Al Congresso dell’American Academy of Dermatology presentati risultati promettenti di studi sperimentali su orticaria, psoriasi e pioderma gangrenoso
Al congresso 2022 dell’American Academy of Dermatology (AAD) sono stati presentati risultati interessanti mostrati da tre terapie sperimentali nell’orticaria cronica spontanea, nella psoriasi e nel pioderma gangrenoso.
In uno studio multicoorte di fase IIb, il trattamento dell’orticaria cronica spontanea (CSU) con l’inibitore sperimentale della tirosina-chinasi di Bruton remibrutinib ha portato a miglioramenti rapidi e significativi. Un quarto dei pazienti ha ottenuto risposte complete entro la prima settimana dall’inizio della terapia, cresciuti al 41,9% entro la settimana 12. In tutti i gruppi di dosaggio il 40-54% dei pazienti è migliorato significativamente dalla settimana 2 fino alla settimana 12.
L’orticaria cronica spontanea provoca pomfi pruriginosi persistenti (≥6 settimane) e/o angioedema, che influiscono in modo sostanziale sulla qualità della vita. La malattia è una conseguenza dell’attivazione dei mastociti associata all’autoimmunità di tipo 1 e di tipo IIb. In alcuni studi oltre la metà dei pazienti ottiene un controllo inadeguato della malattia con gli antistaminici H1 di seconda generazione. Gli inibitori della tirosina-chinasi di Bruton (BTK) come remibrutinib hanno una potenziale attività contro la CSU di tipo I e di tipo IIb, inibendo la produzione di autoanticorpi nei linfociti B e mediando la degranulazione nei mastociti.
I ricercatori hanno randomizzato 311 pazienti in sei gruppi di dosaggio di remibrutinib o placebo per 12 settimane. Gli endpoint primari erano il tempo per la prima risposta completa, il tempo per un buon controllo della malattia e il controllo fino a 12 settimane in base all’Urticaria Activity Scale.
Tutti i bracci di remibrutinib hanno sovraperformato il placebo, ma la dose di 25 mg BID ha portato ai migliori risultati, compreso un buon controllo della malattia nel 27,9% dei pazienti entro la prima settimana, cresciuto al 55,8% alle settimane 4 e 12, e una risposta completa nel 32,8 % dei pazienti entro la settimana 2, diventato il 41,9% alle settimane 4 e 12.
Gli eventi avversi sono stati generalmente lievi o moderati e non dose-dipendenti, ha riferito al congresso il primo autore Marcus Maurer della Charité University Medicine di Berlino. «In questo studio di determinazione della dose di fase IIb, i pazienti trattati con remibrutinib hanno mostrato un buon controllo della malattia già dalla prima settimana» ha affermato.
Psoriasi, buoni risultati con la terapia centrata sull’intestino
Una terapia sperimentale che interagisce con i recettori del sistema immunitario nell’intestino tenue ha mostrato un’attività preliminare in pazienti con psoriasi lieve o moderata.
In tre diverse coorti di dosaggio del nuovo agente EDP1815, un ceppo non vivente incapsulato di Prevotella histicola, un batterio anaerobico ricavato da biopsie del tratto gastrointestinale superiore umano, il 25-31,9% dei pazienti ha ottenuto una riduzione di almeno il 50% dello Psoriasis Severity and Area Index (PASI 50) dopo 16 settimane, rispetto al 12,1% con il placebo.
Alla fine del periodo di follow-up di 24 settimane una volta terminato il trattamento, tra i 30 pazienti con risposte PASI 50 a 16 settimane, 18 (60%) hanno avuto risposte PASI ≥50, ha riportato il primo autore Douglas Maslin, di Evelo Biosciences. Dopo le 24 settimane di follow-up in un sottogruppo di 20 pazienti con risposte PASI 50-74 alla settimana 16, nove (45%) hanno ottenuto risposte PASI ≥75 e diversi partecipanti hanno avuto un ulteriore miglioramento, raggiungendo risposte PASI 100 (clearance cutanea completa).
«Il feedback che abbiamo ricevuto dai pazienti indica che apprezzano di poter essere trattati con una terapia non farmacologica» ha affermato Maslin. «Il profilo di sicurezza che abbiamo rilevato non è diverso dal placebo negli oltre 500 pazienti a cui è stata somministrata finora (di cui 249 nello studio di fase II). Questi dati dimostrano il potenziale dell’EDP1815 come trattamento fondamentale per la psoriasi in tutte le fasi della malattia».
Pioderma gangrenoso, successo precoce con vilobelimab
In un piccolo studio pilota, oltre tre quarti dei pazienti con pioderma gangrenoso, più della metà dei quali ha ottenuto una chiusura completa della ferita, hanno risposto all’anticorpo monoclonale sperimentale anti-C5a vilobelimab, una nuova terapia mirata all’attivazione dei neutrofili.
Il pioderma gangrenoso è una rara dermatosi infiammatoria che provoca ulcere cutanee dolorose, per la quale non sono disponibili terapie approvate. Si ritiene che l’attivazione dei neutrofili guidata dal complemento C5a sia un meccanismo chiave della fisiopatologia della patologia.
Lo studio di fase II, in aperto, di aumento della dose, ha coinvolto 19 pazienti trattati con uno di tre schemi posologici di vilobelimab (tre dosi durante la prima settimana seguite da tre dosi di mantenimento nell’arco di 5 settimane, poi titolazione individualizzata per altre nove dosi).
L’outcome primario è stato misurato tramite il Physician’s Global Assessment (PGA) a 6 punti, con il raggiungimento della risposta definito da un punteggio PGA ≤3, mentre un PGA ≤1 è stato considerato remissione clinica e chiusura di un’ulcera target. I 19 pazienti arruolati avevano una durata media della malattia di 3,6 anni e un’area media dell’ulcera target di 36 cm2.
Quindici pazienti (78%) hanno soddisfatto i criteri di risposta e nove hanno ottenuto risposte complete. Sei dei sette pazienti trattati con la dose più alta del farmaco hanno ottenuto una risposta completa. Il tempo medio per raggiungere la risposta dell’ulcera è stato di 69 giorni e il tempo medio per raggiungere la chiusura dell’ulcera è stato di 104 giorni.
«Vilobelimab ogni 2 settimane si è dimostrato sicuro e ben tollerato» ha dichiarato nella sua presentazione il primo autore dello studio Afsaneh Alavi, della Mayo Clinic di Rochester, Minnesota. «Non abbiamo osservato eventi avversi dose-dipendenti e il profilo degli effetti collaterali era in linea con la malattia sottostante e con le condizioni del paziente. La dose da 2.400 mg ha portato a un alto tasso di chiusura dell’ulcera bersaglio e rappresenta la dose per le sperimentazioni di fase III. Le ulcere rimangono chiuse per 2 mesi dopo il completamento del trattamento nella maggior parte dei pazienti».
Bibliografia
Maurer M et al. Remibrutinib for chronic spontaneous urticaria: Time to complete urticaria control. AAD 2022. Late-breaking abstract.
Maslin D et al. A phase II study investigating the effect of EDP1815, an orally delivered anti-inflammatory, gut-restricted, commensal microbe in the treatment of mild and moderate plaque psoriasis. AAD 2022. Late-breaking abstract.
Alavi A et al. Anti-C5a antibody vilobelimab (IFX-1) treatment in patients with ulcerative pyoderma gangrenosum: Phase II, open-label, dose-escalation trial. AAD 2022. Late-breaking abstract.