Caduta capelli: per il plasma ricco di piastrine non esiste uno standard di riferimento su come preparare o somministrare il trattamento
Il plasma ricco di piastrine è diventato un prodotto caldo nel settore del trattamento della caduta dei capelli, ma non esiste uno standard di riferimento su come preparare o somministrare il trattamento, lasciando ampi spazi a risultati non ottimali, secondo i commenti di diversi esperti al congresso dell’American Academy of Dermatology (AAD) 2022.
I trattamenti PRP, ovvero Plasma Ricco di Piastrine, vengono utilizzati da anni in diversi ambiti della medicina, soprattutto in ortopedia e medicina estetica. In ambito tricologico vengono utilizzati per trattare l’alopecia non cicatriziale. Il PRP è un concentrato di plasma ottenuto tramite centrifugazione di un prelievo ematico effettuato direttamente al paziente e contiene un numero di piastrine fino a sette volte superiori rispetto al sangue.
Il contenuto piastrinico contrasta il diradamento dei capelli sfruttano incrementando i fattori di crescita e accelerando la rigenerazione dei follicoli piliferi. Il trattamento, indicato per chi soffre di alopecia allo stadio iniziale o che ha un diradamento limitato della chioma, prevede l’infiltrazione del PRP nel cuoio capelluto e un successivo massaggio locale. Il risultato della terapia, far ricrescere i capelli e rinforzare quelli già esistenti migliorandone la vitalità, è visibile mediamente dopo 3/6 mesi.
«Il PRP è un cocktail di citochine del fattore di crescita, i cui benefici relativi dipendono completamente dagli ingredienti» ha sottolineato Terrence Keaney della George Washington School of Medicine di Washington DC. In altre parole la sua efficacia dipende principalmente dalle molteplici fasi in cui il sangue prelevato da un paziente viene separato nei suoi componenti, elaborato per creare un prodotto ricco di piastrine e quindi somministrato mediante iniezione o in combinazione con microaghi. Anche se l’obiettivo è ottenere una concentrazione piastrinica da due a cinque volte maggiore di quella che si trova nel sangue intero, non è così semplice come sembra.
Molti kit di dispositivi PRP disponibili
«Ci sono molti dispositivi centrifugati sul mercato e molte differenze nella metodologia per l’ottimizzazione della concentrazione piastrinica» ha spiegato Keaney. «Inoltre esistono numerose provette di raccolta proprietarie che utilizzano diversi tipi di anticoagulanti e diversi gel separatori che svolgono anche un ruolo nell’ottimizzare il prodotto e renderlo facilmente attivabile».
«Ogni fase della preparazione del PRP introduce una fonte di variazione che influenza la composizione e l’efficacia del prodotto finale» ha affermato Steven Krueger dell’Università del Massachusetts, Worcester, che ha contribuito con un capitolo su questo argomento nel libro di recente pubblicazione, Aesthetic Clinician’s Guide to Platelet Rich Plasma.
L’importanza della tecnica si riflette nei risultati incoerenti degli studi controllati pubblicati. Gli autori di molte ricerche non sono riusciti a fornire i dettagli del loro protocollo e, secondo Krueger, questa mancanza di chiarezza tra i protocolli disponibili ha creato un serio ostacolo per stabilire quali passaggi sono importanti e come fare progressi in questo campo.
In commercio anche dispositivi scadenti
Il primo dispositivo a ricevere l’approvazione normativa è stato sviluppato per indicazioni ortopediche più di 20 anni fa. Ora sono disponibili almeno 20 centrifughe con l’autorizzazione 510K della Fda per la separazione dei componenti del sangue per la produzione di PRP. La designazione 510K significa che sono “sostanzialmente equivalenti” a un dispositivo già approvato, ma Krueger ha avvertito che il loro uso nella preparazione del PRP per il trattamento della caduta dei capelli rimane off-label.
In questo settore in rapida espansione c’è anche una gamma crescente di kit PRP, ma solo alcuni hanno ricevuto l’approvazione della Fda. Krueger ha avvertito che vengono commercializzati tubi di raccolta che sono imitazioni scadenti di prodotti più consolidati. Ha messo in guardia specificamente contro i kit fai-da-te, che potrebbero essere meno efficaci per isolare le piastrine e possono essere contaminati da batteri piogeni che possono causare di infezioni. «Si raccomanda di utilizzare solo kit approvati, per evitare non solo il rischio di una scarsa efficacia ma anche un rischio significativo di gravi eventi avversi» ha aggiunto.
Tra i dispositivi a centrifuga, sia Krueger che Keaney generalmente raccomandano quelli a rotazione singola rispetto alla doppia rotazione, in particolare nei centri con un volume limitato di interventi per la caduta dei capelli basati su PRP, perché generalmente più semplici.
Una volta adeguatamente preparato, l’efficacia del trattamento al momento dell’applicazione può essere influenzata anche dalle strategie di attivazione. Anche se il meccanismo esatto del PRP nello stimolare la crescita dei capelli non sia in completamente definito, si ritiene che le piastrine abbiano un ruolo critico nel rilascio dei fattori di crescita. Esistono numerosi metodi per stimolare le piastrine al momento della somministrazione, come l’esposizione a collagene o trombina endogeni o sostanze chimiche esogene, come il cloruro di calcio. Ma anche in questo caso ci sono diverse tecniche e l’approccio ottimale è sconosciuto.
Dello stesso parere anche Omer Ibrahim, dermatologo affiliato al Chicago Cosmetic Surgery and Dermatology. Nonostante ritenga anche che ci siano buone evidenze a sostegno del PRP come opzione di trattamento nella caduta dei capelli, in particolare per l’alopecia androgenetica, ha anche espresso cautela nel promuovere questo approccio escludendo altre opzioni. «I pazienti mi chiedono una consulenza sui PRP, ma si tratta solo di una parte della strategia terapeutica, che agisce su più fronti».
Bibliografia
American Academy of Dermatology 2022. Presented March 25, 2022