Mario Rigoni Stern è il protagonista dello speciale di Giuseppe Sangiorgi, con la regia di Pierluigi Castellano, in seconda serata su Rai Storia
Nato come “scrittore per caso” Mario Rigoni Stern, dopo il successo planetario del suo primo libro, “Il sergente della neve” del 1953, dedicato ai soldati italiani caduti in Russia nella Seconda guerra mondiale, si è affermato come uno dei più amati scrittori italiani del Novecento. È lui il protagonista dello speciale di Giuseppe Sangiorgi, con la regia di Pierluigi Castellano, in onda per il ciclo “Italiani” martedì 31 maggio alle 22.10 su Rai Storia.
Lo raccontano amici ed estimatori come Eraldo Affinati, Paolo Cognetti, Mario Isnenghi, Marco Paolini, Maria Pia Veladiano. Nel clima politico di allora, il regime fascista, a 17 anni si arruola volontario nella Scuola centrale di alpinismo di Aosta, in Piemonte. Ciò che apprende gli sarà prezioso pochi anni dopo quando, con il grado di sergente maggiore degli alpini, parteciperà alla campagna di Russia. A gennaio del 1943, dall’avamposto sul Don dove era col suo reparto, inizia la ritirata del corpo d’armata italiano sul fronte orientale.
È un’esperienza drammatica, alla quale seguono, dopo l’otto settembre, due anni di prigionia in campi di concentramento tedeschi fino a quando, nel 1945, farà ritorno a casa. Nel 1953 riuscirà a condensare la dolorosa esperienza della campagna di Russia in un libro, “Il sergente nella neve”, che lo rende immediatamente celebre in Italia e all’estero per la umanità e la essenzialità con cui racconta la drammatica esperienza vissuta. Tornato ad Asiago viene assunto come impiegato all’ufficio locale delle imposte dove resta fino al 1970, l’anno in cui va in pensione. Ma non sarà mai un semplice impiegato.
Dopo “Il sergente nella neve”, Mario Rigoni Stern diventa un prolifico scrittore, impegnato non solo a raccontare le vicende della Seconda guerra mondiale, ma più ancora la vita e il fascino delle “sue montagne”. Amico di Primo Levi, Elio Vittorini, Nuto Revelli, è un esponente di primo piano dell’ambiente letterario che nel secondo dopoguerra si forma intorno alla casa editrice Einaudi. Scrive articoli per Il Giorno e La Stampa, e collabora più volte con un altro suo grande amico, il regista Ermanno Olmi. Uomo semplice, romantico e schietto, ha sempre detto no a quanti volevano proporlo come senatore a vita. E’ morto nella sua Asiago il 16 giugno del 2008.