Secondo uno studio inglese non vi sarebbe nessuna evidenza di un legame tra l’uso detelefoni cellulari, anche per oltre 10 anni, e l’insorgenza di tumori cerebrali
Secondo un ampio studio condotto nel Regno Unito e pubblicato sul Journal of the National Cancer Institute non vi sarebbe nessuna evidenza di un legame tra l’uso dei telefoni cellulari, anche per oltre 10 anni, e l’insorgenza di tumori cerebrali.
«Questi risultati corroborano le evidenze crescenti secondo le quali l’uso del cellulare, nelle condizioni usuali, non aumenta il rischio di tumore al cervello» ha affermato una delle autrici della ricerca, della Cancer Epidemiology Unit del Nuffield Department of Population Health dell’Università di Oxford.
Tuttavia, osservano gli autori, un importante limite dello studio è che ha coinvolto solo donne di mezza età e più anziane, che in genere usano i cellulari meno delle donne o degli uomini più giovani. Nella coorte analizzata infatti, l’uso del telefono cellulare è risultato basso, in quanto solo il 18% delle intervistate ha dichiarato di parlare al telefono per almeno 30 minuti ogni settimana.
Lo studio
Lo studio è stato effettuato da ricercatori del Nuffield Department of Population Health dell’Università di Oxford e dell’International Agency for Research on Cancer (IARC), che hanno utilizzato i dati dello UK Million Women Study, uno studio di popolazione iniziato nel 1996, che ha coinvolto 1,3 milioni di donne nate fra il 1935 e il 1950 attraverso lo UK National Health Service (NHS) Breast Screening Programme, un programma di screening mammografico del servizio sanitario britannico. Queste donne hanno compilato regolarmente questionari inviati per posta e contenenti domande relative ai fattori sociodemografici, medici e legati allo stile di vita.
Nel 2001, 776.000 donne (che all’epoca avevano fra i 50 e i 65 anni) hanno compilato alcuna domande relative al loro impiego del cellulare. Nel 2011, 10 anni dopo, circa la metà di queste ha risposto alle stesse domande e le risposte raccolte hanno rilevato che la maggior parte delle donne (75%) di età compresa tra i 60 e i 64 anni utilizzava un telefono cellulare, mentre solo poco meno della metà di quelle tra i 75 e i 79 anni ne faceva uso.
Queste donne sono state poi seguite per una media di 14 anni, mediante un’analisi dei dati riportati nel database dell’NHS. I ricercatori hanno cercato qualsiasi informazione riguardante tumori cerebrali, tra cui glioma, neurinoma acustico, meningioma e tumori ipofisari e oculari.
Durante i 14 anni di follow-up, 3268 (0,42%) donne hanno sviluppato un tumore al cervello, ma non è stata rilevata nessuna differenza significativa di rischio di sviluppare un tumore fra le donne che non avevano mai usato un telefono cellulare e quelle che ne dichiaravano l’utilizzo.
Inoltre, non è stata individuata nessuna differenza nel rischio di sviluppare tumori cerebrali fra le donne che hanno riferito di utilizzare un telefono cellulare quotidianamente, quelle che lo avevano utilizzato per almeno 20 minuti a settimana e quelle che lo avevano usato per oltre 10 anni.
Inoltre, tra coloro che hanno sviluppato un tumore cerebrale, nelle utilizzatrici dei cellulari l’incidenza dei tumori rilevata sul lato destro e sinistro è risultata simile, sebbene, sottolineano i ricercatori, l’uso del cellulare tenda a coinvolgere il lato destro della testa molto più del sinistro.
Punti di forza e limiti dello studio
Sebbene si tratti di uno studio ampio, che ha raccolto numerosi dati sui tumori, e soprattutto di natura prospettica, la valutazione alquanto basilare dell’esposizione (con una mancanza di dettaglio sulla storia di utilizzo del cellulare) e la mancanza di informazioni sul tipo di tecnologia utilizzata rappresentano la principale limitazione dello studio. Potrebbe essersi verificata, a detta degli autori, un’errata classificazione dell’esposizione, soprattutto nei primi anni, a causa della rapida crescita dell’uso dei cellulari, come dimostrato in altri studi che hanno confrontato l’uso del cellulare dichiarato dagli utenti e le registrazioni del traffico da parte degli operatori di telefonia mobile.
La lateralità del tumore, poi, era disponibile solo per la metà circa dei casi di glioma, il che lascia un po’ di incertezza sui risultati specifici della localizzazione del tumore.
Inoltre, a causa dei piccoli numeri rilevati, i risultati sul neurinoma acustico hanno ampi intervalli di confidenza, riflesso del fatto che questo tumore è molto raro.
Non mancano le critiche
Lo studio e le sue conclusioni hanno ricevuto pesanti critiche da parte dell’Environmental Health Trust (EHT). Gli esperti dell’EHT hanno osservato, infatti, che lo studio si è basato su dati rilevati un decennio fa, senza considerare che oggi le persone usano il telefono cellulare per molte ore al giorno. Inoltre, hanno sottolineato che attualmente ci sono decine di studi sull’uomo e sugli animali che hanno evidenziato un’associazione tra le radiazioni emesse dal cellulare e il tumore. Sulla base di questi dati l’EHT continua a raccomandare di ridurre le esposizioni alle radiazioni dei cellulari e di altri dispositivi wireless, soprattutto nei bambini.
I timori riguardanti il rischio di tumori, specie tumori cerebrali, associato all’uso dei cellulari, circolano da decenni e ad oggi sono stati effettuati più di 30 studio epidemiologici su questo tema controverso.
Nel 2011, anche la IARC aveva dichiarato che i cellulari sono «potenzialmente cancerogeni», basando questa conclusione in gran parte sui risultati del grande studio internazionale caso-controllo INTERPHONE, oltre che di una serie di studi svedesi.
Le obiezioni degli autori
Nell’articolo pubblicato ora sul Journal of the National Cancer Institute, i ricercatori britannici suggeriscono che «una probabile spiegazione dei precedenti risultati positivi potrebbe risiedere nel fatto che per un tumore a crescita molto lenta, potrebbe esserci stato un bias di rilevamento del del tumore, visto che gli utilizzatori del telefono cellulare, consapevoli dei sintomi tipici del neurinoma acustico come i problemi di udito monolaterale, si rivolgono al medico prima di coloro che non li utilizzano.
«La totalità delle prove ottenute nell’uomo attraverso studi osservazionali, con valutazioni di tendenze temporali e di test biologici, suggerisce un aumento scarso o nullo del rischio di sviluppare un tumore al cervello negli utilizzatori di telefoni cellulari», concludono i ricercatori britannici.
Joachim Schüz, direttore della sezione ambiente e radiazioni dello IARC e primo firmatario dello studio, ha dichiarato che «le tecnologie mobili migliorano continuamente e le ultime generazioni emettono una potenza [di radiazioni] in uscita sostanzialmente inferiore. Tuttavia, data la mancanza di evidenze su coloro che fanno un uso prolungato del cellulare, secondo un principio di massima precauzione è doveroso consigliare agli utilizzatori della telefonia mobile di ridurre le esposizioni non necessarie».
Bibliografia
J. Schüz, et al. Cellular telephone use and the risk of brain tumors: update of the UK Million Women Study. JNCI: Journal of the National Cancer Institute 2022; djac042. Link