L’elefantina Molly salvata dagli abusi grazie ai social cinesi


La storia di Molly, l’elefantina salvata dagli abusi grazie alla mobilitazione dei social cinesi: la piccola è stata riportata dalla mamma, da cui era stata separata nel 2018

In mostra a Catania lo scheletro dell’elefante più piccolo mai esistito: alto appena 90 cm, è testimonianza del fenomeno di nanismo insulare

Gli attivisti su Weibo, il maggiore social media cinese, hanno vinto: l’elefantina Molly, ritenuta vittima di abusi in uno zoo della Cina centrale e diventata un’icona della tutela degli animali sul web, è tornata dopo quattro anni con la madre nel centro dove era nata nello Yunnan, nel sud del Paese, a seguito di una lunga mobilitazione popolare. La decisione, presa in settimana dalle autorità forestali dell’Henan, è stata annunciata proprio per venire incontro “alle preoccupazioni pubbliche” e nell’ottica di far “vivere e crescere in condizioni migliori” l’animale, come riferisce il quotidiano cinese in lingua inglese South China Morning Post.

LA STORIA DELL’ELEFANTINA MOLLY

Molly nell’ultimo anno, e in modo particolare nelle ultime settimane, è stata uno dei principali temi di discussione della piattaforma social cinese, coinvolgendo anche alcune star del cinema e della musica della vicina Taiwan, su cui Pechino rivendica la sovranità. In onore dell’animale sono nati hashtag, “gif” e appelli, come ricostruisce la pagina cinese specializzata What’s on Weibo. Tutto è partito da una foto condivisa su internet l’anno scorso dell‘animale in catene, da cui emergeva inoltre un’espressione particolarmente triste. Successivamente video e immagini di vari abusi, comprese forzate apparizioni circensi, sono diventate virali, così come gli inviti a far tornare l’animale dalla mamma, da cui era stata separata nel 2018, a due anni di età, in cambio di un altro elefante nell’ottica di diversificare il pedigree degli animali tenuti in uno zoo di Kumming, appunto capoluogo dello Yunnan.

LA TUTELA DEGLI ANIMALI IN CINA

Il centro in cui viveva l’animale ha inizialmente negato i maltrattamenti, senza dare però molti dettagli, denunciando inoltre che alcuni dei video dell’elefante circolati sui social in realtà non erano di Molly. Come evidenziato dai media di Pechino, in Cina esistono leggi per la tutela della fauna selvatica ma allo stesso tempo l’utilizzo per fini commerciali degli animali non è proibito. Come spiega la Dire (www.dire.it), non esistono inoltre norme specifiche contro gli atti crudeli sugli animali.