorizzano il luogo mostrando le loro personali routine di veri e forse unici abitanti della casa. L’umano si trova a essere non più padrone, non più protagonista, ma un semplice invitato che si deve adattare a delle regole e dei ritmi imposti dall’atmosfera di Casa Vuota. L’utilizzo della luce e del colore sono un mezzo impalpabile in grado di creare diversi ambienti che raccontano le dimensioni domestiche con suggestioni inconsuete”.
Mozzarella Light è il nome del duo artistico composto da Giulia Ciappi (1997) e Marco Frassinelli (1992), che vive e opera a Roma. Si formano nelle Accademie di Belle Arti di Firenze e di Roma, dove entrambi conseguono il diploma di Scultura, e presso la Universidad del País Vasco di Bilbao in Spagna, facendo workshop e residenze negli USA, in Grecia e in Israele. Il nome scelto per designare il sodalizio artistico punta sullo spaesamento e su un’apparente anti-artisticità, con un’ambiguità semantica che fa anche riferimento alla luce, elemento essenziale del loro linguaggio espressivo. A partire dal 2019 portano avanti il progetto installativo Spazi intermedi all’interno di luoghi abbandonati.
La curiosità nella sperimentazione dei materiali, la duttilità degli interventi e una profonda e circostanziata riflessione sullo spazio e sulle sue possibilità di trasformazione sono le linee guida della ricerca di Mozzarella Light. I loro progetti nascono da un incontro e uno scontro, da una tensione continua che trova la propria materializzazione in forme espressive di volta in volta diverse. I materiali utilizzati sono molteplici e variano in funzione al contesto e al concetto investigati. Tra tutti, la luce e le nuove tecnologie sono i linguaggi più ricorrenti, mezzi poetici per esprimere l’immaterialità che va oltre la semplice apparenza e capaci di fare da ponte tra presente e futuro.