Altri due casi di vaiolo delle scimmie individuati in Italia. Assieme a quello di ieri, sono stati presi tutti in carico dall’Istituto Spallanzani
“Ho appena ricevuto notizia dal SERESMI (Servizio regionale per la sorveglianza delle malattie infettive) che anche gli altri due casi sospetti correlati con il caso zero italiano, sono stati confermati, pertanto salgono a 3 i casi di vaiolo da scimmie tutti presi in carico dall’Istituto Spallanzani. Ho aggiornato il Ministro Speranza sull’evoluzione della situazione”. Lo dichiara l’Assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato. Ieri, sempre all’Istituto Spallanzani di Roma è stato isolato il primo caso.
VAIOLO DELLE SCIMMIE, PERCHÉ SI CHIAMA COSÌ
Chiamata ‘vaiolo delle scimmie’, perché scoperta per la prima volta nel 1958 in alcune scimmie da laboratorio, questa rara patologia ciclicamente presente in numerose zone dell’Africa occidentale e centrale può però colpire anche altri animali, come roditori, topi, scoiattoli e conigli.
VAIOLO DELLE SCIMMIE E CLUSTER GAY
Per capire meglio di come avviene il contagio e se c’è il rischio di una nuova epidemia l’agenzia Dire (www.dire.it) ha intervistato l’infettivologo Matteo Bassetti, il quale ha sottolineato che “la maggioranza dei casi ad oggi riportati sono avvenuti all’interno di comunità chiuse, di cluster, fatte soprattutto da omosessuali che hanno avuto rapporti con altri uomini. È allora probabile che il contagio sia avvenuto durante o in prossimità di rapporti intimi sessuali“.
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Non si è fatta attendere la risposta di Fabrizio Marrazzo, portavoce del Partito Gay per i diritti LGBT+, Solidale, Ambientalista e Liberale il quale ha chiesto “chiarimenti al ministero della Salute e che siano vietate affermazioni come quella del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), che afferma che le persone gay sono a rischio, per tale epidemia”.
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VAIOLO DELLE SCIMMIE E VACCINO
In Europa si contano già 20 casi e in Italia oggi si è arrivati a tre. Se dovessero aumentare sarà necessario vaccinarsi? Lo abbiamo chiesto al presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli. “Il vaiolo umano è stato eradicato- ha affermato Anelli- e se quello delle scimmie dovesse potersi trasmettere anche agli umani, avremmo una fascia di popolazione oggi non protetta. Mentre chi ha una certa età possiede la vaccinazione fatta contro il vaiolo, che è permanente, ci sono infatti larghi strati di generazioni che non si sono vaccinate. Ma, ripeto, oggi è presto per pensare di vaccinarsi contro il vaiolo”, ha dichiarato il presidente della Fnomceo.
REZZA: POSSIBILI ALTRI CASI
“A seguito della segnalazione di alcuni casi del vaiolo delle scimmie in Europa, il ministero della Salute ha tempestivamente allertato le Regioni e messo in piedi un sistema di monitoraggio dei casi”. Così in una clip video il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza.
“Un primo caso – prosegue Rezza – è stato immediatamente identificato dall’Istituto nazionale di Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani e altri due casi potrebbero essere confermati nelle prossime ore”. Dato che il virus si trasmette per contatto diretto o molto stretto “i focolai tendono generalmente ad autolimitarsi”, ha infine concluso.
SPERANZA: “TENIAMO ALTO IL LIVELLO DI ATTENZIONE”
“Teniamo alto il livello di attenzione grazie alla nostra rete di sorveglianza europea e nazionale”. Lo fa sapere il ministro della Salute, Roberto Speranza, da Berlino dove è in corso la riunione dei ministri del G7. “Proprio qui a Berlino al G7 ne ho parlato informalmente con la commissaria Stella Kyriakides e gli altri ministri”, ha aggiunto il ministro, sottolineando che “verranno coinvolti Ecdc e Hera”.