Bristol Myers Squibb ottiene l’approvazione della Commissione Europea per nivolumab come trattamento adiuvante di pazienti adulti con carcinoma uroteliale muscolo-invasivo
Bristol Myers Squibb annuncia che la Commissione Europea (EC) ha approvato nivolumab per il trattamento adiuvante di pazienti adulti con carcinoma uroteliale muscolo-invasivo con espressione tumorale del PD-L1 ≥1%, ad alto rischio di recidiva dopo resezione radicale. Con questa decisione della Commissione Europea, nivolumab diventa la prima opzione di immunoterapia adiuvante approvata per i pazienti dell’Unione Europea in questo setting.
Nello studio di Fase 3 CheckMate -274, nivolumab ha dimostrato un miglioramento statisticamente significativo e clinicamente rilevante della sopravvivenza libera da malattia (DFS) rispetto al placebo sia in tutti i pazienti randomizzati che in quelli con espressione di PD-L1 ≥1%. La decisione della Commissione Europea si basa sui risultati dei pazienti con espressione tumorale di PD-L1 ≥1%, che hanno mostrato una riduzione del 47% del rischio di recidiva o di morte con nivolumab rispetto al placebo (Hazard Ratio [HR] 0,53; 95% Intervallo di Confidenza [CI]: 0,38 – 0,75; p=0,0005), con una mediana di sopravvivenza libera da malattia non raggiunta con nivolumab rispetto a 8,41 mesi con placebo. Nivolumab è stato generalmente ben tollerato, con un profilo di sicurezza in linea con gli studi di nivolumab nei pazienti con tumori solidi riportati precedentemente.
“Per anni circa la metà dei pazienti con carcinoma uroteliale muscolo-invasivo, nonostante la diagnosi precoce consentisse l’asportazione chirurgica del tumore, è andata incontro a recidiva, con ridotte opzioni terapeutiche efficaci e sicure in grado di prevenirla,” afferma Fred Witjes, M.D., professore di urologia oncologica, Radboud Institute for Molecular Life Sciences. “Con l’approvazione di nivolumab i medici hanno ora a disposizione un’opzione immunoterapica da offrire a determinati pazienti dopo la chirurgia che, nello studio clinico CheckMate -274, ha ridotto significativamente il rischio di recidiva o di morte. Questa approvazione potenzialmente consentirà di rivoluzionare il trattamento del carcinoma uroteliale muscolo-invasivo di una specifica tipologia di pazienti nell’Unione Europea.”
L’approvazione europea consente l’utilizzo di nivolumab per il trattamento adiuvante di adulti con carcinoma uroteliale muscolo-invasivo radicalmente resecato, a rischio elevato di recidiva, con espressione tumorale di PD-L1 ≥1% nei 27 Stati membri dell’Unione Europea, Islanda, Liechtenstein e Norvegia. Oltre che nell’Unione Europea, nivolumab ha ottenuto approvazioni basate sullo studio CheckMate -274 in 7 Paesi, tra cui indicazioni indipendenti dai livelli di espressione di PD-L1 negli Stati Uniti e in Giappone, e altre applicazioni sono in corso di esame da parte delle autorità sanitarie in tutto il mondo. I risultati dello studio CheckMate -274 sono stati presentati per la prima volta all’American Society of Clinical Oncology (ASCO) Genitourinary Symposium a febbraio 2021 e sono stati pubblicati nel New England Journal of Medicine a giugno 2021.
“Siamo spinti dall’obiettivo di far progredire nuove opzioni di trattamento che possano aiutare a cambiare le prospettive dei pazienti oncologici, sia con malattia in stadio iniziale sia con malattia metastatica,” dichiara Dana Walker, M.D., M.S.C.E., vice presidente, responsabile del programma di sviluppo, tumori genitourinari, Bristol Myers Squibb. “Questa approvazione di nivolumab ci offre l’opportunità di introdurre un nuovo standard di cura post chirurgia per determinati pazienti con tumore uroteliale, forti dell’esperienza come prima azienda che ha fornito inibitori del checkpoint immunitario ai pazienti dell’Unione Europea nel setting adiuvante del melanoma e dei tumori esofagei. Siamo desiderosi di collaborare con gli stakeholder europei per rendere disponibile nivolumab il più presto possibile per i pazienti eleggibili.”
“Con la seconda più alta incidenza di tumore della vescica a livello mondiale, l’Europa ha mostrato una urgente necessità di nuove opzioni di trattamento dopo la chirurgia, per i pazienti che devono gestire l’impatto fisico e mentale dell’intervento chirurgico combinato con la paura del ritorno del tumore,” sostiene Alex Filicevas, direttore esecutivo, World Bladder Cancer Patient Coalition. “Siamo soddisfatti dell’approvazione di un nuovo trattamento adiuvante con il potenziale di ridurre il rischio di recidiva. Inoltre, subire l’asportazione chirurgica della vescica a causa del tumore della vescica muscolo-invasivo è stravolgente, il che rende ancora più importante quanto mostrato dai dati pubblicati, cioè che nivolumab ha mantenuto la qualità di vita rispetto al placebo. La decisione positiva ha il potenziale di offrire ai pazienti con carcinoma uroteliale muscolo-invasivo una migliore qualità di vita con i propri cari.”
Nivolumab è attualmente approvato nell’Unione Europea per il trattamento adiuvante di tre tipi diversi di tumori: carcinoma uroteliale, melanoma e cancro esofageo o della giunzione gastro-esofagea. Inoltre, l’azienda presenta un vasto programma di sviluppo negli stadi tumorali inziali che al momento riguarda otto diversi tipi di tumore nei setting neoadiuvante, adiuvante e peri-operatorio.
Riassunto del profilo di sicurezza di nivolumab in monoterapia
Nei dati aggregati di nivolumab in monoterapia in diversi tipi di tumore (n=4.122), con un follow-up minimo compreso tra 2,3 e 28 mesi, le reazioni avverse riportate più frequentemente (≥10%) nei pazienti trattati con nivolumab erano stanchezza (45%), dolore muscoloscheletrico (31%), diarrea (26%), tosse (24%), eruzione cutanea (24%), nausea (23%), prurito (19%), appetito ridotto (18%), stipsi (17%), dispnea (17%), dolore addominale (16%), infezione delle vie respiratorie superiori (16%), artralgia (14%), piressia (14%), vomito (14%), cefalea (13%) ed edema (10%). La maggior parte delle reazioni avverse erano da lievi a moderate (Grado 1 o 2).
Lo studio CheckMate -274
CheckMate -274 è uno studio randomizzato, in doppio cieco, multicentrico, di Fase 3, che valuta nivolumab rispetto al placebo in pazienti con tumore uroteliale muscolo-invasivo ad alto rischio di recidiva dopo chirurgia radicale. In totale, 709 pazienti sono stati randomizzati 1:1 a ricevere nivolumab 240 mg ogni due settimane o placebo, fino a un massimo di un anno. Endpoint primari dello studio sono la sopravvivenza libera da malattia (DFS) in tutti i pazienti randomizzati (popolazione ‘intention-to-treat’) e nel sottogruppo di pazienti con espressione tumorale di PD-L1 ≥1%. Endpoint secondari chiave includono la sopravvivenza globale (OS), la sopravvivenza libera da recidiva del tratto non-uroteliale (NUTRFS) e la sopravvivenza malattia-specifica (DSS).
Il carcinoma uroteliale
Il carcinoma uroteliale è il decimo tumore più comune al mondo, con più di 573.000 nuove diagnosi ogni anno. Il carcinoma uroteliale, che più frequentemente origina nelle cellule che ricoprono la parete interna della vescica, rappresenta circa il 90% dei casi di tumore della vescica. Oltre che nella vescica, il carcinoma uroteliale può manifestarsi in altre parti del tratto urinario, tra cui ureteri e pelvi renale. La maggior parte dei carcinomi uroteliali è diagnosticata in stadio precoce, ma i tassi di recidiva e di progressione di malattia sono elevati. Circa il 50% dei pazienti che si sottopone a resezione radicale presenta recidiva di malattia. Nei pazienti in cui la recidiva si presenta come tumore metastatico la prognosi è sfavorevole, e la mediana di sopravvivenza globale è di circa 12-14 mesi con la terapia sistemica.