I pazienti asmatici sembrano ancora oggi sovraesposti all’impiego di corticosteroidi orali (OCS), ponendoli a rischio di insorgenza di effetti collaterali nel lungo termine
I pazienti asmatici sembrano ancora oggi sovraesposti all’impiego di corticosteroidi orali (OCS), e ciò li mette potenzialmente a rischio di insorgenza di effetti collaterali nel lungo termine. Questo l’allarme lanciato in uno studio di recente pubblicazione sulla rivista The Journal of Allergy and Clinical Immunology: In Practice, che invoca una maggiore consapevolezza del problema da parte dei medici e dei pazienti, nonché lo sviluppo di nuovi strumenti e strategie (vedi impiego dei farmaci biologici) per arginare l’impatto derivante dall’impiego di questi farmaci nell’asma.
Razionale e obiettivi dello studio
Gli OCS sono notoriamente dei farmaci ampiamente prescritti nell’asma e noti sono gli AE derivanti dal loro impiego a lungo termine, ricordano i ricercatori nell’introduzione allo studio.
Per ridurre l’impatto derivante dall’impiego di questi farmaci, sono necessarie maggiori informazioni sulla proporzione di pazienti che utilizza dosi elevate di OCS, l’adeguatezza del trattamento con steroidi inalatori (ICS) e il coinvolgimento degli specialisti.
Di qui il nuovo studio che si è proposto di colmare questo gap, proponendosi i 3 obiettivi seguenti:
– La valutazione della prevalenza di pazienti necessitanti di 2 o più cicli di terapia di mantenimento a base di OCS (frequenti utilizzatori)
– La valutazione d’impiego degli ICS
– L’identificazione del professionista sanitario coinvolto nella prescrizione di farmaci per l’asma
Disegno dello studio
I ricercatori hanno analizzato, a tal scopo, i dati prescrittivi relativi al periodo marzo 2017-marzo 2018 di un database contenente informazioni relative alla prescrizione di farmaci nei Paesi Bassi (IQVIA Longitudinal Prescription Data), che copre approssimativamente i tre quarti di tutte le prescrizioni di farmaci dispensate nel Paese europeo.
Un ciclo d’impiego di OCS era definito dalla prescrizione di ≥20mg prednisolone equivalenti per 3-28 giorni; un ciclo di mantenimento con OCS era definito dalla prescrizione di 2,5-17,5 mg/die per più di 28 giorni.
I medici prescrittori erano classificati come specialisti o medici di medicina generale.
Risultati principali
I 182.849 pazienti adulti considerati nello studio (mediana età= 51 anni; IQR= 39-66; 59,4% donne) erano stati sottoposti a due o più prescrizioni di ICS per almeno 4 mesi di terapia.
La maggior parte dei pazienti (75,6%) era stata sottoposta a trattamento con dosi da medie (>250-500 mcg fluticasone equivalenti) a elevate (>500 mcg fluticasone equivalenti) di ICS.
Inoltre, il 22,2% dei pazienti era stato sottoposto ad almeno una prescrizione di OCS durante il periodo di studio, con un 4,6% di pazienti classificati come utilizzatori di OCS di mantenimento, sottoposti a terapia con una dose mediana giornaliera di 10 mg (IQR: 7,3-12,9 mg) di un prednisone equivalente e un 17,6% di pazienti classificati come pazienti solo utilizzatori di OCS, sottoposti a terapia con una mediana di un ciclo (IQR: 1-7) di OCS.
Degna di nota è stata l’osservazione che l’’83,9% dei pazienti non aveva ricevuto la prescrizione farmacologica da uno specialista. Considerando solo questi ultimi (16,1% sul totale), gli specialisti coinvolti erano prevalentemente esperti in malattie polmonari (94,1%), seguiti, a grande distanza da otorinolaringoiatri (4,8%) e da allergologi (1,2%).
Nel complesso, il 7,2% dei pazienti asmatici era stato sottoposto a trattamento con due o più cicli di OCS (2,6%) o con OCS di mantenimento (4,6%) durante il periodo di studio (indicativi di sovraesposizione agli OCS).
I ricercatori hanno identificato l’impiego di dosaggi elevati di ICS durante il periodo un studi in più della metà dei pazienti sottoposta a due o più cicli di terapia con OCS (53,9%) e in quelli in terapia di mantenimento con OCS (54,4%), con un 51,1% di pazienti del primo gruppo e un 34,3% dell’altro che aveva ricevuto la terapia prescritta da parte di uno specialista nei 3 anni precedenti.
I pazienti sottoposti a terapia di mantenimento con OCS mostravano una dose cumulativa di OCS più elevata (mediana prednisolone equivalenti/persona= 760 mg; IQR= 450-1680) rispetto al gruppo di pazienti sottoposto a due o più cicli di OCS (mediana= 400 mg; IQR=300-449 mg) e a quelli con un ciclo (mediana= 210 mg; IQR=150-210 mg).
Solo il 4,6% di tutti i pazienti dello studio è ricorso alla terapia di mantenimento con OCS, ma questi pazienti rendevano conto del 56,8% dell’esposizione totale agli OCS a livello di popolazione, mentre quelli sottoposti ad un solo ciclo di OCS rendevano conto del 32,6% e quelli sottoposti a due o più cicli di OCS rendevano conto del 10,6% della esposizione totale della popolazione agli OCS durante il periodo in studio.
Riassumendo
Nel complesso, il medico di medicina generale ha prescritto OCS senza supervisione specialistica a più del 57% dei pazienti che fanno uso frequente di questi farmaci, per quanto anche gli specialisti sembrano prescriverli troppo frequentemente.
Sottolineando la necessità di porre maggiore attenzione alla gestione delle riacutizzazioni di malattia, i ricercatori hanno descritto la prassi dell’impiego eccessivo di OCS come “spesso trascurata e inadeguatamente gestita”.
Di qui il loro suggerimento ad identificate i pazienti con asma non controllato indipendentemente dal fatto di essere gestiti o meno propriamente relativamente al rischio di tossicità per OCS.
Ecco, quindi, l’importanza di ricorrere ai farmaci biologici, in grado di colpire adeguatamente l’infiammazione di tipo 2 e di ridurre in modo significativo le riacutizzazioni, come pure i cicli d’impiego di OCS, con il loro corollario di effetti collaterali potenziali.
A tal proposito, i ricercatori hanno sottolineato nelle conclusioni dello studio come le linee guida sull’asma, a livello globale, raccomandino il ricorso a cicli brevi di OCS per le riacutizzazioni asmatiche e cicli di terapia di mantenimento con OCS a dosi ridotte soli nei pazienti con asma non controllato nei quali la terapia con farmaci biologici non hanno avuto successo.
Alla luce di questi risultati, i ricercatori hanno sollecitato maggiore consapevolezza e comprensione dei rischi legati all’impiego a lungo termine degli OCS tra i medici di medicina generale, gli specialisti e gli stessi pazienti (opportunamente sottoposti a campagne di informazione e sensibilizzazione al problema).
Infine, last but not least, gli autori auspicano l’ottimizzazione dei protocolli terapeutici per ridurre l’impatto potenziale negativo degli OCS nei pazienti asmatici.
Bibliografia
van der Meer A-N, et al. Overuse of oral corticosteroids in asthma is often underdiagnosed and inadequately addressed. J Allergy Clin Immunol Pract. 2022;doi:10.1016.j.jaip.2022.03.024.
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