Diabete di tipo 2: esiti cardiovascolari avversi ridotti con la terapia combinata SGLT2 inibitori e GLP-1 agonisti secondo un nuovo studio
Negli adulti affetti da diabete di tipo 2, l’uso combinato di un inibitore SGLT2 e di un agonista del recettore GLP-1 è associato a una ridotta probabilità di eventi avversi cardiaci e cerebrovascolari maggiori e di insufficienza cardiaca. È quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista Diabetes Care.
In un’analisi dei dati di oltre 300mila adulti con diabete di tipo 2 registrati in tre banche dati mediche in Inghilterra e Galles, l’uso di un inibitore SGLT2 da solo o in combinazione con un agonista del recettore GLP-1 è stato associato an minor rischio di incorrere in eventi avversi maggiori eventi cardiaci e cerebrovascolari (MACCE) e di insufficienza cardiaca rispetto ad altri regimi di trattamento. I soggetti in terapia con solo GLP-1 agonista avevano meno probabilità di insufficienza cardiaca.
«Le linee guida dell’American Diabetes Association e dell’European Association for the Study of Diabetes sono state aggiornate di recente per riflettere le ultime evidenze, con una nuova raccomandazione per l’uso di SGLT2 inibitori e GLP-1 agonisti nei pazienti ad alto rischio» hanno scritto il primo autore Alison Wright e colleghi della divisione di diabete, endocrinologia e gastroenterologia presso la University of Manchester School of Medical Sciences.
«Le linee guida evidenziano che nessuno studio ha valutato le malattie cardiovascolari o i benefici renali nei pazienti a basso rischio con diabete di tipo 2. Nel nostro studio mostriamo che, nella prevenzione primaria, l’uso di questi agenti è associato a minori probabilità di MACCE per gli inibitori SGLT2 e di insufficienza cardiaca per questi ultimi e per i GLP-1 agonisti, e che la terapia di combinazione potrebbe essere particolarmente utile per prevenire gli eventi MACCE» hanno aggiunto.
Analisi di un campione molto ampio di diabetici
I ricercatori hanno condotto uno studio caso-controllo nidificato sui dati provenienti da tre database di cartelle cliniche: Clinical Practice Research Datalink (CPRD) GOLD e Aurum in Inghilterra e la banca dati Secure Anonymized Information Linkage (SAIL) in Galles. Sono stati inclusi 440mila adulti con diabete di tipo 2 con una prescrizione di un farmaco per il diabete non insulinico dal gennaio 1998 al luglio 2018 e che hanno iniziato la terapia con almeno una nuova classe di farmaci da quando gli inibitori SGLT2 sono diventati disponibili nel Regno Unito. Eventi MACCE e insufficienza cardiaca sono stati identificati dai registri relativi alle cure primarie, a quelle ospedaliere e alla mortalità. I farmaci per il diabete sono stati classificati come regimi combinati SGLT2 e GLP-1, GLP-1 agonisti da soli, SGLT2 inibitori da soli, altri regimi di combinazione escluse le due classi citate, altre monoterapie o nessun farmaco.
Meno rischi cardiovascolari con la terapia combinata
Dopo aver escluso i soggetti con precedente malattia cardiovascolare, nella coorte in studio il tasso di incidenza non aggiustato di eventi MACCE era di 18,1 per 1.000 anni-persona. Escludendo i pazienti con una storia di insufficienza cardiaca, il tasso di incidenza non aggiustato per la condizione era di 13,9 per 1.000 anni-persona.
Dei quasi 18mila adulti con un evento MACCE, il 3,2% aveva utilizzato un inibitore SGLT2, il 2,5% un GLP-1 agonista e lo 0,3% una combinazione dei due agenti. Il trattamento con un inibitore SGLT2 da solo (OR aggiustato = 0,82) o in un regime combinato con un GLP-1 agonista (aOR = 0,7) è stato associato a una probabilità inferiore di MACCE rispetto ad altri regimi terapeutici.
Meno rischi di insufficienza cardiaca con la terapia combinata
Degli oltre 17mila adulti con insufficienza cardiaca, il 2,8% aveva utilizzato un GLP-1 agonista, l’1,7% un inibitore SGLT2 e lo 0,2% entrambi. La terapia combinata (aOR = 0,43), l’uso di un inibitore SGLT2 da solo (aOR = 0,49) e di un GLP-1 agonista da solo (aOR = 0,82) era associato a minori probabilità di insufficienza cardiaca rispetto ad altri farmaci per il diabete.
«Idealmente è necessario che questi risultati siano confermati prima di essere incorporati nei quadri decisionali clinici» hanno concluso i ricercatori. «Questi dati richiedono studi per valutare l’efficacia e il rapporto costo-efficacia di questi interventi e la loro combinazione nel contesto della prevenzione primaria. In considerazione delle questioni pratiche ed economiche associate ai tradizionali progetti di sperimentazione, l’esecuzione di sperimentazioni pragmatiche adeguatamente potenziate e integrate nei sistemi sanitari sarebbe un’opzione interessante».
Bibliografia
Wright AK et al. Primary Prevention of Cardiovascular and Heart Failure Events With SGLT2 Inhibitors, GLP-1 Receptor Agonists, and Their Combination in Type 2 Diabetes. Diabetes Care. 2022 Apr 1;45(4):909-918.