Con la nuova tecnologia si può definire la natura e la forma delle tracce biologiche sulla scena del crimine e anche il tempo trascorso dalla sua produzione
Datazione accurata delle tracce biologiche trovate sulla scena di un crimine violento, assieme alla loro compatibilità con il tempo stimato di perpetrazione del reato, limitazione del numero di sospetti, valutazione dei loro alibi e chiarimenti sulla sequenza degli eventi. Sono i risultati che si potranno raggiungere grazie ai nuovi strumenti forniti all’indagine investigativa dei crimini violenti da uno studio dell’Università di Torino e dell’Università di Genova, in collaborazione con il centro antidoping di Orbassano e il Ris di Roma sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale sulla scena del crimine. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica “Talanta”.
SI PUÒ INDIVIDUARE DA QUANTO TEMPO LE MACCHIE SONO STATE FATTE
La ricerca completa quella del 2020 in cui si utilizzava una tecnica di imaging mediante radiazione infrarossa per visualizzare, definire i contorni e identificare la natura delle tracce biologiche invisibili (sangue, urina, liquido seminale) su tessuti di varia natura (fibre naturali e sintetiche), al fine di guidare il loro campionamento per la successiva analisi del Dna. Partendo da tracce biologiche invisibili, grazie alla nuova ricerca se ne definisce non solo la natura e la forma, ma anche il tempo trascorso dalla sua produzione, con grandi vantaggi per l’indagine criminalistica, attraverso tecniche di machine learning e intelligenza artificiale.
SANGUE, URINA, LIQUIDO SEMINALE
Di conseguenza, spiega la Dire (www.dire.it), partendo da un tessuto naturale o sintetico (ad esempio, un reperto ritrovato sulla scena del crimine) su cui è presente una traccia biologica invisibile, l’abbinamento della tecnica strumentale di “imaging iperspettrale della radiazione infrarossa” con l’applicazione di algoritmi matematico-statistici di analisi dell’immagine e intelligenza artificiale consente di: riconoscere se la traccia sia di sangue, urina o liquido seminale; definirne la localizzazione sul tessuto e i suoi contorni, così da permetterne il campionamento per l’analisi del Dna; dedurre il tempo intercorso dal momento in cui tale traccia sia stata prodotta (il momento del delitto) al momento in cui viene condotta l’indagine criminalistica, entro un periodo che si estende fino a più di 20 giorni e con un’incertezza sulla scala dei tempi compresa fra il 3,8% (sangue su cotone), il 6,6% (sangue su poliestere) e lievemente superiori per liquido seminale e urina.