In Bielorussia chi sabota i treni che trasportano armi russe rischia la pena di morte: Minsk riforma il codice penale
In Bielorussia sta per diventare legge la pena di morte per tentato atto di terrorismo. Lo stabilisce una riforma del codice penale approvata in settimana dal parlamento, che ora attende la ratifica del presidente della Repubblica. A confermarlo sono, tra gli altri, l’organizzazione per i diritti umani Viasna, che sul proprio sito web chiarisce che il contenuto del testo di legge non sarebbe stato reso pubblico.
La Bielorussia è il solo paese in Europa ad avere e applicare ancora la pena capitale, ed è inoltre già prevista per i reati di terrorismo. La riforma è giunta dopo che qualche giorno fa il ministero dell’Interno ha sancito che sabotare le ferrovie statali “è un atto di terrorismo” e può costare fino a vent’anni di prigione. Dall’aggressione della Russia all’Ucraina infatti, una rete clandestina di ferrovieri, ma anche hacker e membri delle forze di sicurezza dissidenti, ha sabotato quasi quotidianamente i binari che portano verso il territorio ucraino, in modo da bloccare i convogli carichi di armi, attrezzature e scorte alimentari che il governo di Aleksandr Lukashenko ha deciso di assicurare all’esercito dell’alleato russo.
L’iniziativa ha messo in seria difficoltà la catena degli approvvigionamenti russi e il capo delle Ferrovie ucraine Alexander Kamyshin ha espresso gratitudine per quanto fatto dai dissidenti bielorussi, “gente onesta e coraggiosa, che ci ha aiutato”.
Le autorità bielorusse hanno risposto compiendo arresti definiti “casuali” dalle fonti di stampa internazionali. Il Washington Post riferisce che “gli impiegati delle Ferrovie sono stati arrestati a caso e i loro smartphone perquisiti, alla ricerca di comunicazioni con la rete di dissidenti”. Attualmente “undici persone sono in custodia”.
La riforma del codice penale approvata dal parlamento bielorusso potrebbe quindi far scattare la pena di morte anche per queste persone. Ma Come evidenzia Viasna, “molti dei detenuti politici attualmente in attesa di giudizio sono accusati proprio di reati connessi al terrorismo”.
Dalle elezioni presidenziali dell’agosto 2020, il movimento popolare che ritiene frutto di brogli la rielezione di Lukashenko – al potere dal 1994 – ha organizzato manifestazioni e varie iniziative contro il governo. Oltre 33mila persone sono finite agli arresti e stando alle stime di Viasna, ad oggi 1.168 persone sono dietro le sbarre per reati politici e di coscienza. Precedenti riforme al codice penale hanno permesso ai giudici di accusare di terrorismo iniziative come le manifestazioni pubbliche o l’organizzazione di iniziative di protesta, inquadrate secondo i legislatori come atti volti a destabilizzare la sicurezza interna.
La scorsa estate, il dirottamento di un volo Ryanair per arrestare un giornalista indipendente in prima linea nel contestare le autorità bielorusse ha convinto l’Unione europea a imporre severe sanzioni su Minsk. Dallo scoppio della guerra in Ucraina, Minsk ha espresso sostegno alla Russia e garantito supporto logistico, senza partecipare direttamente al conflitto.