Nel 2021 la pelletteria toscana cresce del 32,5%, esportati beni per 5 miliardi. Per Assopellettieri serve però prudenza per l’aumento dei costi delle materie prime
Il sistema della pelletteria toscana prova a recuperare il terreno perso a causa della pandemia, ma la crisi in Ucraina rischia di far saltare il banco. Sono stati presentati questa mattina, nel corso di una conferenza stampa, i dati 2021 relativi ai prodotti della pelletteria e della concia(raggruppati nella voce Ateco CB151), elaborati per Assopellettieridal Centro Studi Confindustria Moda. All’incontro hanno preso parte l’assessore regionale all’economia della Toscana, Leonardo Marrase, per Assopellettieri, l’associazione di categoria che in Confindustria rappresenta le imprese della pelletteria, Andrea Calistri, vicepresidente dell’associazione con delega al Distretto Toscano.
In sintesi, nel 2021, con un incremento sul 2020 del 32,5%, la Toscana si è avvicinata ma non ha ancora recuperato i livelli del 2019, da cui la separa un gap del 7,1%, restando comunque la prima regione italiana per esportazioni del settore. In euro, nel 2021, la nostra regione ha esportato beni per 5 miliardi, contro i 3,8 del 2020 e i 5,4 del 2019. La parte del leone la fa Firenzeche, con oltre 4,2 miliardidi beni esportati, segna un +42,3% sul 2020 e riduce al -4,8% il distacco con il 2019. Il capoluogo toscano fa, da solo, un terzo dell’export nazionale di settore. Per i mercati di riferimento, migliora la Francia con +30%; volano Corea del Sud (+120%),USA (+72,5%)e Giappone (+61%)che superano la Cina, ferma a un + 5%.
Forte ovunque è la preoccupazione per gli sviluppi del conflitto tra Russia e Ucraina. Due mercati verso i quali i settori della pelletteria e della concia italiani hanno esportato nel 2021 beni per 129,5 milioni di euro (di cui 110 in Russia). La Toscana, con 20,9 milioni di euro esportati nel 2021 (di cui 18,23 verso la Russia, in crescita del 26% sul 2020) è una delle quattro regioni più esposte verso l’area, insieme a Emilia-Romagna (35,7 milioni), Lombardia (28,8 milioni di euro) e Veneto (24 milioni). Insieme detengono una quota vicina all’85% dell’export diretto ai due Paesi.
«Stiamo vivendo una situazione grave ed instabile, che mette ulteriormente a dura prova l’economia dopo i due anni difficilissimi della pandemia – commenta Leonardo Marras, assessore all’economia della Regione Toscana –. I dati sull’export ci dicono che i numeri stanno tornando a crescere, che nel mondo c’è tanta voglia dei prodotti italiani, simbolo di qualità e bellezza, ma di fronte all’attuale incertezza internazionale non possiamo abbassare la guardia. L’impegno della Regione sull’internazionalizzazione proseguirà, siamo e saremo al fianco delle imprese. Il quadro tracciato da Assopellettieri – prosegue – conferma la rilevanza della Toscana a livello mondiale, il settore della pelletteria è tra i fiori all’occhiello del nostro sistema economico, anche per la capacità di investire in ricerca e sviluppo: credo che questa sia la via maestra per rafforzarlo e farlo crescere sempre di più».
«Se i numeri e i risultati che sono stati registrati alle fiere di Milano ci confortano, sebbene mancasse tutto l’Est, ovvero Russia, Cina, Hong Kong, Giappone, Corea del Sud (che è stata la vera sorpresa del 2021 per la Toscana), dall’altra parte c’è il grande punto interrogativo rappresentato dagli effetti che il conflitto in Ucraina potrà avere sul settore– commenta Andrea Calistri, vicepresidente di Assopellettieri con delega al Distretto Toscano –. Gli aumenti vertiginosi dei costi energetici a cui stiamo assistendo non si sono ancora consolidati nelle materie prime ma lo faranno. Parlo di pelli, chimiche, metalli che inevitabilmente andranno a pesare sul costo del prodotto finito. Tutto il sistema industriale toscano della pelletteria rischia di perdere competitività sui colleghi europei ed extraeuropei».
«Un rischio che dobbiamo arginare il più possibile, considerando il peso del settore della pelletteria sulla bilancia economica toscana – prosegue Calistri-. La Filiera Pelle copre il 16,3% dell’export manifatturiero toscanoe rappresenta il primo macrosettore di attività regionale per export. È quindi uno dei motori trainanti dell’export della nostra regione che come associazione siamo impegnati a tutelare in qualità di ‘sistema’: un sistema fatto di piccole, medie e grandi realtà fondatosul saper fare artigiano che ha conquistato il mondo».
RIEPILOGO SCHEDA ECONOMICA
- A) BILANCIO GLOBALE 2021 –Per quanto riguarda i prodotti della pelletteria e della concia (raggruppati nella voce Ateco CB151) la ripartenza settorialedopo il crollo subìto nel 2020 per l’emergenza pandemica è stata trainata dallaToscana che si conferma di gran lunga prima regione per fatturato estero, con un’incidenza superiore al 42% sul totale Italia. La regione ha fatto registrare un +32,5% sul 2020 (5 miliardi di euro contro i 3,8 del 2020)a fronte di una media nazionale del +20,9% (12 miliardi di euro contro i 10 del 2020). Il gap con il 2019(quando dalla Toscana furono esportati beni per oltre 5,4 miliardi di euro) è ancora del -7,1%(leggermente meglio della media nazionale, che si attesta al – 7,9%).La graduatoria dell’export per provincia è sempre guidata da Firenze – che copre da sola oltre un terzo dell’export nazionale – con oltre 4,2 miliardi di beni esportati (+42,3% sul 2020 e che ha ridotto al-4,8% sul 2019).Bene anche Pisa (+30%); in forte calo invece Arezzo (-48%).
- B) DESTINAZIONI– Per la Toscana si registrano incrementi considerevoli in esportazione per tutte le prime 5 destinazioni: per la Svizzera (+39%)– tradizionale hub logistico-distributivo e prima in graduatoria per valore, con una quota superiore al 43% delle vendite estero regionali. Un recupero però parziale, dal momento che è ancora al di sotto del -22% rispetto al 2019. Le altre 4 hanno invece largamente superato i livelli pre-crisi: in marcato aumento Francia (+30% sul 2020, in cui è forte la componente del terzismo per le griffe), Corea del Sud (addirittura raddoppiati, +120%), USA (+72,5%)e Giappone(+61%)che hanno superato la Cina, scesa al 6° posto della graduatoria con un modesto +5%.
- C) PESO SUL FATTURATO ESTERO REGIONALE– LaToscanaè di gran lunga la regione dove il settore pelletteria e concia pesa di piùsul fatturato estero locale di beni della manifattura: nel 2021 rappresenta il 10,9% sul totale export manifatturaa fronte di una media nazionale del 2,4%. La seconda è il Veneto, dove la quota è però di un più modesto 4%. A livello provinciale, sono quattro in Italia le province dove questi comparti pesano più del 10% sul totale export: Firenzee Pisaguidano la classifica delle province italiane in cui l’apporto di questi settori sull’export manifatturiero è maggiore, con quote rispettivamente del 24,4% e del 17,8% sull’export provinciale 2021. Seguono Vicenza e Fermo, entrambe con un peso dell’11,3%.
D)ESPORTAZIONI PER SETTORE MERCEOLOGICO – Guardando alle esportazioni della regione Toscana per settore merceologico, nel 2021la Filiera Pelle ha coperto il 16,3% dell’export manifatturiero toscano(al 10,9% di “Pelletteria & Concia” va infatti aggiunto il 5,4% delle calzature) e rappresenta il primo macrosettore di attività regionale per export. Nonostante un andamento 2021 decisamente positivo (+30,7%)e ben superiore alla media del manifatturiero (+16,5%),l’export toscano di prodotti della filiera pelle, fortemente provato nel 2020 dall’emergenza pandemica, risulta ancora del -4,7% sotto i livelli 2019 pre-Covid.
- E) AZIENDE/ADDETTI– Il trend relativo al numero di aziende/addetti al 2021 sul 2020 (stime elaborate dal Centro Studi Confindustria Moda sulla base dei saldi della banca dati Infocamere-Movimprese delle Camere di Commercio), a fronte di una stima del totale nazionale del -3,1%nel numero di imprese attive 2021 rispetto al 2020 (pari a -134 unità) e del -3,3% in quello della forza lavoro (pari a -1.128 addetti), la Toscana registraun -4,1% nelle imprese, con un +0,7% negli addetti. Nella regione ha sede quasi la metà delle aziende pellettiere italiane e vi lavora più della metà degli addetti. In particolare, nel 2021 in Italia erano attive 4.149 imprese, di cui il 48,2%(pari a 2.001) in Toscana. Su 982 addetti del settore il 54,4% (17.930) era toscano.
- F) CASSA INTEGRAZIONE – In tema di cassa integrazione, per il settore pelli, cuoio e calzature, dopo gli incrementi record del 2020, le ore di cassa integrazione guadagni per le aziende della Filiera Pelle autorizzate da INPSnel 2021 mostrano in Toscana una diminuzione del -27,6% sul 2020,con un -49,5% a Firenzee un, -7% a Pisa mentre ad Arezzo cresce del 6%. I livelli attuali restano tuttavia considerevolmente al di sopra rispetto a due anni addietro (600mila ore nel 2019 a fronte degli oltre 17milioni nel 2021).