L’obesità può rappresentare una minaccia significativa per portare a termine una gravidanza sana e aumentare il rischio di mortalità neonatale
L’obesità può rappresentare una minaccia significativa per portare a termine una gravidanza sana e aumentare il rischio di mortalità neonatale prima della dimissione dall’ospedale, secondo un’analisi pubblicata sulla rivista PLoS One.
Un indice di massa corporea (BMI) elevato prima della gravidanza è associato a molti esiti avversi materni e perinatali. Ad esempio, le donne in sovrappeso hanno un rischio maggiore di natimortalità del 36% rispetto a quelle normopeso e il rischio è due volte maggiore nelle donne obese. Associazioni simili sono state osservate per la morte neonatale e infantile. L’obesità è così diventata uno dei più importanti fattori di rischio prevenibili per gli esiti avversi della gravidanza.
La fisiopatologia alla base dell’associazione tra obesità e morte perinatale non è completamente compresa, ma potrebbe essere in parte dovuta a tassi più elevati di complicanze della gravidanza a una gestazione precoce tra le donne obese. «Abbiamo mirato a quantificare la proporzione di decessi perinatali tra donne obese e sovrappeso mediata dall’età gestazionale al parto morto o al parto vivo» hanno premesso gli autori dello studio.
Un ampio studio basato sulla popolazione
I ricercatori hanno valutato i dati di quasi 550mila bambini nati vivi e nati morti nella Columbia Britannica dal 2004 al 2017, escludendo le interruzioni di gravidanza, i bambini nati da parti tardivi o prima delle 20 settimane di gestazione.
Tra le quasi 400mila donne incluse nell’analisi, oltre 50mila (12,8%) erano obese, 81mila (20,6%) erano in sovrappeso, circa 240mila (60,6%) erano normopeso e 23.677 (6,0%) erano sottopeso. Il peso prima della gravidanza era stato auto-riportato e classificato in base alle seguenti categorie di BMI: sottopeso (<18,5), normale (da 18,5 a <25), sovrappeso (da 25 a <30) e obesità (BMI >30).
Rispetto alle donne che avevano un BMI normale, quelle obese avevano maggiori probabilità di essere multipare, fumare durante la gravidanza, avere ipertensione o diabete cronici e un precedente parto cesareo.
Maggior rischio di mortalità neonatale prima di lasciare l’ospedale
«In questo studio su quasi 400mila donne, quelle obese prima della gravidanza avevano il 55% in più di probabilità di mortalità perinatale, definita come natimortalità o morte neonatale prima della dimissione dall’ospedale (OR aggiustato 1,55» hanno riferito il primo autore dello studio Jeffrey Bone e colleghi della University of British Columbia, a Vancouver. «Anche le donne che erano solo sovrappeso prima della gravidanza hanno mostrato il 22% in più di probabilità di mortalità perinatale rispetto a quelle con un BMI normale (aOR 1,22).
L’analisi di mediazione ha mostrato che il 63,1% dell’associazione tra obesità e morte perinatale era mediata dall’età gestazionale al momento del parto (effetto indiretto naturale aOR = 1,32, effetto diretto naturale aOR = 1,18). Le associazioni sono state aggiustate in base a ipertensione cronica, fumo, consumo di sostanze e alcol, precedente parto morto, precedente parto pretermine, età materna, anno di nascita, malattie croniche e asma, ma non hanno influenzato i risultati stimati.
I tassi di natalità pretermine hanno seguito un gradiente in funzione dell’aumento del BMI: 7,3% per le donne con un BMI normale, 8,1% per quelle in sovrappeso e 9,7% per i soggetti obesi.
«Le donne con obesità tendono ad avere esiti peggiori della gravidanza, inclusi tassi più elevati di morte neonatale e natimortalità, ma i motivi non sono ancora completamente definiti» ha commentato Bone. «Volevamo vedere se una parziale spiegazione fosse legata al fatto che le loro gravidanze terminano prima rispetto a quelle delle donne normopeso».
Anche se questi risultati non siano stati ritenuti così sorprendenti dagli autori, restano ancora molte domande a cui dare una risposta. In particolare i ricercatori hanno suggerito che la ricerca futura analizzi quali dei potenziali precursori che portano a un BMI pre-gravidanza più elevato potrebbero avere il maggiore effetto sulla mortalità perinatale, come uno stile di vita sedentario, una dieta ad alto contenuto calorico e condizioni mediche o genetiche.
In ogni caso lo studio evidenzia la necessità di prestare un’attenzione particolare alle donne obese durante la gravidanza, al fine di prevenire natimortalità e morte neonatale, soprattutto nel secondo trimestre.
«Gli operatori sanitari dovrebbero tenere presente che le ragioni dell’aumento dei rischi sono complesse, comprese le complicanze che portano al parto pretermine e che si verificano con maggiore frequenza nelle donne obese, nonché ragioni fetali e placentari» hanno concluso gli autori. «Saranno necessari ulteriori studi e analisi più dettagliate per indirizzare meglio gli interventi alle donne con un elevato indice di massa corporea pre-gravidanza».
Bibliografia
Bone JN et al. The association between pre-pregnancy body mass index and perinatal death and the role of gestational age at delivery. PLoS One. 2022 Mar 23;17(3):e0264565.