Con le parole di Papa Francesco, in prima serata su Rai Storia “Volti dei Vangeli”: le parabole, lo stupore e il mistero
“Il linguaggio delle parabole è più universale, perché parla di nessuno e di tutti. Ci vuole saper leggere le parabole. Per esempio, a me sempre ha colpito che quel ricco, quell’uomo che vive tra banchetti e banchetti, non ha nome, soltanto un aggettivo: epulone. Ma non ha il nome. Invece, l’altro, che era alla porta, il povero, ha un nome: Lazzaro. Le parabole danno questo messaggio: bisogna andare a guardare dietro. Anche il figliol prodigo non ha nome, ma riceve il nome dal papà quando gli dà il perdono; invece, l’altro rimane senza nome. Gesù inventa queste storie per farci capire cosa è quello che vuole da noi: non un perfezionismo di compiere la Legge, ma un amore capace di chiedere perdono, perché per chiedere perdono ci vuole amore”.
Parole con le quali Papa Francesco – attraverso le immagini più suggestive dell’arte cristiana – dà volto ai personaggi dei Vangeli in “Volti dei Vangeli”, il programma realizzato dal Dicastero per la Comunicazione con Rai Cultura, in collaborazione con la Biblioteca Apostolica Vaticana e i Musei Vaticani, in onda lunedì 16 maggio alle 21.10 su Rai Storia. Al centro del terzo appuntamento oltre al tema delle parabole, quelli dello stupore e del mistero e le parabole.