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Neuromielite ottica: Commissione UE approva inebilizumab

La Commissione europea ha approvato inebilizumab come monoterapia per il trattamento di pazienti adulti con disturbo dello spettro della neuromielite ottica

La Commissione europea ha approvato inebilizumab come monoterapia per il trattamento di pazienti adulti con disturbo dello spettro della neuromielite ottica

La Commissione europea ha approvato inebilizumab come monoterapia per il trattamento di pazienti adulti con disturbo dello spettro della neuromielite ottica (NMOSD) sieropositivi alle immunoglobuline G antiacquaporina-4 (AQP4-IgG+).

“La NMOSD è una malattia devastante caratterizzata da attacchi imprevedibili, danni cumulativi, spesso irreversibili con perdita potenziale della vista e della funzione motoria che determina una profonda incertezza per lo stato di salute dei pazienti”, ha affermato Vikram Karnani, vicepresidente esecutivo e presidente internazionale di Horizon Therapeutics, l’azienda che ha sviluppato il farmaco. “L’approvazione ottenuta oggi per inebilizumab segna una pietra miliare significativa per i pazienti europei e per Horizon Therapeutics, mettendo a disposizione delle persone affette da NMOSD una nuova opzione di trattamento mirata. Mentre continuiamo la nostra espansione globale, rimaniamo concentrati per rendere disponibili farmaci innovativi – e  di conseguenza speranza – alle persone che convivono con malattie gravi”.

Le persone colpite da NMOSD convivono con attacchi imprevedibili; il 90% manifesterà attacchi ripetuti entro cinque anni da un primo attacco iniziale. Anche un singolo attacco di NMOSD può causare danni significativi e irreversibili e ogni attacco successivo peggiora il danno causato dal precedente. Questo danno si verifica quando i linfociti B che esprimono CD19+ (plasmablasti e alcune plasmacellule) secernono AQP4-IgG, innescando una reazione autoimmune crescente. La deplezione dei linfociti B CD19+ si è dimostrata efficace nell’arrestare l’infiammazione, la formazione di lesioni e la perdita degli astrociti.

Poiché provoca la deplezione mirata, ampia, profonda e duratura dei linfociti B CD19, inebilizumab offre una modalità d’azione unica, prevenendo gli attacchi successivi. Il mantenimento della deplezione dei linfociti B e la prevenzione degli attacchi sono fondamentali per limitare la disabilità cumulativa nella NMOSD.

Nello studio clinico registrativo N-MOmentum (2014-000253-36), il più grande studio su NMOSD svolto fino ad oggi, inebilizumab ha dimostrato una significativa riduzione del rischio di attacco di NMOSD con solo due infusioni all’anno, dopo le dosi di carico iniziali. Inoltre, l’89% dei pazienti nel gruppo AQP4-IgG+ non ha manifestato recidive nei sei mesi successivi al trattamento e oltre l’83% dei pazienti in trattamento non ha manifestato attacchi per almeno quattro anni.

“Abbiamo fatto grandi passi in avanti nella comprensione della patogenesi della NMOSD e nell’identificazione di nuove terapie efficaci per il suo trattamento, come inebilizumab, che possono essere rivoluzionarie per i pazienti europei che convivono con gli effetti devastanti di questa malattia”, ha affermato il professor Friedemann Paul, M.D., del Charité-Universitätsmedizin Berlin, NeuroCure Clinical Research Center, NCRC Research Group, Clinical Neuroimmunology. “L’impatto, il dolore e la debilitazione di un singolo attacco possono stravolgere la vita e provocare potenzialmente la perdita della vista. È fondamentale essere in grado di diagnosticare e curare questa malattia precocemente per prevenire danni cumulativi e invalidità permanenti nei pazienti”.

A livello globale, la prevalenza di NMOSD è di circa 0,5–4/100.000 persone e le donne hanno una probabilità nove volte superiore di essere colpite rispetto agli uomini. Le conseguenze di questa malattia vanno oltre l’impatto clinico e coinvolgono l’aspetto fisico, funzionale e psicologico della qualità della vita dei pazienti.9,10 In Europa, si stima che almeno 7.300 persone siano affette da NMOSD11 e che circa l’80% di queste siano AQP4-IgG+.

Ogni anno, in Europa la malattia viene diagnosticata a circa 370 nuovi pazienti.

Informazioni sul disturbo dello spettro della neuromielite ottica (NMOSD) 
NMOSD è un termine unificante per la neuromielite ottica (NMO) e le sindromi correlate. La NMOSD è una malattia autoimmune neuroinfiammatoria rara, grave e recidivante che attacca il nervo ottico, il midollo spinale, il cervello e il tronco encefalico. Circa l’80% di tutti i pazienti con NMOSD risulta positivo per gli anticorpi anti-AQP4.

L’AQP4-IgG si lega principalmente agli astrociti nel sistema nervoso centrale e C-HZN-EU-00017 innesca una risposta immunitaria crescente che si traduce nella formazione di lesioni e nella morte degli astrociti. Clinicamente, questo danno si presenta come un attacco di NMOSD, che può coinvolgere il nervo ottico, il midollo spinale e il cervello. Perdita della vista, paralisi, perdita di sensibilità, disfunzione della vescica e dell’intestino, nevralgia e insufficienza respiratoria possono essere tutte manifestazioni della malattia.

Ogni attacco di NMOSD può portare a ulteriori danni cumulativi e disabilità. La NMOSD si manifesta più comunemente nelle donne e può essere più comune negli individui di origine africana e asiatica. Gli autoanticorpi anti-AQP4 sono prodotti dai plasmablasti e da alcune plasmacellule. Queste popolazioni di linfociti B sono centrali per la patogenesi della malattia NMOSD e un’ampia percentuale di queste cellule esprime CD19. Si ritiene che la deplezione di questi linfociti B CD19+ rimuova un importante elemento che contribuisce all’infiammazione, alla formazione di lesioni e al danno agli astrociti.

Informazioni sul programma clinico N-MOmentum 
N-MOmentum è stato uno studio clinico di fase 2/3 multicentrico, in doppio cieco, randomizzato, controllato con placebo, condotto in 25 Paesi. Sono stati arruolati in totale 230 partecipanti: 213 erano sieropositivi a AQP4-IgG e 17 erano sieronegativi a AQP4-IgG. I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale con un rapporto di 3 (al trattamento) a 1 (al placebo). Lo studio consisteva in un periodo randomizzato-controllato (RCP) di 28 settimane, seguito da un periodo facoltativo in aperto (OLP) di almeno due anni. L’OLP è durato circa quattro anni producendo dati a lungo termine per un sottogruppo di pazienti (n=75 pazienti AQP4+).

L’endpoint primario dello studio era il tempo all’insorgenza della recidiva di NMOSD al giorno 197 o precedente.

Gli endpoint secondari dello studio erano:

C-HZN-EU-00017 
Nello studio N-MOmentum, inebilizumab ha mostrato un profilo di sicurezza favorevole. Le reazioni avverse più comuni (almeno il 10% dei pazienti trattati con inebilizumab e in percentuale maggiore rispetto al placebo) sono state infezioni delle vie urinarie e artralgia. Il profilo di sicurezza completo è disponibile nel riassunto delle caratteristiche del prodotto (RCP). Durante la sperimentazione, la conta dei linfociti B è stata determinata utilizzando citometria a flusso ad alta risoluzione (acquisita come cellule/µL). L’attività della malattia è stata misurata utilizzando la frequenza annualizzata di attacchi (AAR) e il numero di lesioni T2 nuove o ingrossate nel cervello o nella colonna vertebrale.

Poiché è stata dimostrata un’efficacia superiore nel braccio di trattamento con inebilizumab rispetto al braccio placebo, lo studio N-MOmentum è stato interrotto in anticipo su raccomandazione del Comitato indipendente di monitoraggio dei dati.

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