ART-ER ha realizzato una analisi sui finanziamenti ottenuti dalle università dell’Emilia-Romagna nell’ambito del programma Horizon 2020
Dal 2014 ad oggi sono quasi 213 milioni di euro i contributi europei per progetti di ricerca e innovazione raccolti dalle università emiliano-romagnole. Si tratta del 12% degli 1,8 miliardi di euro di contributi complessivi erogati agli atenei nazionali nell’ambito del programma per la ricerca e l’innovazione europeo Horizon 2020 e il 4% circa di quanto destinato complessivamente a imprese, organizzazioni di ricerca e soggetti pubblici nazionali.
A rilevarlo è un’analisi di ART-ER, condotta su dati dell’UE Open Data Portal del marzo 2022 e tradotta in un tool interattivo di facile utilizzo e con tutti i dettagli sui progetti e enti finanziati, accessibile sul portale https://emiliaromagnainnodata.art-er.it
Gli atenei dell’Emilia-Romagna hanno realizzato 522 progetti di ricerca e innovazione (541 le partecipazioni totali di più università ai medesimi progetti), assumendo il ruolo di leader nel 27% dei casi.
L’Università di Bologna ha all’attivo 350 progetti e 151 milioni di euro di contributo, l’Università di Modena e Reggio Emilia 94 progetti per poco meno di 30 milioni di euro, l’Università di Parma conta 54 progetti per circa 19 milioni di euro, mentre l’Università di Ferrara fa registrare 42 progetti con un contributo ricevuto pari a 12,5 milioni di euro.
Nella classifica nazionale per progetti realizzati e contributo ricevuto, gli atenei regionali si posizionano tutti tra i primi 30 in graduatoria. L’Università di Bologna, unico ateneo regionale classificato come “Mega”, secondo la variabile dimensionale utilizzata dal Censis, si posiziona al secondo posto assoluto per progetti e contributo, l’Università di Modena e Reggio Emilia al 16° posto per progetti (20° per contributo), l’Università di Parma al 25° (26° per contributo) e l’Università di Ferrara è 29esima (30esima posizione per contributo ricevuto).
Analizzando più nel dettaglio i progetti finanziati per singola Università, si nota come la formazione e mobilità dei ricercatori, finanziata dalla misura Marie Sklodowska Curie (MSCA), risulti essere quella con più proposte finanziate per l’Università di Bologna: 66, pari al 19% del totale dei progetti. A seguire con 32 progetti finanziati, pari al 9% del totale, la misura relativa all’European Research Council (ERC), che sostiene ricercatori di eccellenza in attività di ricerca di frontiera, orientata a progressi fondamentali della conoscenza. L’ateneo bolognese, oltre a occupare posizioni di leadership nazionale sul programma “research infrastructure” (14 progetti per circa 2 milioni di euro), è primo tra gli atenei italiani per uno dei “Pillar” in cui è strutturato il Programma Horizon 2020. Si tratta del terzo pilastro “Societal Challenges”, dove conta 139 progetti e oltre 55 milioni di euro di contributo. L’Università di Bologna risulta particolarmente attiva, evidenziando una leadership nazionale sul numero di progetti o sul contributo ricevuto, sulle misure legate alla sicurezza alimentare, all’agricoltura sostenibile, ricerca marina e marittima e delle acque interne (48 progetti e quasi 20 milioni di contributo), all’inclusività sociale (22 progetti e 7 milioni), salute, cambiamenti demografici e benessere (24 progetti e 11 milioni) e azioni per clima, ambiente, efficienza delle risorse e materie prime (14 progetti per oltre 6 milioni di contributo ricevuto).
L’Università di Modena e Reggio Emilia presenta una distribuzione sui Pillar del programma piuttosto omogenea in termini di progetti realizzati e contributo ricevuto. Al di là della misura Marie Sklodowska Curie (MSCA), rispetto alla quale tutti gli atenei regionali mostrano risultati importanti, la performance migliore, prima a livello nazionale, si registra sulla misura Ecsel Ju (16 progetti e 2,6 milioni di contributo), relativa a componenti e sistemi elettronici, elemento portante della strategia industriale dell’UE per una leadership internazionale nel campo dell’elettronica.
Infine, l’Università di Parma e l’Università di Ferrara registrano un ottimo risultato sul pillar “Excellent Science”, in particolare per ciò che riguarda le misure Marie Sklodowska Curie (4 milioni di contributo e 16 progetti per Parma e 3 milioni a fronte di 17 progetti per Ferrara) ed European Research Council (4 progetti e 6 milioni a Parma, 3 progetti e 2,5 milioni a Ferrara). L’ateneo parmense mostra un’ottima performance anche sul pilastro “Societal Challenges”, in particolare sulla misura “Food security, sustainable agriculture and forestry, marine and maritime and inland water research” dove, a fronte di 8 progetti finanziati, vanta un contributo di oltre 2,8 milioni di euro.
Un’ulteriore lettura dei dati, possibile tramite il tool, è quella dedicata ai temi di ricerca dei progetti finanziati. Dall’analisi dei 522 progetti totali degli atenei emiliano-romagnoli, “Natural Sciences” è il macro ambito con più progetti (270 per 281 partecipazioni), al cui interno spiccano quelli sulle scienze informatiche (121), in particolare data science (58), Intelligenza artificiale (35) e software (26). Tra i macro ambiti troviamo in seconda posizione “Engineering and Technology” con 190 progetti e 202 partecipazioni, in cui si evidenzia la grossa spinta alla progettazione che viene dai temi connessi all’ingegneria elettronica (62) e all’ambiente e alle tecnologie energetiche sostenibili (37). Seguono “Social Sciences” con 147 progetti e 151 partecipazioni, “Medical and health sciences” (106 progetti e 109 partecipazioni), “Agricultural sciences” (60 progetti e 62 partecipazioni) e “Humanities”(39 progetti e partecipazioni).
Terminato Horizon 2020, il sostegno all’eccellenza scientifica, alla ricerca collaborativa e a tutte le forme di innovazione verrà assicurato dal nuovo programma Horizon Europe. Con una dotazione maggiore rispetto al programma appena concluso (95,5 miliardi di euro), Horizon Europe proseguirà nella mission di identificare grandi traguardi e contribuire a risolvere alcune delle più grandi sfide del nostro tempo.