Nato per restare in orbita per due anni, il telescopio spaziale per le alte energie Agile – ideato, progettato e costruito in Italia – ha superato tutte le più rosee aspettative di vita
Quindici anni fa, era il 23 aprile del 2007, il satellite scientifico italiano Agile (Astrorivelatore gamma a immagini leggero) decollava verso lo spazio dalla base di Sriharikota in India. Il satellite, realizzato dall’Agenzia spaziale italiana (Asi) con il contributo dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) e dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) iniziava così la sua vita operativa, prevista di due soli anni, e destinato a fare importanti scoperte scientifiche nel campo delle osservazioni scientifiche.
«A distanza di 15 anni dal lancio, avvenuto il 23 aprile 2007, e nonostante la pandemia Covid-19 e le inevitabili conseguenze anche sulle attività spaziali, il satellite Agile è a tutt’oggi pienamente operativo e continua ad effettuare ottime osservazioni scientifiche, in collaborazione con l’Inaf, nell’astrofisica delle alte energie, nello studio dei Terrestrial Gamma-ray Flashes (Tgf), nella ricerca delle contro-parti elettromagnetiche delle onde gravitazionali e anche in altri settori sperimentali come la ricerca e lo studio dei Fast Radio Burst» dichiara Fabio D’Amico, responsabile di programma Asi della missione Agile.
In questi quindici anni il satellite ha compiuto più di 77.600 orbite attorno alla Terra e ha acquisito la mappa completa del cielo osservato nella radiazione gamma. Agile ha esplorato la nostra galassia rivelando varie sorgenti galattiche soggette a cambiamenti molto rapidi e frequenti episodi di emissione X e gamma provenienti da molte stelle di neutroni e buchi neri.
Queste osservazioni sono state regolarmente trasmesse a terra, tramite la stazione di tracking dell’Asi di Malindi (Kenya), sono state inviate al Centro di controllo di Telespazio al Centro spaziale del Fucino in Abruzzo e da qui sono state rilanciate all’Asi Space Science Data Center (Ssdc) di Roma che ha provveduto a renderle disponibili alla comunità scientifica nazionale e internazionale e a gestirne i relativi cataloghi.
«Uno dei fattori determinanti nel successo della missione Agile è la sua capacità di risposta rapida in caso di eventi transienti, grazie ad un efficiente sistema di allerta sviluppato congiuntamente dal Team Agile e da Ssdc. Agile, dopo 15 anni, continua così il suo monitoraggio del cielo fornendo un contributo unico per la ricerca delle controparti gamma di onde gravitazionali, neutrini, Fast Radio Burst e altri transienti», dice Carlotta Pittori, coordinatrice del centro dati in Ssdc e responsabile scientifica della missione Agile dal 2019.
Il satellite ha anche registrato, nel 2010, inaspettati e repentini aumenti di emissione gamma provenienti dalla Nebulosa del Granchio (Crab). Questa nebulosa è una delle sorgenti più brillanti del cielo nello spettro X e gamma ed ha al centro una stella di neutroni in rapida rotazione che trasferisce energia al gas della parte interna attraverso un forte vento fatto di onde elettromagnetiche e particelle. Per questa scoperta, nel 2012, il prestigioso premio scientifico “Bruno Rossi” è stato assegnato alla missione Agile e al suo responsabile scientifico, principal investigator di Agile e attuale presidente dell’Inaf Marco Tavani, dalla High Energy Astrophisics Division dell’American Astronomical Society.
In questi 15 anni l’attività di osservazione scientifica di Agile è stata anche indirizzata alle osservazioni di alcuni fenomeni originati nell’atmosfera terrestre. Si tratta, appunto, dei Tgf: lampi di raggi gamma terrestri di brevissima durata – pochi millisecondi – che vengono prodotti a terra in occasioni di violenti temporali e, prevalentemente, nelle zone tropicali e equatoriali del nostro pianeta.
Il satellite dell’Asi Agile partecipa con i suoi strumenti di payload alle attività scientifiche di ricerca e analisi dei Fast Radio Burst – impulsi radio molto intensi provenienti dall’universo della durata del millisecondo, la cui origine non è ancora nota. Scoperti per la prima volta nel 2007, sono stati osservati su tutto il cielo e la loro origine è ancora dibattuta. Tutto è cambiato però nell’aprile 2020, quando un lampo radio veloce è stato osservato nella nostra galassia, la Via Lattea, e le osservazioni di Agile, confermate da altri satelliti, hanno mostrato per la prima volta che una stella di neutroni con campi magnetici molto intensi (magnetar) può produrre lampi di raggi X in coincidenza con esplosioni radio simili a Frb.