È ora possibile per i primi pazienti con dipendenze risultati positivi al test per l’epatite C ottenere le terapie specifiche direttamente al SerD dell’ASST Papa Giovanni XXIII
È ora possibile per i primi pazienti con dipendenze risultati positivi al test per l’epatite C ottenere le terapie specifiche direttamente al SerD dell’ASST Papa Giovanni XXIII, uno dei servizi attivi nella Casa di Comunità di via Borgo Palazzo. Dal 28 febbraio, giorno di avvio dei primi trattamenti, sono già 16 i pazienti che hanno iniziato la cura che permetterà di guarire dal virus dell’HCV (Hepatitis C Virus), mentre 48 lo inizieranno nelle prossime settimane.
Il SerD diventa quindi il terzo centro prescrittore di terapie specifiche per il trattamento dell’epatite C della ASST Papa Giovanni XXIII, dopo la Gastroenterologia e le Malattie infettive. Intanto emerge un primo bilancio allarmante dalle campagne di screening gestite dal SerD di Bergamo. Su circa 700 pazienti monitorati, il bilancio è di 130 soggetti risultati positivi, poco meno di uno su cinque di tutti quelli sottoposti a screening.
L’avvio del percorso terapeutico al SerD di via Borgo Palazzo gestito dalla ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo arriva dopo un’intensa attività di screening avviata a giugno 2021 sui soggetti in carico allo stesso Servizio Dipendenze. Gli screening sono stati effettuati anche alla Casa circondariale di Bergamo di via Gleno e si sono avvalsi di diversi partner e di diversi progetti (Go on Safe, Hand, SOS Screening).
L’infezione cronica da virus dell’HCV è una patologia subdola, di cui è difficile accorgersi. Spesso è silente e non si manifesta con sintomi riconoscibili. Ma il suo aggravarsi può portare ad insufficienza epatica, cirrosi o tumori del fegato.
Dal 2015 esistono farmaci efficaci che permettono di guarire dal virus. La prescrizione avviene in Ospedale. Per il Papa Giovanni XXIII i due centri prescrittori sono la Gastroenterologia, diretta da Stefano Fagiuoli e le Malattie infettive, dirette da Marco Rizzi. Successivamente alle campagne di screening, il Servizio Dipendenze di Bergamo ha chiesto ed ottenuto da AIFA l’autorizzazione per erogare direttamente nella sede di via Borgo Palazzo le terapie per l’epatite C. L’ottica di avvicinamento al paziente è alla base della filosofia del “Point of Care”, espressione inglese che identifica l’approccio diagnostico terapeutico che punta a facilitare il più possibile l’accesso ai servizi di screening e alle cure.
“I consumatori di sostanze costituiscono uno dei serbatoi dell’epatite C. Il trattamento di questi pazienti rappresenta quindi, oltre al miglioramento delle loro condizioni di salute, un intervento importante di prevenzione a tutela della salute pubblica” – ha spiegato Marco Riglietta, Direttore delle Dipendenze dell’ASST Papa Giovanni XXIII -. “Ora rinnoviamo il nostro appello a tutti i soggetti che lavorano nel terzo settore e ai caregiver per convincere i soggetti con dipendenza di Bergamo e dell’hinterland che non siamo ancora riusciti a intercettare con le nostre campagne di screening. I pazienti in carico al SerD sono oltre 1.400, e potrebbero quindi esserci diverse decine di soggetti che sono portatori del virus senza saperlo. Per tutti loro l’invito è quello di venire al SerD per sottoporsi allo screening e, nel caso risultino positivi al test, anche per farsi curare”.
Gli obiettivi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, intendono eradicare l’epatite C a livello globale entro il 2030 grazie ai nuovi farmaci. A luglio 2021 la ASST Papa Giovanni XXIII aveva aderito, insieme ad altri 3 centri lombardi, alla prima campagna pilota di screening di massa contro l’epatite C promossa da Regione Lombardia, fase sperimentale che dovrebbe anticipare lo screening gratuito nazionale.
“Avvicinare il più possibile al paziente i servizi di screening e l’offerta di cure rientra a pieno titolo nella filosofia della nostra Casa di Comunità”, ha dichiarato Maria Beatrice Stasi, Direttore Generale dell’ASST Papa Giovanni XXIII. “I dati ci dicono che i pazienti con dipendenze da sostanze rappresentano una delle categorie più a rischio di sviluppare l’epatite C. Per questo motivo gli sforzi compiuti negli ultimi mesi dai nostri operatori del SerD sono particolarmente significativi. L’attivazione di un ulteriore centro prescrittore proprio al SerD facilita l’accesso alle cure a questa popolazione. Si tratta di un ulteriore passo che la nostra azienda compie sul fronte della lotta al virus dell’HCV, che da anni siamo impegnati a contrastare per le gravi patologie a cui può portare.”