Che cosa sono l’effetto Halo e l’effetto Horn? Gli esperti di Guidapsicologi.it ci parlano dell’influenza esercitata da questi pregiudizi cognitivi
Che cosa sono l’effetto halo e l’effetto horn (conosciuti anche come effetto alone ed effetto corno)? In che modo influenzano la nostra vita quotidiana? È possibile invertire il processo di tali effetti? L’essere umano ha bisogno di classificare la realtà in modo ordinato, per questo attribuiamo caratteristiche positive o negative alle persone anche se non disponiamo d’informazioni sufficienti o di una conoscenza previa. Questa attribuzione generata dalla prima impressione annulla la capacità di esprimere un giudizio razionale, perché giudicare oggettivamente richiede un grande sforzo razionale e consapevole.
Gli esperti di Guidapsicologi.it ci parlano dell’influenza esercitata da questi pregiudizi cognitivi in diverse aree e ci lasciano alcuni suggerimenti per evitare di farci dominare dall’effetto halo e dall’effetto horn.
Che cos’è l’effetto halo? E l’effetto horn?
L’effetto halo cerca di attribuire caratteristiche positive a una persona senza nemmeno conoscerla o avere informazioni sufficienti. È un’impressione dell’altro che si fonda sulla prima percezione che si ha di lei, che condiziona l’opinione generale. Normalmente, si crede che sarà possibile generare un’amicizia o qualche tipo di relazione con quella persona senza sapere come sia davvero. Il suo opposto, l’effetto horn cerca di attribuire caratteristiche negative senza conoscere la persona in questione. Il pregiudizio avviene attraverso l’attribuzione di qualità negative in modo generalizzato attraverso un’altra qualità che è stata rilevata o conosciuta. Di solito, entrambi gli effetti sono prodotti da un giudizio erroneo che si genera attraverso una prima impressione, e l’attribuzione viene fatta con sufficiente certezza, prevalendo sulla capacità di esprimere un giudizio razionale. Tale dinamica è causata dalla necessità umana di classificare la realtà in modo ordinato. Pertanto, sia l’effetto halo che l’effetto horn, si basano su un processo di valutazione inconscia dell’altro, giudicato soggettivamente – sia positivamente o negativamente – poiché giudicare oggettivamente richiede un grande sforzo razionale e consapevole.
In che modo questi effetti possono influenzare la nostra vita quotidiana?
Il cervello ha costantemente bisogno di avere un’idea del contesto e degli stimoli che lo circondano, in questo modo genera un clima di sicurezza e adattamento all’ambiente facendo anticipazioni, in positivo o in negativo. In questo caso, ciò che si verifica è un pregiudizio di conferma sull’altra persona, che consiste nell’emettere regolarmente giudizi di valore sugli altri e sull’ambiente circostante. Queste ipotesi e inferenze inizialmente fatte normalmente sono sbagliate, poiché la persona viene giudicata in anticipo, senza conoscerla. Tuttavia, se la persona che sta formulando il giudizio di valore si rende conto che potrebbe avere torto, passerà a trovarsi in uno stato di insicurezza, costretta a dubitare di se stessa e della sua idea iniziale. Esprimere regolarmente giudizi di valore influenzerà il soggetto a generare aspettative che non vengono soddisfatte. Da qui l’insorgere di sentimenti di delusione, rabbia, colpa, rimprovero… perché le persone in questione non hanno agito come si immaginava all’inizio.
L’influenza di questi pregiudizi cognitivi può essere rilevata in diverse aree:
SOCIALE. In politica si è riscontrato che questi pregiudizi cognitivi hanno una grande influenza, ad esempio: in alcuni studi è stato osservato che le persone più attraenti avranno più facilità rispetto a quelle meno attraenti per accedere a una posizione di potere nel mondo del lavoro.
FORMAZIONE. Secondo alcune ricerche, questi pregiudizi cognitivi possono influenzare il modo in cui il corpo docente interagisce con gli studenti, impegnandosi maggiormente con coloro che vengono percepiti come più attraenti.
MARKETING. Nel marketing vengono sfruttati i pregiudizi cognitivi utilizzando l’immagine di personaggi famosi o prestigiosi per realizzare campagne pubblicitarie, per vendere prodotti o servizi, poiché in questo caso viene dato più valore al personaggio famoso che fa pubblicità che alla funzionalità e/o le caratteristiche del prodotto o servizio in vendita. I pregiudizi cognitivi generano lealtà e uguaglianza da parte delle persone verso un prodotto, un marchio, un’azienda o una persona, il che influenza la generazione, la produzione e il consumo dei prodotti. Si crea così una reputazione di mercato che si traduce in un’elevata fonte di reddito.
ECONOMIA. Quando un paese attraversa importanti cambiamenti economici, le persone sono solite raccogliere informazioni rispetto agli eventi passati in quello stesso luogo o in altri, per vedere quali processi ha subito, conoscere l’intensità, la durata, le perdite e i guadagni, al fine di generare un’idea ed essere in grado di confermare a se stessi se stanno gestendo correttamente o meno la situazione.
Si può invertire il processo una volta attribuito un tratto negativo o positivo? Ecco come imparare a farlo
Con l’effetto halo e con l’effetto horn, una volta che a una persona viene attribuito un tratto, negativo o positivo che sia, sarà difficile invertire il processo, poiché questo è stato interiorizzato ed è diventato proprio e intrinseco. È assolutamente vero che se il soggetto è consapevole di aver fatto un’attribuzione errata, tale attribuzione può essere invertita nel tempo. È un processo lento. La persona deve essere consapevole e iniziare a introdurre nuovi tratti che sostituiscano quelli attribuiti inizialmente. Questo dipenderà anche dalla forza e/o dal valore della percezione iniziale. Inoltre, se il periodo di tempo trascorso dalla prima impressione all’inversione è breve, può essere invertito più facilmente. Nel caso in cui invece sia trascorso molto tempo, sarà un processo più lungo e difficile. Per invertire il processo, la prima condizione fondamentale è essere consapevoli della propria attribuzione errata. Una volta che si è consapevoli, si deve cercare di capire cosa ha risvegliato in noi questa attribuzione. Questa analisi permette di osservare l’ambiente e gli atteggiamenti dell’altra persona in modo più obiettivo. Attenzione però: se si cerca di invertire il processo da un’attribuzione positiva ad una negativa, questo avverrà più rapidamente, grazie al supporto delle emozioni. Nel caso opposto, diventa più complesso, proprio a causa della carica emotiva che implica. È necessario un grande sforzo per non interiorizzare l’attribuzione negativa e favorire un’inversione. È molto utile liberarsi delle attribuzioni parlandone con una persona di fiducia, poiché si ha la possibilità di verbalizzare come ci si sente e cosa si pensa, componente molto benefica per il rilascio del pensiero. Si può anche chiedere alla persona in questione di esprimere un’opinione obiettiva e razionale. La cosa più importante in questo processo è non lasciare che tali attribuzioni e pregiudizi governino le emozioni, altrimenti si rischia di perdere il controllo di se stessi e di compromettere le relazioni interpersonali e sociali.
Consigli per evitare di essere dominati dall’effetto halo e dall’effetto horn
Stare attenti: se si è consapevoli che questi effetti esistono e possono influenzare in qualsiasi modo il nostro giudizio, la prima cosa da fare è presumere che tutte le persone abbiano dei pregiudizi, ma l’importante è riuscire a identificarli e non dare loro il potere distorcere la realtà. In questo caso, il riconoscimento delle emozioni gioca un ruolo importante.
Autoanalisi: è bene osservare le emozioni suscitate dalla persona che abbiamo appena visto o incontrato e non lasciarci trasportare dagli aspetti positivi o negativi individuati di primo acchito.
Non lasciarsi trasportare dalla prima impressione: aspettiamo di vivere più esperienze con quella persona per poter stabilire se l’interpretazione iniziale viene confermata, cercando sempre di dare un giudizio di valore che sia il più oggettivo possibile.
Essere coerenti: questo significa essere fedeli ai propri valori, principi etici e morali, gusti e interessi. Si è coerenti quando si dice ciò che si pensa e si mantiene la parola data. Se si proietta un’immagine incoerente di un’altra persona, questa causerà una dissonanza cognitiva che finirà per influenzare i giudizi espressi.
Parlare con qualcuno di cui ci si fida: parlare con qualcuno di cui ci si fida aiuta a esprimere più facilmente le impressioni che l’altra persona ha generato in noi. Nel caso in cui si tratti di una conoscenza comune, entrambi potranno condividere le proprie impressioni per scoprire aspetti che, forse, non avevano notato.
Farsi domande: è bene interrogarsi ogni volta che si esprime un giudizio su un’altra persona e riflettere su quale sarebbe l’opinione che avremmo, se l’immagine di essa che abbiamo ormai interiorizzato fosse diversa.