Un impiego eccessivo di SABA, i beta-2 agonisti a breve durata d’azione, si associa ad asma più severo, stando ai risultati di uno studio
Per quanto poco frequente, un impiego eccessivo di beta-2 agonisti a breve durata d’azione (SABA) si associa ad asma più severo, stando ai risultati di uno studio pubblicato recentemente su The Journal of Allergy and Clinical Immunology: In Practice. Inoltre, l’obesità e punteggi legati alla sintomatologia più elevati alla diagnosi sono in grado di predire l’eccesso d’impiego di SABA, una situazione che dovrebbe portare ad un’identificazione precoce di questi pazienti per intervenire con gli opportuni correttivi.
Razionale e disegno dello studio
“Alcuni studi a breve termine hanno associato l’impiego eccessivo di SABA ad outcome di malattia asmatica peggiori – ricordano i ricercatori nell’introduzione allo studio -. Fino ad ora, tuttavia, non esistevano lavori pubblicati sull’impiego a lungo termine di SABA nei pazienti con asma clinicamente confermato ad insorgenza nell’età adulta”.
“Inoltre, gli studi su questo argomento erano spesso privi di informazioni sul controllo di malattia e l’aderenza dei pazienti ai trattamenti di controllo (come gli steroidi inalatori), fattori in grado di influenzare entrambi la necessità di ricorrere all’impiego di SABA”.
Di qui il nuovo studio che, nel corso di un follow-up della durata pari a 12 anni, ha esaminato 203 pazienti (58% di sesso femminile; età media all’esordio di asma pari a 46 anni; diagnosi di asma di nuova insorgenza in età adulta tra il 1992 e il 2002. Sono stati valutati anche i dati relativi alla dispensazione di SABA e di ICS a questi pazienti.
Nello specifico, i ricercatori hanno determinato l’impiego di SABA in base al numero di bombolette utilizzate annualmente e in modo cumulativo nel corso di 12 anni. I pazienti, in questo modo, erano definiti come forti utilizzatori di SABA se consumavano 36 o più bombolette di SABA in 12 anni – mentre hanno calcolato l’impiego di ICS in base al numero di bombolette da 150 dosi utilizzate.
Non solo: l’eccesso d’impiego dei SABA è stato stratificato in tre categorie:
– Impiego elevato di SABA e nessun impiego di ICS durante il follow-up
– Impiego elevato di SABA e meno di 36 bombolette di ICS
– Impiego elevato di SABA e un numero minore di bombolette di ICS rispetto a quelle utilizzate di SABA
Ai pazienti era stato sottoposto nel corso della visita medica iniziale il questionario AQ20, mentre nel corso del follow-up hanno utilizzato anche il test sul controllo dell’asma (ACT) per misurare la sintomatologia e il report GINA 2010 per classificare i pazienti in base al controllo dell’asma.
I pazienti dello studio avevano una diagnosi di asma non controllato – definito come parzialmente controllato o incontrollato – se presentavano sintomi di asma o necessitavano di trattamento di soccorso almeno due volte alla settimana, mostravano una riduzione della funzione polmonare inferiore dell’80% del valore predetto o limitazione delle attività a causa dell’asma.
Risultati principali
Nel corso dei 12 anni dello studio, i pazienti in toto erano stati sottoposti a trattamento mediano con 6 bombolette di SABA (IQR: 3-6) a 48 bombolette di ICS (IQR: 18-67), corrispondenti ad un impiego mediano di due spruzzi di SABA (IQR: 1-4) e 11 di ICS (IQR: 5-16) alla settimana.
In media, per ognuno degli anni considerati nello studio, il 60% dei pazienti faceva impiego di tre o più bombolette di ICS, mentre l’88% dei pazienti ricorreva a meno di due bombolette di SABA.
Cumulativamente, il 58% dei pazienti aveva utilizzato meno di 10 bombolette di SABA mentre il 59% aveva utilizzato 40 o più bombolette di ICS durante il periodo in studio dei 12 anni.
“L’eccesso di impiego e l’eccessiva fiducia nei SABA erano poco frequenti nei pazienti con asma confermato ad insorgenza nell’adulto – hanno sottolineato i ricercatori – dato che solo il 10% dei pazienti erano classificati come forti utilizzatori di SABA nel corso dei 12 anni di follow-up dello studio e nessuno dei pazienti era pienamente confidenti nei SABA, ovvero non usavano ICS del tutto”.
“I pazienti forti utilizzatori di SABA si caratterizzavano anche per una migliore aderenza agli ICS nel corso dei 12 anni dello studio rispetto ai pazienti non frequenti utilizzatori di SABA, a suggerire che questi pazienti erano affetti da asma più severo e da una maggiore richiesta di SABA rispetto ai pazienti non frequenti utilizzatori di SABA”.
I pazienti forti utilizzatori di SABA erano stati sottoposti ad un trattamento mediano con 49 bombolette di SABA (IQR:36-69) nel corso dei 12 anni di follow-up dello studio, con 12 spruzzi (IQR: 9-16) alla settimana.
Cinque pazienti classificati come frequenti utilizzatori di SABA erano stati trattati con più bombolette di SABA rispetto alla bombolette di ICS.
Inoltre, i ricercatori hanno considerato due pazienti sottotrattati in quanto erano frequenti utilizzatori di SABA ma non erano stati trattati con ICS insieme a LAMA/LABA.
“I pazienti con un impiego elevato di SABA erano polisintomatici, caratterizzati da un numero più elevato di visite in Medicina di Emergenza e sottoposti ad un numero maggiore di cicli di trattamento di steroidi orali e di antibiotici rispetto agli utilizzatori non frequenti di SABA – hanno aggiunto i ricercatori -. Inoltre, l’86% dei frequenti utilizzatori di SABA era affetto da asma non controllato, mentre più di un paziente su 4 era affetto da asma severo in base ai criteri congiunti ERS/ATS”.
Da ultimo, i pazienti caratterizzati per un impiego elevato di SABA mostravano un BMI più elevato e una peggiore qualità della vita in base al punteggio AQ20 alla diagnosi rispetto ai pazienti non frequenti utilizzatori di SABA, portando i ricercatori a considerare l’obesità o punteggi AQ20 più elevati alla diagnosi come predittori significativi di un impiego elevato di SABA a lungo termine.
I pazienti con impiego elevato di SABA si caratterizzavano anche per un livello di istruzione più basso e per la presenza di un numero maggiore di comorbilità rispetto a quelli che riferivano un impiego meno frequente di SABA.
Implicazioni dello studio
“A causa dell’eccessiva fiducia nei SABA, scrivono i ricercatori nelle conclusioni del lavoro, non si provvede a trattare l’infiammazione a carico delle vie aeree respiratorie, e non si inverte il processo di down-regolazione dei recettori beta-2, aumentando il rischio di outcome negativi con l’asma. Tutto ciò, molto spesso, senza che i pazienti comprendano i rischi derivanti da questo eccesso d’impiego dei SABA”.
“Proprio in ragione del fatto – aggiungono – che l’impiego frequente di SABA è risultato associato in questo studio ad asma più severo, questi pazienti dovrebbero essere riconosciuti nella pratica clinica. Tuttavia, sulla base dei nostri dati, l’impiego frequente di SABA, piuttosto che essere pericoloso in quanto tale, va considerato come un segnale di pericolo che indica la presenza di asma più severo e/o mal controllato e necessitante di ulteriore intervento terapeutico”.
Alla luce di questi risultati, gli autori dello studio concludono richiamando la necessità di includere le strategie di riduzione ponderale e di tener conto dello stato socioeconomico dei pazienti durante il trattamento in essere.
Inoltre, sarebbe opportuno condurre nuovi studi sui meccanismi alla base dell’asma non di tipo 2, sul controllo dell’asma indipendentemente dall’impiego di SABA e sul ruolo delle altre malattie, dello stile di vita e delle condizioni sociosanitarie nel controllo dell’asma.
“Per rendere possibile la generalizzazione dei risultati – scrivono – sono necessari più studi su questo argomento, condotti su un numero più ampio di pazienti con diagnosi confermata di asma ad insorgenza nell’adulto e una conoscenza maggiore dei farmaci dispensati. Inoltre, i prossimi studi dovrebbero standardizzare la valutazione d’impiego dei SABA per ottimizzare la comparazione dei risultati”.
Bibliografia
Vähätalo I, et al. J Allergy Clin Immunol Pract. 2022;doi:10.1016.j.jaip.2022.03.027.