Guerra in Ucraina, Salvini attacca ancora: “Conoscevo una sinistra di pace, ora Pd guerrafondaio”. La replica: “Perché stai al Governo?”
“Visto che entriamo nel centesimo giorno di guerra, l’Italia merita e ha bisogno di pace. Ero abituato da ragazzo a una sinistra che voleva la pace e che criticava chi parlava di armi e di guerra. Adesso è cambiato il mondo e abbiamo un Pd guerrafondaio che critica chi costruisce la pace e parla solo di armi e guerra”. Lo dice il segretario della Lega Matteo Salvini parlando a Verona in una iniziativa a sostegno del sindaco uscente e ricandidato Federico Sboarina. “La pace è urgente adesso – aggiunge il leader del Carroccio -, non solo per salvare vite in Ucraina, che è la cosa più importante, ma perché avete visto l’aumento dei prezzi?”.
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“CHI VUOLE LE ARMI FA MALE ALL’ITALIA”
“Lavorare per la pace non è un diritto ma un dovere – puntualizza Salvini – Andare avanti con la guerra e con le armi significa morte in Ucraina, ma anche che la benzina, la luce, il gas, il diesel, aumenteranno a sproposito, mentre gli stipendi sono bloccati. Mi spiace che soprattutto a sinistra ci siano colleghi che mi criticano. Chi vuole la pace fa bene all’Italia, chi parla solo di guerra e armi fa male all’Italia e ai lavoratori italiani”, conclude il leader leghista.
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BORGHI (PD): “ALLORA PERCHÉ STAI AL GOVERNO CON NOI?”
“Al senatore Salvini chiedo, al di fuori di ogni generico slogan, cosa intenda lui per pace”. Questa la replica di Enrico Borghi, deputato del Pd e componente del Copasir, al segretario leghista. “Rifiutare le sanzioni, contestare il sostegno alla resistenza ucraina, isolarci dai nostri alleati, è forse la strada di quella che lui chiama pace? O non è invece la strada della capitolazione dell’Ucraina e, con essa, il ritorno in Europa della tragica concezione della violenza come levatrice della Storia? Si parla di pace – prosegue l’esponente dem ai microfoni di Radio Cusano Campus – . Sì, ma quale pace? Quella figlia della libertà di un popolo, o della occupazione di una Nazione? Non si possono chiamare con lo stesso nome cose diverse. E, soprattutto, qual è il prezzo della pace?“, chiede Borghi.
“Possiamo noi abbandonare gli ucraini a sé stessi – aggiunge il deputato del Pd – lasciandoli in balia di un avversario che sta mettendo in atto dei crimini contro l’umanità? È questo il prezzo di ciò che qualcuno chiama ‘pace’, o è solo la cifra del cinismo di qualcuno? Se noi siamo i guerrafondai, i venditori di armi, quelli con l’elmetto in testa, allora chiedo a Salvini: perché stai al Governo con noi? Perché hai votato la risoluzione che autorizza l’invio delle armi in Ucraina? Perché hai votato il decreto Ucraina che invia materiale militare a Kiev e conferma l’impegno italiano nella Nato? E alla luce di tutto ciò – conclude Borghi – questo è il tempo dei guerrafondai o piuttosto quello dei parolai?”.
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RENZI: “A MOSCA VADANO QUELLI BRAVI, SALVINI NON LO È”
Nella polemica si inserisce anche Matteo Renzi, che nel corso di un’intervista a SkyTg24 risponde alla domanda se anche lui, come Salvini, ha mai pensato di fare un viaggio a Mosca: “In questo momento no, anche se Mosca è una città bellissima. Ma in questo momento di guerra lascerei i viaggi a Mosca a quelli competenti e bravi e Salvini non fa parte di questi”.
Il leader di Italia Viva aggiunge: “Salvini può andare dove vuole, il problema non è se Salvini va a Mosca, il problema è se torna. Parlare di Salvini” nella guerra in Ucraina, conclude Renzi, “è come guardare il dito e non la luna. Parliamo di cose serie, non di Salvini”.